Scrivere mi fa sciogliere come un cubetto di ghiaccio, che ad alte temperature diventa liquido e poi mentre scrivo l'acqua sciolta si mette a bollire e diventa vapore, che si diffonde nel vento e nell'aria come le parole e ricade sui fiori, sull'erba, sulle piante e le fa crescere rigogliose, verdi, brillanti.
E le piante donano ossigeno. Ossigeno per respirare, per vivere una vita magari normale, senza un granché di importante, ma è la nostra, fatta di parole, di lettere messe in fila l'una dopo l'altra per manifestare idee, amore, solitudine, condivisione, sogni mai vissuti, sperati, agognati. Condividere la scrittura:
questo è il nostro post-it.
Questa è la nostra penna, penna per stare al passo coi tempi, per dire che abbiamo ancora tanto da dire:e' una partita a ping-pong queste venti righe che mettiamo in fila, dove il giocatore cambia quando concludiamo le nostre "20 righe" e la palla colpisce nel segno. La mente del nuovo giocatore riscalda i neutroni che lavorano per scrivere pensieri nuovi, idee fantastiche o reali che prendono corpo e plasmate lasciano il segno. E mangiare, bere, uscire sono diventati secondari se non ti regali quello spazio di te.
Sì, perché lo fai anche per te stessa, per sentirti viva, perché sai che qualcuno ti legge, che, forse, qualcuno capisce tra le righe quello che vuoi veramente dire.
Chissà se è verità o fantasia o menzogna quello che uno scrive, non importa, è un fluido che scende direttamente dal cuore ai tasti e questo basta.
Sì è una danza in cui la musica è dentro di noi: trallallà, trallallà...
Scrivere è come volteggiare fino a farsi girare la testa, fino a cadere per terra, senza fiato, fino a quando le dita ti fanno male a farlo in fretta e gli errori ti fanno tornare indietro a rivedere, a ripensare.
Ma lo scorrere del pensiero, invece, deve essere veloce come il sangue dalle ferite, rosso vivace, vero come il respiro che ti permette di vivere. È proprio così che si riescono a dire le cose più belle, i sentimenti più profondi, senza studiare le parole, senza cercarle nel vocabolario, senza calibrare la loro quantità.
Come quando si scrive una lettera a chi si ama: le frasi si materializzano in una sequenza che nemmeno immaginavi, quando hai deciso di esprimerti e di aprirti.
C'è chi è prolisso e venti righe sono poche e chi invece riesce a narrare una storia intera in poco spazio.
Oggi scrivo! Oggi vorrei leggere una storia che qualcuno ha scritto, delle frasi che mi coinvolgono, che mi impediscono di alzare gli occhi dallo schermo e andarmene, che mi attirino come una calamita.
Voglio essere il polo positivo delle tue parole, della tua ispirazione, del tuo racconto, dei tuoi versi.
La scrittura è come tenersi per mano e fare un girotondo di idee, di passioni, senza conoscersi nel profondo, senza avere degli orpelli scomodi che ti individuano per il tuo aspetto, per la differenza di storia, di età, senza etichette che pesano e ti fanno sentire incatenata.
Tutto scorre e il sole spunta di nuovo nella tua vita, dopo tanta pioggia che ti ha bagnato nel profondo del'anima, torni a nascere quando non lo credevi possibile, quando la vita ti aveva messo alla prova.
Scrivere insieme è come un patchwork di stoffe, trame e colori diversi, scelti arbitrariamente e intrecciati senza preoccuparsi dell'armonia, lasciando andare il filo in un continuo, con pochi nodi che si sciolgono mentre la storia si dipana.
Le storie possono assomigliare a Frankenstein, ma l'animo di questa creatura era buona e profonda.
L'aspetto, molte volte, inganna.