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La matematica lo eccitava
Lucy viveva in bilico tra la luce e il buio. Sentiva di essere la proiezione del vertice di un triangolo.
Promanava da lei un raggio voglioso che colpi l'angolo, quello sempre di schiena, quello scontroso. Si ostinava a non prestare attenzione al calore della passione di lei, non c'erano versi in comune, non c'era neppure una canzone.
Lucy era il vertice, l'angolo superiore, l'angolo aperto, gli altri due si contendevano la vista di quella nudità sfacciata di linee.
Dirimpetto all'angolo scontroso giaceva languido l'altro.
Lucy lo guardava e s'irraggiava di luce risplendente, di un sentimento inesistente e si lasciava andare lasciva per godere, godere magari solo di parole e luce.
Caricarsi di eros e crescere, crescere a dismisura in un angolo da acuto ad osceno, pronto a ricevere qualsiasi dono.
Quel calore che si sprigionava da Lucy, e come in una danza contorceva le sue membra, lambendo con le sue calde cosce il volto corrucciato dell'angolo di spalle.
S'affacciava quell'angolo costruito sull'ipotenusa, s'affacciava intimidito a lambire quel sesso tanto desiderato.
Era solo timidezza quella che gli faceva voltar le terga a quella principessa, che da sempre aveva sognato e mai toccato.
Principessa o badessa, sempre la solita " fessa 'e mammeta " che muove la punta dell'angolo più scuro, tracciando le linee guida della vita.
Gli occhi del professore giravano sospettosi, volteggiando nell'aria.
L'aria mancava in verità, non c'era molto tempo, c'era un'equazione che corrispondeva ad un'emozione ma il fiato era sempre più corto.
La proiezione riprese indisturbata, Lucy ormai era spogliata di quelle scarse vesti di cui solitamente è dotata.
Si stropicciava gli occhi il povero Luigi, mentre la cerniera dei pantaloni cigolava sotto i colpi inferti dalla sua bestia inferocita.
Non si afferra un uccello in cattività. La gabbia gli ha fatto sognare il volo, quello appagante, quello sicuro, potrebbe fuggire e non tornare mai più, recandoci profondo imbarazzo.
Lucy ormai era partita; non poteva fermarsi, incitata dalla devozione ardente di quell'angolo languido e caliente. Così perduta tra le circonferenze delle sue carni si è trovata ad intersecarsi con il cateto riluttante.
Bello nella sua erezione Lucy lo guardava e aggirando il raggio e il tre e quattordici, ha lasciato il tempo a quel cateto incandescente di lambire le sue labbra tumide.
Quadrati, circonferenze e quel dannato triangolo giù in fondo, ingarbugliato fra numeri ed incognite, mentre Lucy acquietato il cuore in subbuglio del ritroso si lasciava andare ad un grado scomposto mugolando.
Quel foglio bianco con tutti quei tratti respirava forte, lo sentiva dall'agitazione del suo cazzo condannato dentro dei fottuti jeans...
Il suono della campanella che scandiva la fine della prima ora lo ridestò.
Non stava guardando l'ennesimo porno, stava in classe e quei segni formavano la figura geometrica, sulla quale avrebbe dovuto lavorare per risolvere il tema del compito in classe di matematica.
Era passata un'ora e lui non aveva fatto un cazzo! Figurati con quello stronzo di Piticchini che allo scadere delle due ore ritira il foglio!
Certo che viaggio... pensò... proprio buono quel fumo di Albertino!
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l'autore silvia leuzzi ha riportato queste note sull'opera
tratto dalla raccolta Virtuosismi sulle note di... e questo è sulle note di Santana
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1 recensioni:
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- Strano questo racconto, c'è una forte carica erotica, ma non riesco a capirlo bene. Stò proprio intontito. Comunque originale la visione di questo matematico che si eccita... con i triangoli ... e che fa sinceramente anche un po' pena ma..."bestia inferocita" docet!! Non c'è niente da fare, quando scatta l'ormone, scatta! Un abbraccio!
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