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Il lavoro a Port Luis
Erika si svegliò , non trovando Lara al suo fianco, pensò che fosse uscita per farsi una camminata, ma questa volta non trovò il biglietto di avviso appoggiato sul tavolino.
Infilò la maglietta ed uscì sul piccolo terrazzino a respirare a pieni polmoni, il sole nato da poco era già abbastanza caldo e illuminava alle sue spalle gettando l'ombra della casa fino al marciapiede di fronte, poi rientrò per andare nel bagno.
Guardandosi allo specchio, rifletté su quello che era successo quella notte, ed i suoi pensieri andarono a quelle ore , agli abbracci intensi e alle parole dette, ripensava alle mani di Lara che la cercavano senza mai stancarsi , e per un attimo le pareva fosse stato un sogno, un bellissimo sogno... invece era tutto vero, ed ancora sentiva in se il sapore di quei momenti accorgendosi di provarne vergogna.
"ma cosa ho fatto..." pensò dentro se, "Erika, ma... cosa combini? " si domandò , cercando una risposta, poi immergendo il volto nell'acqua cercò di non pensarci più.
Lara, vestita con una tuta grigia e col cappuccio in testa, correva sulla strada che costeggia il mare, aveva voglia di liberare la mente e si era convinta che la corsa le dava questa possibilità
.. correva senza forzare ma i pensieri tornavano sempre a quella notte.
Era uscita presto, nonostante avesse dormito poco, coprendo delicatamente la schiena nuda di Erika, in un gesto tenero, come fosse una ricompensa, non voleva che prendesse freddo.
Corse per almeno mezz'ora ripetendo sempre lo stesso giro e quando ritornò a casa trovò Erika sorridente e questo la rese felice, si tolse la leggera felpa, e ancora con il viso rosso, non solo per la corsa, le disse :
< Ben svegliata cara, .. ehm... ti chiedo scusa per come mi sono comportata stanotte... sono stata troppo... io non sono sempre così .. cioè , voglio dirti che, forse pensavi che ero diversa... invece ti sei accorta che stronza che sono!!.. ho esagerato, ma devi credermi.. ti voglio bene , solo che quando sono in quella situazione.. quando mi lascio andare completamente.. mi accorgo.. che sono troppo.. si troppo.. sfacciata e rude.., mi perdoni?>
Erika cerca di capire il discorso.. e risponde:
<sii, ma certo... ma guarda che sei stata davvero piacevole e, comunque tu sei così , quindi mi fa piacere che sei stata spontanea.. e comunque.., in effetti, ho ancora il labbro che duole e la lingua che pare sia affogata nella curcuma, per non parlare di questi graffi sulla gamba.. li vedi?.., eh?... quindi, direi che per farti perdonare, stamattina la colazione la paghi.. tu.. e guarda, che oggi mi prendo anche la torta di cioccolato..>
< Si si.. tutto quello che vuoi> concluse sorridendo, Lara.
Quel giorno Lara aveva appuntamento con Martin, il signor Martin, responsabile del personale del lussuoso Labourdonnais Waterfront Hotel, un albergo nel centro città , meta di ricchi turisti provenienti da tutto il mondo.
Il signor Martin accolse Lara nel suo studio al piano terra, proprio dietro la reception, lesse il suo curriculum, la scrutò da capo a piedi, senza dire nulla, ma solo emanando dei suoni dalla bocca, somiglianti a leggeri muggiti, poi esprimendosi in inglese disse:
<mm hm... dunque, lei sarebbe venuta per quel posto? Ne è sicura? Noi cerchiamo lavoratrici per i piani, addette alle pulizie delle camere, delle sale da pranzo, lavanderia.. insomma lavori duri.. e lei, leggendo il suo curriculum potrebbe ambire a molto di più..>
< senta..> rispose Lara < a me serve un lavoro, se vuole assumermi lei, mi farebbe piacere, altrimenti andrò a cercarlo al mercato centrale, dove un posto da manovale lo posso trovare sempre..>
Non servì aggiungere altro, il signor Martin le fece subito firmare il contratto trimestrale come addetta alle pulizie delle camere, pensando che un tocco di delicata femminilità sarebbe ben voluto dalla sua clientela, poi prima di salutarla le rivolse un ultimo avviso :
< Signorina Lara, se per qualsiasi motivo... qualcuno la dovesse importunare, e lei sa bene a cosa alludo, non esiti ad avvisarmi e soprattutto eviti di rispondere>
< Non si preoccupi, la terrò informata, buonasera. > e uscì pensando che, se mai qualcuno la dovesse infastidire con insistenza.. be, avrebbe risolto con un preciso calcio nelle parti basse.
Era praticamente sistemata, aveva un lavoro, aveva una casa dove vivere , insomma aveva tutto quello che serviva per prolungare la permanenza in quella stupenda isola, e lei era decisa a rimanerci più a lungo possibile, amava quella natura incontaminata, amava quella gente serena e rispettosa e si sentiva pronta ad affrontare una nuova avventura.
Insomma si sentiva libera come mai le era capitato nel suo vecchio paese , che per adesso non rimpiangeva.
Quindi, col sorriso stampato sul volto, uscì dall'albergo dove c'era Erika ad aspettarla seduta su una panchina in ferro all'ombra di un di un grande flamboyant , intenta a leccare un cono di gelato alle creme.
< fatto!.. mi ha presa per quel lavoro... sai, inizio già domattina, alle otto devo essere all'albergo... un po' mi spiace che ti lascio sola, ho provato a chiedergli se potevo iniziare lunedì.., ma... per me è troppo importante questo lavoro>
rispose Erika
<non preoccuparti, non devi cambiare i tuoi progetti per me.. io sono solo di passaggio qui... tu invece ci dovrai rimanere...>
e Lara disse di nuovo < termino il mio turno alle quattro del pomeriggio... e poi, vero che vieni ad aspettarmi fuori?... poi saremo di nuovo insieme e.. per il resto del giorno sarò la tua ombra... e, la notte sarò la tua luce,.. non scorderai più questi ultimi giorni con me>
Erika non sapeva più cosa rispondere, presa in contropiede, di fronte a così trasparente dichiarazione, allungò la mano verso il volto dell'amica, porgendo il restante cono gelato che Lara, senza indugiare, succhiò avidamente.
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1 recensioni:
- Bello, passionale, dolce, sensibile... deve essere bello sentire di avere tutto quello che si desidera, un lavoro, una casa, una persona d'amare... mi piace
- Storia di un profondo amore. Raccontato delicatamente. Molto bello, mi è piaciuto.
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