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La Notte
Non si voleva lasciare stare.
Quella sera.
Non si doveva -secondo lui- lasciar stare.
Quella notte
Non si poteva lasciar stare
Quella mattina.
O meglio non era ancora mattina ma non era più notte.
Era un'ora di mezzo.
Era da solo.
David tra se E sé. Tra sé e la sua anima.
Troppi pensieri in quell'estate. Che sembrava autunno. E i pensieri le foglie gialle che cadono lentamente come quando perdi l'ultima speranza poco a poco piano piano.. Come un foglio che sta bruciando.
Come un cuore che sta bruciando.
Non gli era andata giù quella conversazione con il suo amico dalle indifferenti e diverse idee politiche e sociali.
Non gli stava bene neppure averla salutata così 'freddamente ' al telefono. Lei capiva che david non stava bene con se stesso in quel periodo, in quel lasso di tempo ma non con lei o con altri, solo con se stesso. .
In quel frangente di tempo.
Gli era rimasto sul gozzo anche il fatto che aveva sentito al telegiornale, quei pochi fatti. . Quei pochi sprazzi di verità che dicono in tv. . E che soprattutto parlano di cose reali, di vita. . Di gente comune. Semplice che lotta per arrivare a fine mese. Già proprio come lui. . David. .
Aveva scritto una canzone quel pomeriggio ma sembravano che anche le note le girassero contro e che quel re lì non ci stava bene con quell'accordo. Chiuse e disse 'ci tornerò su domani " .
Intanto le ore scivolano come la cera. E correvano come il tempo stesso. E lui tra sè e sè si mise a pensare a un mucchio di cose, i vestiti da lavare impegni da organizzare. .
Insomma quella notte non era fatta proprio per dormire. O quantomeno sembrava.
A volte la notte non è fatta solo per dormire.
Sentii che la sua vita valeva di più . Sentii che aveva sbagliato gran parte. Insomma quella notte non si voleva lasciare stare. Si teneva dentro il mondo. Si teneva dentro un Po troppo o almeno più di quanto avesse mai fatto.
Si teneva dentro qualcosa e forse troppo per sé. Non era solitudine era paura. Del futuro. Paura del futuro. Incertezza. Era stata sempre la sua più grande paura. David non era un tipo che parlava tanto. Con lei si parlava molto con gli occhi. Con gli amici col sorriso.
Non era un tipo che parlava troppo ma teneva tutti intorno a se. . Come quella sera non proprio sera come quella mattina non ancora mattina che era chiuso in se. Adorava da sempre sentire i rumori della notte. La strada le auto il silenzio che gli dava ispirazione. Per le sue emozioni scritte. O da scrivere.
La notte non è fatta sempre per dormire. Infondo.
Era stanco ma non si dava pace. prese un bicchiere di acqua tra l'afa della sua stanza le zanzare e il fresco delle 3, 00 del mattino che arrivava dalla cucina.
Poi vide lei. . Che iniziò a fissarlo dolcemente.
Delicatamente.
Lo stava adorando. Come spesso faceva a quell'ora della notte.. lui la guardò, restando in silenzio.
La guardò negli occhi. Sembravano infinito. Sembrava che ci fosse scritta l'intera storia dell'esistenza. E che lei sapesse cose nascoste al mondo che solo lei poteva sapere, come tutti i gatti. La prese la strinse.
E si addormento' e si lasciò stare. Lei lo avrebbe protetto fino alla fine dei suoi giorni e lui viceversa. Sembrava dirgli 'tranquillo fai la nanna ci sono io con te non pensare al futuro. Me ne occupo io. . Di te ''
lui chiuse gli occhi e finalmente si lasciò stare.
E lascio per aria tutti i suoi pensieri negativi. E lasciò tutta la sua incertezza tra le zampe sue e i sogni di Morfeo.
La notte non è sempre fatta per dormire. Ma a quell'ora anche i poeti possono dormire. Anche dormire. La notte del resto è fatta per chi non si lascia stare. Ma anche per dormire.
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- Bello il tuo racconto. Mi piace molto l'idea della notte che è fatta anche per chi non non si lascia stare.
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