Si fissava nello specchio, con le mani in testa, stropicciava i capelli a destra e a manca, quei pochi che erano rimasti perlomeno. Aveva deciso che il giorno seguente avrebbe perfino cambiato l'illuminazione in bagno, per alleggerire le sue pene. Niente da fare, nemmeno con l'illuminazione più dolce riusciva a guardarsi nello specchio. Lo tormentavano, quei suoi capelli, erano sei capelli contati. Cercava di stenderli con cura su tutta la superficie della testa, per coprire quell'orrenda pelata che lo tormentava, niente da fare, non si stendevano nemmeno, sei capelli e pure stronzi, ognuno per la sua strada. Decise allora che si sarebbe comprato un berretto, così finalmente sarebbe stato capace di uscire di casa nuovamente, ritornare alla realtà, lì nel mondo di fuori dal quale era scappato per la vergogna. Aprì la porta di casa, raccimolò tutto il coraggio che aveva in corpo e si spinse fuori, si trascinava per la strada, con sguardo sfuggente incrociava le persone. Non aveva il coraggio di vedere le reazioni delle persone. Era tormentato dal suo pensiero, si ripeteva: "E certo, non dicono nulla perché non sanno cosa nascondo sotto questo cappello" e con sguardo pieno di invidia scrutava le lunghe chiome dei passanti. La sua vita oramai erano i capelli, i suoi capelli, i capelli degli altri. Pensava: "E certo che gli altri sono tutti contenti, con tutti quei capelli sarei felice pure io, e invece devo sopportare questa disgrazia"Accendeva la televisione e vedeva capelli, usciva per strada e vedeva capelli, non riusciva più a vivere, tutto il mondo girava intorno ai capelli, guardando le posizioni di rilievo che occupavano i suoi amici nella società, si diceva tutto preso dalla rabbia: "capelli! Capelli! Capelli!!! Loro hanno i capelli."Sdraiato sul letto, completamente affranto, non riusciva più a sopportare tutto quel dolore, si lasciò andare in un lungo pianto, si abbandonò completamente al suo destino di povero pelato. Decise così di levarsi quel berretto, levarselo per sempre e accettare la sua condizione a suo parere disastrata, e così fece. Il mattino seguente si guardò nello specchio, senza berretto, completamente disinvolto, aveva accettato la sua condizione, ora semmai era da scoprire con inquietudine le reazione delle persone lì fuori, sulla strada. Con un groppo alla gola uscì, sentiva il fresco del vento sulla sua testa che smuoveva quei sei capelli stronzi, niente, il mondo non aveva visto che lui era lì senza berretto, non si fermava nessuno, non rideva nessuno. Era li completamente solo in mezzo a un via vai di persone, nemmeno uno sguardo, neanche uno. Tutto frastornato tornò a casa, incredulo,"ma come? Nessuno fa caso alla mia tragedia?"Tutto quel nascondere il suo difetto che gli stava rovinando la vita era stato completamente vano? Si guardò nello specchio, con gli occhi lucidi, quasi commosso, pieno di gioia, non vedeva più i capelli, accendeva la tv e vedeva persone non vedeva capelli, era guarito. Il giorno seguente, tutto felice, si prostrò di nuovo davanti allo specchio, si guardava compiaciuto, poi abbassando lo sguardo notò la sua pancia, la guardò bene, si domandò: "ma io veramente vado in giro con questa pancia tanto grassa?"Che schifò pensò, era talmente preso dai capelli che non aveva neanche notato quella pancia schifosa. Niente da fare, ora accendeva la tv e vedeva pance grasse ovunque. Si affacciava dalla finestra e vedeva solo grassoni rotolarsi per le strade...