Vagavo senza meta lungo una strada larga e deserta. Non ero triste, ma neppure allegra. Sentivo soltanto un vuoto dentro a cui non sapevo dare una ragione e non riuscivo a capire da cosa fosse generato. Mi sentivo solamente priva di un qualcosa, ma non sapevo cosa.
Benché la pioggia da poco avesse smesso di scontrarsi contro la mia testa, le sue gocce erano ancora sulla strada dando vita a piccole pozzanghere. Continuavo il mio cammino, tenendo il capo abbassato e guardando l'asfalto sotto i miei piedi, quando fui colpita dal riflesso generato da una delle tante chiazze d'acqua.. In essa, infatti, c'era un arcobaleno che risplendeva e soffermandomi a guardarne i colori, rimasi scioccata nel guardare la mia immagine, non certo per presunzione, ma per il semplice fatto che vidi uscire dalle mie spalle una sola ala tutta bianca, una di quelle ale che hanno solo gli angeli. Sì, proprio così, una sola ala. Non riuscivo a capire come mai.. di solito le ali sono due e io invece ne avevo una, come era possibile? Alzai lo sguardo dalla pozzanghera per poi ricalarlo, ma niente, l'ala era lì e sempre sola.
Ripresi a camminare senza distogliere i miei pensieri da ciò che avevo da poco visto. Vidi un'altra pozza d'acqua e mi ci rispecchiai. La stessa visione. Sempre una sola ala. Continuai il cammino per arrestarmi subito alla pozza seguente e la visione era sempre la stessa. Ero incredula e forse per questo volsi lo sguardo al cielo, come se volessi avere una risposta da qualcuno, ma chi poi? da Dio? o forse da un angelo? Ma il mio stupore continuò a crescere quando, tornando a guardare la strada, vidi che le ali erano diventate due. Sì proprio così, due ali, ma il mio stupore non svanì, bensì aumentò nel vedere che le due ali non erano mie. Solo una apparteneva a me, l'altra apparteneva a un ragazzo dai tratti delicati, occhi belli da benedire, sorriso puro e sensibile, che mi disse:
- Sei tu!
- Che vuoi dire? - chiesi, mentre una strano benessere avvolgeva tutto il mio corpo.
- Sei tu, la mia ala perduta. Eravamo insieme nella nostra vita passata, ma un giorno senza un perché ci siamo persi. Tuttavia questo perdesi era destinato a svanire e noi ci saremmo ritrovati un giorno. Adesso quel giorno è arrivato.
Quelle parole fecero aprire in me una voragine nei miei ricordi portandomi a vedere i momenti accanto alla mia ala, accanto a quel ragazzo che possedeva l'altra parte di me, e ricordai tutto.
- Amore, sei tu?
- Sì sono io - detto questo si avvicinò e stringendomi a sé, afferrò la mano e iniziammo a volare verso il cielo che ci avrebbe ospitato nel suo infinito azzurro per tutta l'eternità senza mai più separarci.
Questa storia è una favola fantasiosa con un insegnamento, la nostra vita potrà cambiare in meglio o in peggio solo se noi lo vogliamo, in questo caso è il ritrovamento di un amore perduto ma mai dimenticato.. Il primo amore non si scorda mai.