Ero un bambino di dieci anni quando, insieme ai miei genitori, feci un lungo viaggio in treno per andare al fidanzamento di mio fratello. Dalla Sicilia fino ad uno sperduto villaggio vicino Ostenda. Era il mese di settembre ma già, attraversando la Svizzera, faceva un freddo cane perchè i caloriferi del treno non funzionavano.
La famiglia di mia cognata era numerosissima: nove figli oltre ai genitori in una casa a due piani col giardino. Regnava una bella e strana calma in quel villaggio multietnico, ricordo le sue strade piatte, le automobili con la vernice azzurra metallizzata, i grandi supermarket (che sconoscevo abitando in Sicilia), il tv color custodito come un gioiello in un mobile di legno che si chiudeva a chiave.. e noi ancora con il bianco e nero!
La sorella maggiore era sposata ma senza figli, avevano un bellissimo pastore tedesco di nome Stella che non appena mi conobbe, si innamorò follemente e io di lei: mi stava sempre appiccicata, io piccolo e gracile, lei grande e grossa.
Un giorno decisi di allontanarmi un po' e lei come sempre mi seguì. Ad un certo punto stavamo camminando ai bordi di una superstrada dove le automobili e i mezzi pesanti sfrecciavano a duecento all'ora. Fu un attimo. Udii un rumore secco, poi vidi Stella che correva a velocità supersonica, ferita e piangente scomparire nel nulla.
A casa raccontai sconvolto l'accaduto: mi colpevolizzarono in un modo blando ma severo perchè mi ero allontanato, cercarono Stella per più di una settimana perlustrando le strade, i boschi, gli anfratti. Ma fu inutile.
I padroni piangevano disperati, Stella era stata come una figlia per loro...
Credo che la vita sia più crudele del solito quando si accanisce nei confronti di un bambino, io rimossi l'accaduto ma rimuovere non significa dimenticare nè tantomeno assolversi: per me Stella sarà sempre una morte innocente, un senso di colpa.
Dove sei andata a morire? Perchè sei scomparsa?
Ancora oggi, oltre il tempo e lo spazio, pensando a te mi commuovo e non posso farne a meno.