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La strana storia di Piero Sfigatto

L'uomo si esprimeva tra il voler dire e il non dire. Non capii che cosa voleva dire. Oppur davvero, sì ottuso, non aveva niente da dire? Meditai tutta la notte su questo fatto. L'indomani, di nuovo l'incontrai. Davanti lo specchio, e come mi somigliava! Apriva la bocca quando la aprivo io, la chiudeva nello stesso preciso momento. Mi stava imitando, mi prendeva in giro. Così gli domandai a bruciapelo: "Che cosa mi vuoi dire tra il dire e non dire, magari hai anche da ridire è? E cos'è questo tuo ridere adesso? Incredibile come lui ripetee i miei movimenti, e la somiglianza! Nell'istante esatto in cui io agii, e dissi le cose che pensavo, allo specchio: "Che cosa mi vuoi dire tra il dire e non dire, magari hai anche da ridire è? E cos' è questo tuo ridrere adesso?", ripetè simultaneamente a me!

Mi mandò su tutte le furie, detti un pugno contro lo specchio, ma in questo, misteriosamente, lui fu più veloce di me. E finii a terra, un dolore lacinante al naso, e la mano sanguinante, come la sua, causa frantumi di vetro... a specchio. Probabilmente mi aveva rotto l'osso! Lo guardai, e pure lui in terra che si mise a ridere, a anche io mi misi a ridere. Nello stesso istante! Come due gocce d'acqua. Avevo un fratello gemello!! Unica cosa strana la sua posizione: io facevo movimenti come da sinistra a destra e lui pari pari, sempre con una sincornia esatta, da destra a sinistra come se dalla sua parte li facesse da sinistra a destra! Solo anni dopo mi spiegarono cos' era uno specchio. Esattamente sette anni dopo della mia vita, piena di avvenimenti concatenatesi, di pura sfiga!

E meno male che prima di aver la spiegazione, davanti lo specchio a parlar come un idiota davanti me stesso, non ci ero più passato. Non volevo incontrare quel brutto ceffo che in realtà ero io. Che se di nuovo lo avessi aggredito, lo specchio di nuovo si sarebbe rotto, e ridai sette anni di sfiga. Ma io son uno sfigato di natura, non ho mica bisogno di questi stratagemmi. Non per niente mi chiamo Piero Sfigatto, di origine sarde, di padre sogliola e di mamma tonno. E ogni tanto, in notti di luna piena, ululo.

 

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2 recensioni:

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  • Don Pompeo Mongiello il 21/09/2013 17:46
    Un sincero plauso per questo tuo veramente straordinario!
  • Rocco Michele LETTINI il 21/09/2013 14:04
    Metafora, ironia e realtà che fan del racconto un diligente costrutto...

3 commenti:

  • silvia leuzzi il 21/09/2013 20:41
    Raffaele carino e originale... forse in alcuni punti scorre poco.. bello il significato e l'introspezione.
  • Anonimo il 21/09/2013 15:53
    proprio carina e simpatica piena d'ironia... un bacione
  • Caterina Russotti il 21/09/2013 13:56
    Divertente racconto... Mi sono fatta quattro risate mentre lo leggevo.. Non sapevo se tifare per sfigatto o il gemello... Ehehhhhhh bella anche la metafora introspettiva dello specchio. Bravo

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