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Sere del Sud : la televisione ed il boom economico (2)
In tre anni, dalle emissioni sul territorio, la televisione si era abbastanza diffusa ma non tutte le famiglie ne sentivano ancora l’esigenza o potevano permettersela. Le case dei propri vicini o i bar erano diventati luoghi prediletti per visioni di gruppo. Nel palazzo giallo, la sera a casa di Luisa, c’era il ritrovo. Ognuno portava la sua sedia e cercava di occupare la postazione migliore in quella sorta di cinema casalingo. L’orario delle famiglie a cena era ormai cambiato. Si doveva far presto per ritrovarsi tutti là in quella grande famiglia a godere della bella novità. Superando la riservatezza che gli apparteneva, arrivava anche il “ragioniere” che viveva solo con la madre. Ore 20, 50 iniziava “Carosello” e là davanti allo schermo grandi e piccini. tutti a sognare! Verso una certa ora in quella casa restavano però solo gli adulti “affezionati” a guardare commedie in bianco e nero o telequiz con Mario Riva o Mike Bongiorno mentre i bambini ritornavano nelle loro case con grande gioia della madre di Luisa che così ritrovava un po’ di calma e di tranquillità.
Il boom economico degli anni sessanta di li a poco portò la modernità anche nel quartiere. Le vecchie flebili lampadine con lunghi fili elettrici che passavano da un palo di legno all’altro, delizia di cani randagi, furono sostituite da moderni lampioni in metallo. Questi davano alla strada una atmosfera da città ma toglievano l’intimità. Gli uccelli non ebbero più uno spazio per dormire vicini sui fili elettrici e tutta l’atmosfera serale, così intima e confidenziale cambiò totalmente.
Si escogitò perciò tra le ragazze, Mara e le sue amiche, ormai adolescenti, un nuovo sistema per appartarsi e raccontarsi degli amori segreti. Non più muretti nascosti e angoli bui dei palazzi ma terrazze condominiali che sembravano quasi a contatto con le stelle. Quelle terrazze di giorno animate da lenzuola bianche di bucato, danzanti leggere come ballerine, la sera, diventate completamente vuote, erano un ritrovo ideale e sicuro per parlare e raccontarsi. Si riusciva a tirar meglio fuori tutto di sé, complice il buio. Quante confessioni! E così, guardando quel meraviglioso spettacolo stellato si passava dagli amori ad immaginare la vita sulla luna e su altri pianeti. Ci si domandava di Dio, dei misteri dell’esistenza e, senza saperlo, si faceva filosofia. In quel periodo i discorsi sull’universo erano d’attualità. Jurij Gagarin aveva volato nello spazio e stare con la testa in su al buio a guardar le stelle era come sentirsi un po’ partecipi di quella grande avventura dell’umanità.
Ma la vita allora era allietata anche da semplici divertimenti, come la festa patronale.
Ai primi giorni di luglio, per tre giorni, la piazza principale del paese, gremita di gente e illuminata a giorno, sembrava un’enorme sala da ballo. La folla, incredibilmente gioiosa, occupava ogni spazio, tanto da perdere l’orientamento. Si stentava infatti quasi a riconoscere le strade.
Al Caffé dell’Angolo, la “buona borghesia” seduta ai tavolini lucenti di alluminio, gustava granite o sorbetti. Il chioschetto “La gioia dei bimbi” vendeva semi di girasole o piccole caramelle di liquirizia a forma di bambola. Costavano poche lire e con trenta lire la serata era ghiotta.
Il Circolo dei professionisti ”Circolo Unione” frequentato dai più noti professionisti del paese era sotto il Grande Palazzo con l’orologio nella piazza principale. In quelle sere di festa era quasi vuoto, tutti si trovavano seduti all’aperto sulle poltroncine in vimini a godere di quello spettacolo e ad ascoltare il suono della banda che eseguiva musiche classiche. A volte alle classiche si alternavano canzoni moderne cantate da giovani promesse regionali.
La festa durava tre giorni. Era un periodo stupendo per Mara perchè aveva il permesso di passeggiare con le sue amiche anche fino a mezzanotte essendo le strade principali affollate ed illuminate. In realtà per sfuggire al chiasso e alle luci ci si rifugiava in una zona meno centrale e poco illuminata denominata “il boschetto” . Questo luogo ricoperto di pini profumati che emanavano un’aria meravigliosa la sera era frequentato da tutti i giovani studenti del paese. In fondo al boschetto sorgeva un Castello medievale con due torrioni che al buio sembravano più alti ed immensi del reale ma che davano al tempo stesso una sensazione di protezione a chi era seduto alle spalle, sui muretti. Da quel luogo di sera si vedevano le luci della città che era un po’ più in basso del boschetto e i più arditi potevano scambiarsi qualche ingenua tenerezza.
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MD L. il 15/03/2007 16:58
È un buon esercizio per la mente ed il cuore quello di recuperare ricordi.
MD L. il 15/03/2007 16:58
È un buon esercizio per la mente ed il cuore quello di recuperare ricordi.
- Che nostalgia dei bei tempi, ancora poco e la TV sara sostituita completamente da internet, burrocrazia e interessi personali permettendo.
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