"Non diranno niente", dissi salendo le scale. "Hanno troppa paura."
Clensi mi seguì. "Come lo sai?"
"Conosco quegli sguardi."
"E che ti dicono?"
"Omertà."
"Come lo sai?"
"Da ragazzina passavo le vacanze estive in un piccolo paese della Sicilia. Tutti chiusi nei loro pensieri ottusi, le anziane sedute sui balconi o dietro le imposte. C'erano ma non le vedevi. Tutto taceva, una paese fantasma, solo le cicale rompevano il silenzio."
Poi mi bloccai e Clensi m'imitò.
"Vedo lo stesso timore in questa gente. Hanno paura di parlare", ripresi. "Hai fatto caso quando siamo passati sotto quei caseggiati?"
Clensi fece spallucce.
"Ti schivano", dissi "E l'indifferenza inizia proprio così. Con una, dieci, cento, mille tapparelle che si abbassano."
Ripresi a salire le scale, e ripetei come una maledizione. "Omertà."