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Andrea lo scemo
Andrea ha sedici anni -quasidiciassette- no perché è bene sottolineare questo dettaglio che tanto dettaglio non è, anzi, fa proprio la differenza. Vuoi mettere uno del '97 con quegli sfigati del '98? Per carità... che orrore! Frequenta l'istituto superiore Giacomo Leopardi - indirizzo artistico.
Andrea è alto, almeno un metro e ottanta - e massiccio, forse supera gli ottanta chili, ha dei capelli biondi come il grano, e due occhioni chiari tendenti al celeste. Pare la gigantografia de 'Il Piccolo Principe'. Andrea tutto questo non lo sa perché è nato con una forma di autismo piuttosto accentuato. Che se la sorte non gli fosse stata così avversa, sarebbe diventato sicuramente il più figo dell'istituto, quello che 'limonava' più di tutti, sarebbe stato perfino invidiato dai suoi compagni e a volte pure odiato, tant'è bello. Ma Andrea questo non lo sa. Tra i suoi compagni (?) si sono formate delle strane coalizioni, dico strane, perché per essere nel terzo millennio, sono davvero strane e incomprensibili. C'è il gruppo che lo ignora, perché ignorare è meglio che affrontare. Mette meno paura.
C'è chi lo chiama 'quello scemo', c'è chi lo sopporta e basta. Lo chiamano 'quello scemo' perché, come gran parte delle persone autistiche, apre e chiude in continuazione le porte delle classi, dei bagni, delle bidellerie. Oltre a questo Andrea non parla, gesticola appena, o meglio 'mugula qualcosa'.
Eppure, a un occhio più sensibile, Andrea non è così incomprensibile. Manifesta gioia e fastidio, eccome se li manifesta! Quando qualcosa e soprattutto quando qualcuno non gli è gradito, incrocia le mani sopra la testa in una posizione che sa di 'chiusura'. Significa 'non mi piaci, non mi sei simpatico'. Le persone autistiche hanno questa grande libertà di fregarsene delle etichette, degli atteggiamenti filosofici del 'facciamo finta che...'. Per Andrea esiste il sì o il no: non ci sono 'nì'. Conseguentemente risultano essere, a modo loro, le persone più schiette e sincere che possano esistere. Passa l'anno scolastico così Andrea, girando tra le classi : apri-chiudi, chiudi-apri e a volte pretende caparbiamente di aprire la porta di un bagno occupato perché prima di richiuderla, Andrea deve controllare dentro. Quando le educatrici provano a spiegargli che 'non si può perché è occupato' Andrea aggrotta le ciglia e lancia un grido di disapprovazione.
Ad ogni inizio dell'anno scolastico, le nuove reclute lo guardano smarrite, con l'I-PHONE in mano, poi si guardano tra loro e dicono 'ma chi è quello scemo?'.
Al suono della campanella Andrea corre, anzi si catapulta nel piazzale dell'istituto, con un sorriso da cento carati, perché sa che là c'è la sua mamma che lo aspetta. Getta in terra lo zaino, controllo apertura-chiusura di tutti gli sportelli dell'auto, poi posizionamento sul sedile anteriore e via a casa. Andrea è felice.
Ma ancor più felice lo rende la vista di Matilde. Matilde è una '97, molto graziosa, ma non più graziosa di molte altre sue coetanee. Frequenta lo stesso istituto ma con indirizzo socio-sanitario. Lei ha qualcosa di speciale e di prezioso : si relaziona, da sempre, con i 'diversamente abili' (? Li vogliamo chiamare così?) per una dote naturale che sta affinando con gli studi. Non fa niente di particolare, ma ha quel fluido speciale che passa dal cuore agli occhi e che probabilmente arriva diretto a certe persone, forse, anzi sicuramente molto prima a loro che ai 'normali'. Ed è stato così che Andrea un giorno, dopo essersi catapultato nel piazzale, aver sbattuto lo zaino per terra, aver fatto per iniziare il giro di apertura-chiusura sportelli, l'ha vista là, con il suo zaino celeste della Sweet Years, i capelli raccolti ordinatamente in una coda di cavallo, i jeans e una t-shirt : la faccia pulita da vera '97. È stato così che Andrea lo scemo ha ritenuto opportuno che sì, per un giorno l'ispezione poteva anche saltare, era più importante correre a perdifiato, raggiungerla, mugugnare gargarismi di felicità, abbracciarla forte forte, stretta stretta, soffocandola con i suoi oltre ottanta chili. Matilde esisteva anche fuori dell'istituto, non era solo quella presenza che vedeva all'intervallo intenta a ridere coi suoi compagni. Ora era sola ed era sua in quello splendido abbraccio.
È stato così che sua madre, dopo lo spavento iniziale per il dietro-front di Andrea, ha guardato la scena e non ha potuto frenare due lacrime calde. Matilde gli ha sorriso, ha risposto all'abbraccio, benché si sentisse quasi soffocare, gli ha dato delle piccole pacche sulla schiena "Andry, Andry...".
E forse ogni sera, mentre i '97 si cambiano messaggi insignificanti su Whatsapp, mentre ascoltano la musica dei Modà, mentre pensano a quanto sono sfigati a non avere l'I-PHONE5 ma solo il 4, ecco, forse ogni sera Andrea lo scemo trema e mugugna gargarismi di felicità pensando che domani, a scuola, potrà stringere ancora Matilde. Lui non sa che cos'è ma quello stringerla lo riempie di gioia. Lui non lo sa che è amore.
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4 recensioni:
- Scusa Ely se mi sono permessa di esortarti nella lettura e poi io con un tablettino da due soldi ho scritto diversi strafalcioni. La mia modesta rilevazione era solo per aiutarci in quanto siamo tutti dilettanti. Un abbraccione
Anonimo il 24/10/2014 13:11
È uscito anonimo mi dispiace Silvia Leuzzi autrice del commento anonimo
Anonimo il 24/10/2014 13:11
È uscito anonimo mi dispiace Silvia Leuzzi autrice del commento anonimo
Anonimo il 24/10/2014 13:11
È uscito anonimo mi dispiace Silvia Leuzzi autrice del commento anonimo
Anonimo il 24/10/2014 13:09
Ciao Ely ho letto questo tuo scritto, io ho un figlio affetto da grave ritardo mentale con disturbi serissimi del comportamento e iperattività di 23 anni. Mio figlio non e' mai stato dileggiato ma certo tra normodotati e disabili psichici scorre il mare dell'indifferenza. Piu' brutto e' il futuro in cui le famiglie sono abbandonate e spesso questi figli ( il mio e' cosi') arrivano ad odiare i genitori mettendo a serio rischio la loro incolumità. Il tuo racconto si sente che e' scritto da un osservatore commosso e pietoso ma perdonami hai dimenticato di menzionare i tagli gravi al sociale, ma non te ne voglio sono tagli che bruciano a me e ti capisco. Un consiglio: rileggilo ha diversi refusi che inficiano la genuita' del racconto. Come madre e protagonista di questo dramma ti ringrazio di aver buttato uno sguardo nella nostra putrescente melma quotidiana Silvia
- @GIANNI CASTAGNERI: grazie, sono lieta che ti sia piaciuto e che ti abbia suscitato emozioni.
- che sensibilita'! molto bello! ho le lacrime agli occhi. complimenti!
- Molto bello anche questo racconto, grazie. Gli adolescenti si sentono sfigati quando hanno l'IPHONE 4 invece del 5 perchè i genitori si sentono sfigati di avere un SUV 4 invece del SUV 5.
- Un breve racconto scritto da un'anima attenta e consapevole del mondo che la circonda. Una breve gradevolissima narrazione partecipata e sentita in prima persona dall'autore; una lezione di vita per il mondo distratto ed insensibile. Un racconto molto valido: per l'esattezza del linguaggio, per l'uso di una sintesi per niente riduttiva, per l'interesse che suscita dal primo rigo.
Anonimo il 11/09/2013 14:09
scritto bene, sdrammatizzante e divertente, veritiero, fluido... davvero complimenti
- @CHIRA: il tuo nipotino sorride perchè è circondato d'amore e sicuramente altrettanto ne dona in modo assolutamente disinteressato e gratuito.
Chira il 10/09/2013 20:08
Cara e bravissima Ely, io ho un nipotino "speciale" che ha, nonostante le sofferenze fisiche, sempre un sorriso negli occhi perché circondato d'amore. Grazie!
- @Antonio, sì la felicità è diritto di tutti e ognuno di noi la cerca e la manifesta nei modi e tempi più consoni. Peccato che qualcuno la identifichi con l'ultimo modello dell'I-Phone o con l'abbigliamento griffato. Peccato perchè non proverà mai quel brivido di gioia che scuote Andrea...
Grazie per l'apprezzamento sullo stile letterario
- Lo immaginavo... Solo chi lo vive, lo può descrivere nei minimi dettagli con parole semplici perché vengono dettate dal cuore. Un abbraccio ed un sorriso a te e a tutti gli Andrea.
- Grazie a te Caterina. Andrea non è un personaggio di fantasia. Mamma pure io di una '97, osservo molto da vicino questo mondo spietato degli adolescenti (se posso permettermi...' i figli sono quello che a loro insegniamo'). Gli Andrea sono un tesoro nascosto e un valore aggiunto a questa società. Dovremmo ogni tanto fermarci e imparare da loro. Un abbraccio.
- Andrea è una persona speciale.. Un tesoro da conservare e dal quale attingere sentimenti persi in ragazzi della stessa età..
Ho letto con interesse questo tuo racconto... come mamma di un 97 diversamente abile... Anche lui al liceo artistico.. Non è autistico no, ma anche lui ha scoperto a sue spese... la cattiveria dei bambini, ragazzi della sua età. . So quanto amore hanno dentro questi ragazzi in quanto più sensibili verso il mondo intero che li circonda. Grazie per il tuo racconto
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