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Ultimo Pensiero

Un pensiero malsano lo accompagnava da giorni, e proprio in quell'istante seduto davanti alla sua scrivania lo strattonò, con tutta la sua forza impedendogli di concentrarsi sul suo lavoro. Si insinuava in continuazione nella sua testa, interferiva, voleva essere visionato. Così l'uomo si fermò, distolse lo sguardo da quel monitor che pareva volerli rubare l'anima e cominciò a fissare dritto nelle palle degli occhi questo suo pensiero. Fece un rapido movimento con la testa e si guardò intorno, niente, nessuno lo guardava, erano tutti presi a regalare pezzi delle loro vite e delle loro anime a quei monitor che rapivano i loro sguardi. Contento di esser solo, dunque, si prese cura di quel suo pensiero che stava cercando di evitare da giorni. E lo evitava per un semplice motivo; avendo pensato così tanto durante l'arco della sua vita, era convinto che quello fosse il suo ultimo pensiero rimastogli, il pensiero dei pensieri. Con aria sofferente si decise di ispezionarlo, scrutarlo, analizzandolo e rianalizzando più volte, voleva farlo sparire dalla sua testa. Il pensiero era semplice,: "Da dove provengono i pensieri?"sembrava sussurrarli silenziosamente nella sua testa. Non riusciva a risolvere questo enigma, guardava il monitor, e il monitor guardava lui, si guardavano a vicenda e nessuno dei due sapeva rispondere. Preso dallo sconcerto, cominciò a riflettere per darsi una spiegazione, e subito ebbe come una sensazione di nausea che gli saliva dal profondo delle sue budella. Cominciò a dubitare e si chiese: "E se tutti i pensieri che ho avuto fino a ora non fossero i miei?"Da dove arrivavano, chi li mandava nella sua testa? E se ci fosse una dimensione metafisica dalla quale le menti umane potessero attingere ai pensieri? E se sì, come avrebbero dovuto raggiungerla?. Quel pensiero, scatenò in lui una serie di domande a catena, sembrava che avesse appena fatto innescare un effetto domino. Era circondato da infinite domande, e nessuna risposta. Aveva come intuito che era collegato a una sorgente, che lo teneva vivo, che inviava a lui i pensieri. Sbalordito da questa scoperta, l'uomo guardò fisso il monitor, consapevole che sarebbe stata l'ultima volta. Si alzò in piedi, volse un ultimo sguardo agli altri uomini rapiti da quelle macchine infernali, e si apprestò a uscire dalla stanza. Camminava lungo il marciapiede, connesso a una fonte metafisica, invisibile, ma se si potesse dare una sorta di immagine fisica a quella scena io la descriverei così; camminava con un idrante dei pompieri conficcato dietro la nuca, che riversava in lui, tutti i pensieri, tutti i sogni, tutta la sua essenza di essere umano. In ufficio nessuno seppe più che fine avesse fatto quell'uomo, e a nessuno importava più di tanto, loro continuavano a fissare i loro monitor.

 

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1 commenti:

  • Caterina Russotti il 16/09/2013 06:54
    Quando si diventa fantasmi del mondo che ci circonda. I pensieri arrivano... Comprensibile porsi la domanda... e se i pensieri non fossero i miei? Bel racconto

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