racconti » Racconti brevi » Il Micro ed il macro cosmico
Il Micro ed il macro cosmico
La formica
La battaglia ormai era alle porte.
Anche se facevano finta di non accorgersene, quell'odore, aveva incominciato a spargersi nell'aria.
Lo si poteva sentire lungo tutto il campo di battaglia; da trincea a trincea.
Ne loro, ne i soldati dello schieramento opposto, potevano ignorarlo. Quel pesante e inconfondibile odore.
Quell'odore appestava l'aria calando come una fredda e sinistra ombra in pieno giorno.
Un brutto odore.
Un brutto presagio.
Un presagio di Massacro; di Rovina. Un presagio di Morte.
Mentre la Paura appestava l'aria.
E si insinuava nella mente e nel cuore dei soldati allontanandoli ormai, gli uni dagli altri, a distanze così profonde ed inconsce da non poter essere calcolate. Tanto da non poter più dire, a quel punto, chi in quella piccola trincea fosse ancora vivo e chi, invece, fosse già morto.
Una tomba, che per la sua stessa ambigua natura, attendeva pazientemente e malignamente un corpo da seppellire. Sebbene, di corpi, ne fosse già piena.
Da quando la Paura appestava l'aria.
Una brutta Tomba.
Un brutto presagio.
Un presagio di Angoscia; di Desolazione. Un presagio di morte.
"Bisogna combattere..." si ripeteva uno di loro rannicchiato in una fossa ancora più profonda all'interno di quella ferita nel terreno.
I suoi occhi erano persi nel cielo. Ma non guardavano. Erano solo persi.
Silenziosi ed ormai vuoti. Perduti per sempre.
"Bisogna combattere..." si ripeteva "... o morire!"
La sua bocca si muoveva nell'emettere quelle parole. Ma la sua voce non era più sua.
Semplicemente, Egli, non era più. Nessuno era più.
E tutti quelli che lo udirono in quel momento provarono la stessa sensazione.
Una brutta sensazione.
Un brutto presagio.
Un presagio di Follia; di Disperazione. Un presagio di Morte.
Mentre la Paura appestava l'aria.
Il comandante allora, vedendo così ridotti i suoi soldati, cercò di rinfrancarli nella mente e nello spirito. Ma la Paura appestava l'aria, facendo giungere alle orecchie dei soldati parole troppo ovattate per essere comprese.
Un presagio si celava nella mente e nel cuore di ognuno di loro. Come un fulmine fendeva il cielo. Dilatando qualsiasi concezione di Passato, Presente e Futuro.
Allora, forse per Paura, il comandante saltò fuori dalla trincea correndo contro quella avversaria. Lanciandosi in un grido prolungato e tremendo.
I soldati allora, vedendo con quanto coraggio il comandante si fosse lanciato alla carica, decisero di imitarlo scrollandosi di dosso tutti quei brutti presagi ed unendosi al suo grido.
In un unico grido.
Un grido di massacro; di rovina. Un grido di morte.
Mentre la paura appestava l'aria.
L'Universo.
Mentre prendevano pigramente il sole, sdraiati sull'erba del giardino di casa, Adamo ed Eva si accorsero che, strisciate fuori da due piccole crepe nel terreno, centinaia di formiche combattevano inspiegabilmente tra loro.
12
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
2 recensioni:
- interessante racconto complimenti
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0