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Evielle & Preston
Dormivo tranquilla nel mio letto quando un rumore mi svegliò di soprassalto. Proveniva dall'armadio. Mi alzai di scatto e mi guardai intorno, non ci vedevo, accesi la lampada da comodino e mi alzai, sentii di nuovo quello strano rumore, mi voltai di scatto, proveniva dal mio bagno, la porta era aperta, ma ciò che vidi fu solo la mia immagine riflessa nel vecchio specchio ovale, i capelli rossi mi ricadevano sulle palle e sulla fronte, ma non me ne curai, sentii di nuovo i rumori provenire dall'armadio. Ero spaventata, ma avevo visto abbastanza film da sapere che urlare "Chi è la'?"non mi avrebbe aiutato, restai immobile ad ascoltare, tutti i sensi tesi al massimo. Poi lo sentii, sentii uno strano odore, un misto di rose, sole e sabbia bagnata, lo riconobbi immediatamente! Perhè era un odore indementicabile, non quando come amico del cuore si ha un vampiro!
Preston era il mio migliore amico da quasi 10 anni, ci eravamo conosciuti in un cimitero, era notte, io mi ero persa, ero sola, piangevo.
*
[Dieci anni prima]
"Mamma, Papà, dove siete?!"Evielle si era persa, ormai era passato già da tempo l'orario di chiusura del cimitero, il custode non l'avevo vista, giucava in silenzio tra le tombe, una bambina di sei anni nei pressi di una foresta ai confini di un cimitero, non dovrebbe passare inosservata, ma Evie era bassa anche per la sua età e si era accovacciata, era invisibile."Hey tu!"gridò una voce profonda dietro di lei. Quella voce metteva i brividi, sembrava provenire dalla tomba. Evie si girò, ingenuamenta, il volto bagnato di lacrime. La creatura era pallida, il volto tirato, era molto alta, ma forse quella era solo l'impressione di Evie, doveva avere avuto più o meno 17 anni, era bello, aveva i capelli neri, gli occhi castani. In un guizzo bianco la creatura estrasse i lunghi canini bianchi e fece per avventarsi sul suo collo, proprio in quel momento la bambina lo guardò negli occhi. Lui incrociò il suo guardo e rabbrividì, quegli occhi, quei grandi occhi color cioccolato, così profondi, così belli. Shara. No, non poteva fare del male a quella piccola bambina innocente, assomigliava troppo a lei. I capelli color fuoco, ricci, la pella candida sotto la luna... non poteva pensare a lei in qual momento, aveva troppa sete."Vai via!"le gridò, voltandosi e appoggiandosi ad una lapide li vicino. La testa gli girava... Shara, Shara, Shara, Shara, Shara... non sentì la piccola avvicinarsi a passetti brevi. Poi Evie allargò le braccine e lo abbracciò."Mamma dice semple che quando si è tlisti selve un abblaccio"disse, con quella sua vocina da bambina. Il vampiro rabbrividì di nuovo, era così piccola, così innocente, ma lui aveva tanta, tanta sete. NO! Si impose di non attaccare quella spacie di demonio in miniatura, le assomiglava troppo, troppo, troppo! Ci riuscì.
Evie ricorderà quella notte per sempre, un ricordo indelebile.
Anche quando diventeranno amici Preston manterrà una promessa fatta a se stesso quella notte:Lei non saprà mai di Shara.
*
"Preston, sei tu?"chiesi, la voce ridotta ad un roco sussurro. Non potevo vegliare i miei. Preston veniva spesso a trovarmi durante la notte. Un altro rumore, dietro di me, mi voltai in fretta, di nuovo non c'era niente. Poi qualcosa di ghiacciato mi sfiorò e le sue labbra gelate si posarono sul mio collo, le sue braccia mi bloccavano, abbracciandomi da dietro. Soffocai l'urlo istintivo che stavo per fare e mi divincolai in fretta, trovandomi a fissarlo dittro negli occhi castani e profondi. Lui proroppe in una risatina divertita."Dovevi vedere la tua faccia! Amo farti spaventare"disse, ancora una volta, anche dopo tanti anni, la profondità della sua voce mi convolse, era così intensa, cos' sensuale."Ti odio"gli sussurrai, ma non ci credevo nemmeno lontanamente."No, non dire così. Mi si spezza il cuore."la voce, finta melodammatica. Lo abbracciai, stringendolo forte e trasmettendogli il mio calore."Ancora arrabbiata?"chiese, mentre ricambiava con tenerezza all'abbraccio."Si"rise di nuovo. La sua risata era d'argento, cristallina. Tra noi non c'era solo amicizia, era il mio "ragazzo" da un anno e io lo amavo con tutto il cuore, era difficile stare con lui a volte, ma immagino che lui potrebbe dire la stessa cosa. Mi sollevò il viso con un dito e mi baciò."E ora, ancora arrabbiata?"chiese, dolcemente, era serio, non ironico."Sai che non lo reggo"dissi, proruppendo in passione e baciandolo a mia volta, dovetti alzarmi in punta di piedi, era decisamente più alto di me, ma lui mi sollevò per la vita e mi strinse a se."Nemmeno io, ma devo."
"Hai sete?"gli chiesi."Non di sangue"disse, riprendendo a baciarmi con foga e trasporto. Non so come ci ritrovammo seduti sul mio divanetto nero, le nostre lingue si rincorrevano, le mie mani erano intrecciate ai suoi capelli come le sue nei miei, con le gambe gli cingevo i fianchi. Quando ci staccammo mi abbandonai contro il suo petto."Ti amo"sussurrai, avevo ancora il respiro acellerato, parlavo a fatica, ma dovevo dirglielo.
"Vuoi andare a Jax?"mi chiese, dopo un tempo indefinito passato ad abbracciarci. Jax, in NOSTRO mondo, lo avevamo scoperto noi, sulla Terra nessun altro lo cnosceva. Era il nostro segreto, a ripensarci, noi ne avevamo parecchi di segreti, la sua natura di vampiro, la nostra relazione, io non potevo rivelare a nessuno della sua esistenza, lui non poteva dire di stare con un essere umano, pena:morte, tutto ciò che riguardava lui, compreso il motivo per la quale era ricomparsa nel mio letto dopo non essere tornata a casa con i miei genitori a sei anni, quando l'avevo conosciuto "non mi avlete visto", e il nostro mondo, Jax... amavo i nostri segreti!
"A te, va di volare?"gli chiesi."Con te si"sorrisi."Lasciami cambiare"mi alzai e andai all'armadio.
Sapevo su che tipo di vestiti puntare, in sua presenza, ignorai le tute e tutti i miei vestiti comodi e puntai su un tubino nero e un paio di legghins intonato, sopra uno scaldacuore bianco. Sapevo quanto gradiva quel tipo di abbigliamento, lo sceglievo in automatico. Mi chiusi in bagno, mi cambiai, mi pettinai e mi truccai, cosmetici resistenza all'acqua per contrastare eventuali lacrime prodotte per la velocità. Niente trucco sciolto, non me lo potevo permettere! Mi misi un paio di scarpe con un mezzo tacco e uscii. Ebbi la soddisfazione di vederlo sgranare gli occhi, mentre mi avvicinavo a lui. Dentro di me sorrisi, facevo colpo su di lui ogni volta!"Come stò? Il vestito è nuovo"gli chiesi, facendo una piroletta."Sei mervigliosa"sussurrò. Mi trattanni a stento da dire "Lo so", ma dissi: "Anche tu sei bellissimo oggi"ed era vero, indossava uno dei suoi soliti completi antichi ed eleganti. Non saprei descrivere il modo in cui era vestito, ma gli cadeva a pennallo, sembrava un rincipe. Il mio principe delle tenebre.
"Andiamo, principessa"disse, in tono scherzoso. Ops, avevo dimenticato che lui mi sapeva leggere nel pensiero.
Tornammo a casa che mancavano tre ore all'alba."Sogni d'oro, Evie."mi sussurrò."Resta a cantarmi qualcosa, ti prego", annuì. Mi cambiai e mi infilai sotto le coperte, lui si sedette accanto a me e mi accarezzò i capelli. Poi iniziò a cantare. La sua voce era vellutata, profonda, ammaliante.
"Dormi
E non pensarci più
Che non è facile restare in questo posto
Dormi
Che sono pazzo di te
E non è strano che ti voglio ad ogni costo
Dormi
E non pensarci più
Che non è facile restare in questo posto
Dormi
Che sono pazzo di te
E non mi posso più fermare
Un limite non c'è²"
La sua voce mi cullò nel sonno, smise poco prima che crollassi del tutto. Mi diece un leggero bacio sulla fronte e sussurò un "Ti amo", prima di uscire dalla finestra e lanciarsi nella notte.
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