Fino all'attimo prima del suo concepimento erano già nate, intorno a quel bambino, grandissime aspettative.
La gente sapeva che il piccolo Pollux presto sarebbe cresciuto e che la sua vita sarebbe stata un susseguirsi di successi. Come gli si poteva dare torto? Troppo bello ed intelligente per non poter arrivare ovunque avesse voluto.
Crescendo in questa condizione esistenziale anche lo stesso Pollux, una volta raggiunta la piena cognizione di se stesso, iniziò a formulare il proprio pensiero in proposito.
"Troppo bello ed intelligente" si ripeteva spesso.
Così gli capitava di pensare che forse la gente non sbagliava. Forse la sua esistenza poteva veramente avere un peso nel corso dell'intrecciarsi della trama del tempo. Forse il Karma aveva deciso di affidargli un ruolo di primo piano. Un prescelto. Come Alessandro Magno il grande unificatore di mondi.
"Troppo bello ed intelligente" si ripeteva Mr. Pollux nelle notti passate a riflettere riguardo alla propria esistenza e alle esistenze di mille altri se passati e futuri. Fino quasi a convincersi della propria grandezza. E nessuno osava dargli del pazzo ogni qual volta si perdeva in uno dei suoi deliri di onnipotenza. Come gli si poteva dare del pazzo?
Troppo bello ed intelligente.
Ma pur sempre un uomo.
Una mattina, mentre usciva di casa per comprare le sigarette, Mr. Pollux scivolò su un gradino, gelato dal freddo della sera precedente, e, sbattendo la testa contro il marciapiede, morì.
Gli esseri umani cercheranno una morale.
Ma non è dato agli uomini sapere quale percorso imboccherà l'inarrestabile svolgersi del caos.