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Un brutto incontro ( violenza sulle donne)
Affannata continuavo a correre in preda alla paura. Cercavo di scappare da quell'incubo che avevo appena vissuto e cercavo di farlo più velocemente possibile, ma sentivo quei passi ancora troppo vicini a me. Mi guardavo attorno per cercare qualcuno, qualcosa, una via di fuga, ma non c'era niente di fronte a me, solo il buio pesto della notte. Sentivo il cuore scoppiarmi in petto e nel suo battito mi perdevo e tornavo alle immagini di quella sera.
- Sono contenta di incontrarti.
- Sì, pure io. Era pur giunto il momento di incontrarci dopo tutti 'sti mesi a chattare, no?
- Esatto. Allora che si fa?
- Ti va di andare a prendere un caffè?
- Sì, ma dove?
- Conosco un bar qua vicino. Dai sali sulla mia auto, facciamo prima così.
- Hai ragione. Andiamo.
- Quindi, cosa ne pensi? Sono come mi immaginavi, oppure ti ho deluso?
- No, no. Sei proprio come ti vedevo tramite le foto. E io?
-Tu sei diversa, sei alta, magra e molto bella.
- Scusa come m'immaginavi?
-Perdonami! un po' cicciottella e piccolina-
-Ah ah ah! bella questa!
Correvo, ma non sapevo dove andare. L'unica cosa che sapevo era quella di mettermi in salvo e chiamare qualcuno, ma tutto ciò sembrava impossibile. Sentivo il cuore scoppiarmi in petto e nel suo battito mi perdevo e tornavo alle immagini di quella sera.
- Allora cosa mi racconti? Mi sembri nervosa.
- No, è che... non so cosa sia.. mi sento strana.
- Spero in maniera positiva.
- Sì, sì certo.
- Allora se è così non pensare ad altro.
- Bene.
-. Dammi la mano.
- Cosa?
- Sì, forza. Dammi la mano.
- Ok.
- Dicono che quando si ci sente nervosi non c'è meglio di una stretta di mano.
- Davvero?
- Sì, dicono che faccia rilassare, perché il nostro corpo acquista l'energia dell'altro.
- Assurdo.
- Va meglio?
- Sì.
Una luce arrivava dal fondo della strada. Una palazzina. Ho accelerato la mia corsa. Mi sono appoggiata al portone. Ho suonato tutti i campanelli. Ho gridato. Urlavo forte. Intanto sentivo il cuore scoppiarmi in petto e nel suo battito mi continuavo a perdere e tornavo alle immagini di quella sera.
- Non mi tocchi.
- Uuuh! la signorina non vuole essere toccata. Ha paura che le si sgualcisca la giacca.
- Ho detto: non mi toccare, stronzo.
- Ehi, la signorina si ribella. Mi ha dato pure uno pugnetto. No, queste cose non si fanno se non si è in grado di colpire bene.
-Vedi come si fa? così stronzetta! Splach!!!!!
- La prego, mi lasci andare
- Oh, - Perché altrimenti che fai?
- Niente non dirò a nessuno quello che è successo ! Mi lasci! mi stai facendo male!! .
- Allora non l'hai capito che non devi alzare i pugni se non sai farlo. Guarda come si fa.
. Ahi! Aiutooooooooooo!
- Chiami aiuto? Qui non c'è nessuno! adesso che fai scappi? Brutta puttana prima me lo fai diventare duro adesso vuoi andartene?.
- Vai! Corri .. ah ah ah, tanto ti prendo
Dopo un po' qualcuno mi ha risposto e ho gridato di chiamare la polizia. Ero stremata, ma ho gridato con tutta la forza di fare arrivare una volante nella via vicina. Sono tornata indietro per cercare e vedere se lui mi avesse seguita.. Ho sentito una voce, un calcio e poi un pugno sul viso. Il labbro sanguinava Sono caduta per terra. Sentivo il mio cuore scoppiare in petto e nel suo battito mi perdevo e tornavo alle immagini di qualche ora prima.
- Ciao tu sei Paolo?
- Io sono Laura, sono contenta di incontrarti.
Nota d'autore :
Questa brutta storia è incominciata così per caso un incontro tra due che chattavano su facebook, lei presa dalla voglia di conoscerlo non si era resa conto d'essere caduta in una trappola. Quante storie ci sono simili a quella di Laura? Tante e tutte hanno una vittima che li accomuna, la donna... Ancora oggi le stragi di violenza maschile sulla donna vengono codificate dalla cronaca con le parole "omicidio passionale", "d'amore", "raptus", "momento di gelosia", quasi a testimoniare il bisogno di dare una giustificazione a qualcosa che è in realtà mostruoso. Una vergogna che affonda le sue radici in un'eredità culturale arcaica . La donna non è una proprietà del maschio. La donna ha la sua vita e la sua libertà e nessuno può toglierla.
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