Il recinto dell'ovile era aperto e il gregge pascolava poco fuori. Solo una pecora era rimasta nel recinto e con forza chiamava il suo piccolo.
Un giovane agnellino le andò incontro rispondendo a quel richiamo, arrivò fino alla rete del recinto, un lungo ed intenso sguardo intercorse tra i due animali che rimasero immobili a fronteggiarsi.
Nel belare della pecora c'era tutta la sofferenza di una mamma che resta separata dal proprio piccolo, mentre nel cucciolo c'era la leggerezza, la gioia di chi all'improvviso scopre di essere cercato e voluto.
All'improvviso un fatto inatteso: la mia voce diventa per la pecora un elemento di orientamento per l'uscita dall'ovile. La paura è passata. Una felice normalità viene ripristinata dopo essere stata momentaneamente interrotta.
Ora pecora e piccolo sono di nuovo insieme.
Questo fatto realmente accaduto, forse ai più potrà sembrare insignificante, banale, però a me ha fatto riflettere: nessun uomo è in grado di trovare la strada da sé e nemmeno può salvarsi da solo, se non è "guidato" da qualcosa o da Qualcuno.
La salvezza dell'uomo è legata a quella degli altri, come un gregge che è accompagnato dal buon Pastore