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Pranzo coi parenti

La tavola è la stessa da oltre vent'anni, le persone pure, salvo la prole che in un ventennio si è trasformata da - appunto - prole a genitore. Capelli brizzolati, corpi appesantiti, anziani diventati vecchi. Bambini che "starnazzano". Coppie scoppiate che se prima provavano a malapena a celare l'insofferenza ora sfoggiano senza veli il glorioso traguardo dell'indifferenza.
Eppure continuano a riunirsi, ad affogare i loro malesseri in ricche abbuffate. Il cibo, subdola valvola di sfogo per vari malesseri si rivela poi anche il serpente che ti trascina nell'oblio profondo della solitudine. Una sorta di masturbazione alimentare.
Durante il pranzo coi parenti il campionato di calcio è l'argomento chiave, passando attraverso un'analisi metodica che spazia dalle grandi squadre a quelle locali. Un aggiornamento ed un approfondimento da far arrossire i migliori cronisti della Gazzetta dello Sport. Eccitante.
Rinchiusa in una bolla di sapone tento disperatamente di limitare i danni calorici di questi pranzi per evitare di trovarmi nella sciatteria mentale di qualche conviviale. Provo a capire, senza riuscirci, come si possa non dannarsi pensando che domani è lunedì, che nessuno dei presenti vive più di emozioni. Che tanto... per loro la vita è così e basta. Nasci, cresci, lavori, procrei, crepi : stop. Un percorso già definito come quelle gabbie nei parchi giochi che ti indirizzano verso l'attrazione che hai scelto a percorso obbligato. Ma a Gardaland perlomeno lo scegli il gioco, ma loro - i parenti - che gioco hanno scelto? Non certo quello della vita. Forse quello della morte. Una morte che arriva ben prima di quella fisica. Ecco, sì, sono ad un pranzo con i morti. E devo far finta di essere morta anch'io, per la pace e la serenità di tutti. Ci provo, con loro non è difficile farlo. Ti danno elementi sufficienti per sembrare morta.
Mi assale una tristezza ed una malinconia che mi saziano assai più della meringata finale.
Penso alla bellezza di quando è capitato di mangiare voracemente un panino o un pezzo di pizza fredda lungo le rive del fiume, col rumore dell'acqua, col sole che si insinuava tra i rami degli alberi in fiore, coi baci rubati a sguardi indiscreti. Penso a quei sorsi di vita, alle promesse, ai progetti, ai sogni. Penso a quando stesi sul prato abbiamo guardato il cielo provando ad indovinare dove andasse quel puntino lassù che era un aereo. Penso a te che mi ricordi la mia ignoranza geografica, che se siamo qua e un aereo arriva da sud come posso pensare che provenga da là? Già.. come posso pensarlo? Ma che mi importa a me? Quando sono con te un aereo può arrivare da dove vuole...
Il pranzo coi parenti è terminato. Solito copione da oltre vent'anni... gli uomini si alzano e vanno a vedere la partita. Le donne si alzano e rassettano. Domani è lunedì, fra poco arriva l'inverno e sarà Natale. Questo è quello che la vita ha insegnato loro, spacciandola come felicità.
Anche per me il pranzo è finito. Solito copione, non certo da vent'anni, da molto molto meno. Border line per capire che domani è un altro lunedì e non il lunedì. Curiosa e speranzosa che anche in un lunedì qualsiasi si puo' gioire o morire. Chissà. Rassetto me stessa.
Tra poco sarò da te amore.

 

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8 commenti     6 recensioni    

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6 recensioni:

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  • frivolous b. il 27/02/2014 08:54
    i tuoi racconti sono bellissimi, hai un modo di scrivere di cose importanti, e che sento molto, in modo davvero semplice e "potabile"... sei una grande!!!
  • Don Pompeo Mongiello il 04/10/2013 08:32
    Lo trovo bello, anzi molto bello. Complimenti sinceri!
  • Anonimo il 29/09/2013 10:55
    In effetti è come dici tu. Spesso si è morti, ancor prima d'essere morti, vittime consenzienti e apatici dell'abitudine, del così è, e della incapacità di cogliere, attorno a noi, particolari, anche minimi, di quella realtà che ci permetterebbe di fare il salto verso la ricerca di senso del nostro essere.
    In fondo non viviamo, ma ci lasciamo vivere, tirando a campare.
    Complimenti e molto bello.
  • Anonimo il 16/09/2013 19:04
    Bel racconto, bella morale ed un finale degno... quante volte abbiamo provato queste stesse impressioni che tanto bene hai descritto, magari a nozze, oppure per un battesimo o cose del genere... anche gli anniversari di matrimonio. Ben scritto e con la capacità di portare il lettore a tavola, insieme a voi... tra i morti. Un saluto.
  • stella luce il 16/09/2013 13:43
    molto bello questo tuo racconto... accade spesso anche a me di vivere i miei pranzi in questo modo, ma poi penso che nula sarebbe tale se la vita finora vissuta non fosse piena di nascere, crescere, procreare, produrre e morire, ma di tanto altro che renderebbe tutto questo un vero vivere... dove quel pranzo sarebbe un intreccio di emozioni... molto bello
  • Antonio Garganese il 15/09/2013 23:24
    Racconto amaro, si può addolcire pensando che con l'amore si possa costruire un futuro diverso. Agile e chiaro lo stile di scrittura, complimenti.

8 commenti:

  • Giulia Aurora il 19/10/2013 01:27
    bella la risposta significativa , quando ero felice ed il natale una spina nel fianco attrice profonda
  • Ely xx il 17/09/2013 12:41
    @SALVO: la risposta al tuo quesito è nell'ultima frase del racconto. Frase asciutta, semplice ma esaustiva. Era quello che mi faceva sopportare quella specie di film horror nel quale non ero regista nè protagonista ma solo annoiata spettatrice. Un saluto
  • Anonimo il 17/09/2013 12:17
    Ely, è ora di pranzo, buon appetito!
    Con un panino sulle rive del fiume o un picnic romantico, mai più con i voraci parenti. Ma almeno un'anima più raffinata non la potevi includere in quel gruppo? Una/o che abbia il tuo stesso sentire. Potrebbe essere la salvezza di queste tristi riunioni alle quali non si può sfuggire. Auguri.
  • Ely xx il 16/09/2013 20:17
    Innanzitutto ringrazio tutti coloro che hanno lasciato un commento a questo mio scritto. È un pezzo 'ripescato' da una chiavetta USB, un pezzo di quand'ero... felice. Noto che il pranzo coi parenti è una spina nel fianco per tutti, una sorta di pagamento delle tasse alle quali non ci possiamo sottrarre. Per me, in quel periodo, l'amarezza di quell'evento veniva mitigata da una specie di.. evasione fiscale, o paradiso fiscale. Ora probabilmente mi sederò anch'io al tavolo dei 'morti' con lo stesso loro animo.
  • Giulia Aurora il 16/09/2013 16:56
    Bella descrizione del pranzo di Natale con mille cose buone da mangiare e altri mille conflitti bella la chiusa fa sperare
  • Kossakowski il 16/09/2013 14:19
    Brava, veramente un bel racconto. Anche io come il bambino del Sesto sento vedo la gente morta, non temere, non sei la sola, siamo circondati da replicanti.
  • Chira il 16/09/2013 12:57
    Il pranzo coi parenti può diventare un sacrificio quando ci si sente come un pesce fuor d'acqua, o dolore se manca proprio chi avresti voluto sempre con te e ti manca. Ma è solo la durata di un pranzo e poi... ognuno ai suoi amori salvifichi. sempre bellissimo leggerti!
  • Caterina Russotti il 15/09/2013 22:52
    Ahahhh forte questo racconto... Il pranzo dai parenti a quanti fa paura... Se fatti non troppo spesso sono piacevoli... Piaciuto il tuo racconto e la tua voglia di scappar via da quella monotona quotidianità per correre dal tuo amore. complimenti

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