Beccodiferro, un gallo calvo fu eletto re nel pollaio fra il giubilo di molti polli, pollastre, pulcini e galline: "Diventeremo liberi e tutti ricchi di becchime con magnifiche feste danzanti e notti balleri-ne".
Passò del tempo e non contento del suo aspetto decretato dall'età, si fece ricrescere la cresta, anche se l'intensità della foresta nella sua testa fu in verità assai modesta.
"Poco becchime da pagare, e vi prometto che non vi lascerò preda della fame" così prometteva nei suoi canti giornalieri, mandando tutti a letto, ma cominciando fin dal mattino presto.
Aveva oltre al becco anche artigli rapaci, capaci di rubare grandi quantità di becchime, evitando di versare la sua parte nel fondo comune, ed occultandoli in altri pollai con filosofia d'accumulo alla sua affine.
La Legge, però, riuscì a beccarlo, e non poteva essere altrimenti in un pollaio. Lo condannò alla pena prevista per quel reato, ignobile per ogni abitante della gabbia, ma soprattutto per un gallo eletto re, e che maggiormente acuì anche la rabbia. Molti pensarono: "Non regge" e perse, infatti, la reg-genza, ma era previsto che fosse decretata anche la sua decadenza dal Gran Consiglio dei Saggi, il solo che poteva fare le leggi della Legge.
"La decadenza è ingiusta e la Legge lo perseguita" cominciarono a starnazzare da mattino a sera, polli, pollastre pulcini e galline, tutti terrorizzati dalla sola idea di poter perdere il loro lauto pasto di becchime aggiunto.
Alla domanda di un suo pulcino: "Mamma, perché dicono che è ingiusta quella legge che anche loro hanno votato, ritenendola giusta?" la gallina rispose, "Pulcino mio, il punto è che siamo in un pollaio, dove la decadenza è decisa soltanto da polli, pollastre, pulcini come te e galline come me".
Poi, sollecitandolo gli disse: "Preparati, e corri lesto, devi andare a sentire cos'ha da dire e cosa pro-mette Beccodiferro, prima che arrivino le sette, lo sai, noi andiamo a dormire presto".