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Il Giardino botanico di Pamplemousse
L'alba era passata da un pezzo, il sole riscaldava la baia, dove barche di pescatori facevano ritorno al molo, con il loro fresco pesce da vendere al mercato.
Erika si svegliò , infastidita da quel dolorino alla schiena causato dal ginocchio di Lara, che nel sonno le appoggiava contro, spostò la gamba dell'amica senza troppa delicatezza, non era la prima volta che lo faceva.
Quella notte, passata nello stesso letto fu movimentata, capiva che Lara aveva avuto un sonno agitato, più volte sentì le ginocchia appoggiarsi al suo fianco,
oppure il basso schiena spingere come se volesse farla cadere fuori dal letto, o ancora, la mano che d'improvviso si appoggiava sulla testa, per non parlare della lotta per la coperta... e, ogni volta che si svegliava sentiva, l'amica sussurrare parole sconnesse, di certo stava sognando qualcosa e le sembrava che non fosse un sogno divertente.
Una cosa che Erika detestava in generale di se, era il continuo svegliarsi durante la notte, e a nulla servivano le prolungate letture, le tisane rilassanti, l'attività fisica, nulla serviva a procurarle un sonno più' profondo, lei sentiva sempre qualcosa che la destava dal sonno.
Così quella mattina si svegliò apparentemente più stanca della sera prima e avrebbe imprecato all'amica per il suo agitarsi nel sonno, ma... appena la vide svegliarsi al suo fianco, tutto passò , e persa nei suoi stupendi occhi, che le apparivano ancora più luminosi del solito, disse solo un semplice.
< Buongiorno Lara.. ben svegliata, sei bellissima questa mattina!! >
< Grazie cara... ma, che ora abbiamo fatto?... che dormita!!> rispose Lara.
Si vestirono, Lara con dei pantaloni in leggero cotone perlaceo ed un ampia camicia sbottonata e legata in vita, Erika con classici pantaloni attillati in blu-jeans ed una corta T-shirt celeste, e dopo aver fatto una veloce colazione nel piccolo bar all'angolo della strada, si diressero alla fermata dell'autobus.
Il giardino botanico di Pamplemousse si rivelò una piacevole scoperta, piccolo ma molto ordinato, conserva al suo interno preziose piante di rare spezie che destano molto interesse in Erika.
All'ombra di altissime palme, si concedono una pausa sedendo su una rozza panchina ricavata dal tronco di un vecchio albero, il cielo privo di nuvole rende il sole accecante, e dietro occhiali da sole Erika ammira le gigantesche Ninfee che ricoprono il laghetto e come una promettente fotografa, cattura immagini del fiore che sboccia nel centro.
<Non avevo mai visto delle foglie così gigantesche> disse Erika < nemmeno nei laghi intorno a Mantova, esistono Ninfee così belle... quasi quasi... vien voglia di camminarci sopra..>
Lara, da brava guida turistica, spiegò tutto di quel bellissimo giardino creato secoli fa da Pierre Piovre.
Camminarono sino ad incontrare gigantesche tartarughe centenarie che pigramente si spostavano tra l'ombra di alberi secolari, poi filari di Palme, alberi rari e preziosi, un profumo difficile da descrivere, riempiva l'aria.
Ma il caldo insistente di quel pomeriggio creò in loro la voglia, finalmente, di buttarsi nel mare.
Lara scelse una spiaggia li vicino, dove la barriera corallina lasciava ampi spazi al fondale sabbioso, e dove era possibile entrare con facilità, ma sempre calzando colorate scarpine in gomma trasparente.
Distesero un piccolo telo-mare quasi al limite della battigia, ammucchiarono i vestiti nel centro ed entrarono lentamente nella fresca e trasparente acqua.
<Ma.. cosa sono quelli?... vedo muoversi qualcosa... ma, mordono?>
preoccupata Erika si era fermata con l'acqua che appena le bagnava il costumino intero color fuxia e tenendo rigorosamente le braccia sui fianchi.
Rispose Lara con una risata mentre con le mani si pettinava i capelli bagnati
<ha, ha... non hai considerato che potrebbero essere..."pesci"? ... visto che siamo nel loro habitat... ha, ha, ma tranquilla di squali non ce ne sono, su su.. dai, buttatii..>
e scomparve sott'acqua col suo colorato bikini a fiori che metteva in risalto la bianca carnagione.
Sulla spiaggia, due ragazzi neri, dal fisico statuario e col cappellino in testa, seguivano la scena, aguzzando la vista sui profili delle due ragazze, per capire chi fosse la più bella.
Ma il sole che stava basso davanti a loro permetteva solo di scrutarne le sagome scure,
non capivano che età potessero avere e non si sa per quale motivo, ma si convinsero che erano due sorelle.
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