Cosa unisce un film ed una canzone che non c'entrano niente l'uno con l'altra? Forse nulla, specie se il film è "Casablanca" e la canzone è "El pueblo unido".
Li unisce la reazione che provocano quando vengono visti e sentiti. In particolare li unisce il momento eroico, quel momento nel quale, in un attimo, si ribaltano i ruoli e lo sconfitto, per un momento vince, momentaneamente, la sua battaglia.
Così di fronte ai tedeschi vincitori, l'esecuzione della Marsigliese richiesta da Lazlo, ma autorizzata da Bogart, zittisce gli invasori. Tutto il pubblico del locale trova la forza di ribellarsi all'esecuzione di una loro canzone ed il numero ha la meglio sulla tracotanza. I molti sui pochi.
Scattano corde recondide, quasi genetiche: la cantante, l'orchestra, Sam, la prostituta, tutti gli astanti la intonano nel film, e, davanti allo schermo che lo trasmette, non si può avere che una ondata di commozione.
Allo stesso modo l'esecuzione di "El pueblo Unido" provoca la stessa reazione.
Horacio Salinas suona e canta con gli Inti. Illimani e ti senti gli occhi lucidi; qualcosa ti si smuove dentro e la cosa strana è che, guardandoti intorno, ti accorgi che sono tutti nelle stesse tue condizioni.
Qualche pugno alzato, come per "La locomotiva" gucciniana, ma è la saliva che non scende, che ti manca, perchè l'acqua è andata agli occhi, e non ne hai abbastanza per la gola.
Sei tu in Casablanca!
Che tu sia Sam o la prostituta, Lazlo o la cantante, Rick o Ilsa.
Forse siamo come gli sconfitti francesi? Forse immaginiamo la nostra insana rivincita di un momento?
Non credo. Tanto vinciamo in sogni straordinari.
In ogni caso, suonala ancora, Horacio!