Lei camminava per strada, con gli occhi bassi ben attenti a non incrociare lo sguardo di un passante. I suoi occhi verdi erano soliti guardare la ghiaia. Gia quando girovagava per la città aveva sempre lo sguardo basso perchè sapeva bene che quello sguardo poteva incantare chiunque e lei voleva solo essere trasparente. Voleva camminare senza essere osservata, ma era inevitabile. Anche quando aveva gli occhi bassi, la gente non poteva fare a meno di fissarla. Gia non era perfetta, Gia aveva dei difetti: il suo labbro superiore era troppo piccolo rispetto a quello inferiore, i suoi occhi anche se così attraenti non erano grandi e non rispettavano i canoni di bellezza. Non erano i suoi lineamenti ad attirare gli sguardi delle persone, era ciò che il suo corpo emanava, era la sua aura. Intorno a lei l'aria era elettrica, luminosa. Gia emanava profumo di bosco anche se non metteva il profumo. Gia attirava gli sguardi dei passanti pur non volendo. Lei non voleva essere al centro dell'attenzione, lei non voleva essere fissata, lei voleva essere trasparente. Voleva sparire, non farsi più vedere, voleva essere una ragazza qualunque. Solo a volte aveva il coraggio di alzare lo sguardo. Nel momento in cui i suoi occhi guardavano una persona, quella, chiunque fosse- un vecchio, un bambino, una donna, un animale- la guardava negli occhi senza riuscire a distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Si creava con quella persona un contatto visivo fortissimo. Attraverso quegli sguardi Gia entrava nell'anima delle persone, riusciva a guardare dentro a chiunque, attraverso quegli sguardi lei entrava nelle anime altrui. E negli occhi degli altri Gia rubava ricordi, passioni, delusioni, tutto quello che lei avrebbe voluto vivere ma che non osava fare.