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Sogno reale
"Ora che tu hai sfidato tutti gli ostacoli per arrivare qui, lascia che ti racconti la nostra vera natura. Ascolta l'albero della saggezza Mozart, lo gnomo Sasquack e fatti trasportare da noi dal cavallo Snafuzz, lascia che ti raccontino come sei giunto in questo posto, e se tu lo vorrai, farai parte della nostra vita..."
Stavo finendo di leggere la frase del libro quando fui interrotta da un colpo di tosse, strano perché nella biblioteca dove ora mi trovavo, non ci doveva essere nessuno, Paul il custode della scuola, aveva aperto la biblioteca solo per me.
Tra noi vi era un'amicizia profonda, poiché lui era il mio patrigno, mi alzai dalla seggiola, appoggiai il libro sul tavolo e cominciai a girare tra gli scaffali, di nuovo il colpo di tosse ma ora lo sentivo dalla parte opposta da dove mi trovavo.
Udì una frase " Dove diavolo sei Petonia?..." Spaventata urlai"Chi c'è?!". "Cos'hai da urlare..." mi rimproverò.
"... E poi non c'è l'ho mica con te! Sto cercando mia moglie Petonia, sai per caso dov'è finita?" .
Ancora più impaurita gridai "fatti vedere!".
"Uffa quante storie, arrivo."
Sentivo ora sbuffare, tossire e dei passi, ma non lo vedevo. "Sono qui, che vuoi?", ma dove? non vedevo ancora nessuno. "Abbassa lo sguardo, forse così mi vedrai!", piegai la testa in basso e dallo stupore feci un balzo indietro. Sbalordita vidi che aveva il corpo dalla forma di libro ma con braccia, gambe, testa e... mi stava parlando. "Allora hai visto mia Moglie? Petonia?". "Impossibile" dissi, "Tu, tu..". "Occupato... fece lui.
"Chi sei?".
"Allora... Io sono Fetoberto e sto cercando mia moglie, Petonia. Non mi sembri molto sveglia figliola!".
No, non lo ero.
Ero stupita e allo stesso tempo spaventata.
"No, non l'ho vista mi dispiace e non saprei come e dove cercarla".
Una risata interruppe la nostra conversazione, proveniva da dietro le nostre spalle.
"Sono qui tontolone" e giù un'altra risata. "Giratevi". Seguimmo la voce io e Fetoberto e ci dirigemmo verso uno scaffale pieno di libri fantasy, notammo qualcosa che si muoveva, allungai la mano per prendere quel libro ballerino, ma mi fermò quel tono seccato.
"Ehi, cosa vorresti fare!? Non ti azzardare sai!", ritirai la mano.
"Non voglio farti del male.." dissi un po' infastidita.
"Ci mancherebbe altro" mi rispose.
"Ti presento Petonia, mia moglie", confermò Fetoberto. "Piacere io mi chiamo Francesca".
"Bene ora che abbiamo fatto le presentazioni, possiamo ritornare a casa!", affermò Petonia con aria impettita. "Lo sai che non possiamo, dobbiamo trovare qualcuno..." "Zitto!", disse Petonia fermando Fetoberto "Ditemi se posso aiutarvi?", domandai.
"Dai diglielo..." ribatté Fetoberto.
"Va bene, noi siamo libri senza storia e abbiamo bisogno di qualcuno che la scriva per noi, cosicché possiamo trovare anche noi un posto negli scaffali". Allungai le braccia e con le mani presi tutti due e incominciai a sfogliarli.
"Uahahahhah, fai solletico"in coro. "Buoni, state buoni" dissi sogghignando.
Notai che erano tutti fogli bianchi.
"Quindi..."ribadii. " ... Siete senza storia? Vagate da uno scaffale all'altro senza una collocazione?... Non avete identità...". "Si, si brava abbiamo capito ma adesso non umiliarci, come fanno gli altri", rispose Petonia un po' scocciata. "Abbiamo provato a entrare in altri libri, entrati copiavamo la storia ma sulle nostre pagine una volta usciti non rimaneva alcuna traccia. Forse perché non erano racconti inediti.", sembrava rassegnato Fetoberto mentre parlava. Mi ricordai che dentro la cartella tenevo sempre i miei appunti di storie che mi sarebbero piaciuti pubblicare, misi Petonia e Fetoberto sotto braccio e mi avviai la, dove avevo lasciato la cartella.
Posai i due sul tavolo e cominciai a cercare gli appunti.
"Trovati" esclamai, li presi e li appoggiai vicino a loro, sul tavolo.
Presi una penna e cominciai a scrivere l'inizio della storia, "C'era una volta un mondo lontano chiamato Nibiru, dove vivevano personaggi strani di ogni forma e colore..." ... Mentre scrivevo, mi accorgevo sempre di più che la storia si stava impossessando di me, ero come proiettata in quel mondo, non riuscivo più a distinguere la realtà dalla fantasia.
Mi ritrovai che stavo camminando per un sentiero quando qualcosa mi colpì dietro la schiena, girai di scatto la testa e vidi attaccato alla mia faccia il muso di un cavallo alato. "E tu chi sei?", sinceramente non avevo mai visto un cavallo alato. "Il mio nome è Snafuzz, una come te cosa ci fa da queste parti?" .
Sapeva anche parlare?!? Dove ero capitata?
"Perché? Dove ci troviamo? " Domandai.
"Sei a Nibiru, piccola. Allora vuoi dirmi cosa ci fai tu qua?" , ribadì il cavallo.
Risposi : "Sto cercando qualcuno che mi aiuti a scrivere due miei amici. "
"... A scrivere due tuoi amici?? Non capisco ", rispose Snafuzz.
"Intendevo dire che i miei amici sono due libri ma sono senza storia e io devo scrivere un racconto inedito per loro".
Conosco la persona che fa al caso tuo "
"Chi è ? ", chiesi.
"Un albero. Si chiama Mozart ed è molto saggio. Conosco la strada per arrivarci e se volete vi potrei accompagnare. Come si chiamano i tuoi amici e dove sono? ".
"Petonia e Fetoberto, sono molto simpatici, ma allo stesso tempo, un po' sciocchi" mi fermai.
"... Un attimo che li chiamo. "
"Petonia, Fetoberto, dove siete? ". Chiamai con impazienza.
In lontananza vidi i due libri che stavano arrivando da me, volando. Aspettai che mi raggiungessero e contenta dissi a loro che fra un po' non sarebbero stati più anonimi. Camminando lungo la strada che ci avrebbe portato dal saggio, per far passare il tempo tra una chiacchera e l'altra facevamo degli scherzi a Snafuzz.
"Che razza di cavallo alato sei se non voli?" continuavamo a chiedergli, " È che sono pigro!" ripeteva e lo ripeteva ogni volta che glielo chiedevamo come se non avesse memoria, come se non si ricordasse quello che gli avevamo chiesto un attimo prima. "Vedete la, sulla collina? Quello è il Grande Albero. È lì che dobbiamo andare." Accelerammo il passo, non vedevamo l'ora di essere su quella altura.
Giunti in cima, prendemmo fiato per qualche secondo prima di iniziare a fargli delle domande. Eravamo ora ai piedi di Mozart, in tutti i sensi direi, uno sbadiglio ci accolse. "Auhhhuuu... Chi siete? Che cosa fate? E soprattutto cosa volete?...". Tuonò con il suo vocione. Snafuzz si fece avanti "Hanno bisogno di aiuto Grande Albero..".
"Lo so, se no non sarebbero qui?! Dunque cosa volete?".
Presi coraggio e..."Devo scrivere una storia inedita per questi due miei amici, loro hanno tutte le pagine bianche e per trovare un posto negli scaffali della biblioteca devono essere scritti. Io però non ho idee."... con un filo di voce.
"Bene.." rituonò, "Ora prendi un rametto, che tra le tue mani diventerà una matita, ti aiuterà a scrivere la storia". Ruppi il ramoscello.
"Ahi!", sentendo mi fermai.
" Non l'ho con te", rivolgendosi a me.
"Non è come strappare un capello, fa più male!". "Scusami di nuovo", ora il rametto che avevo tra le mani si stava trasformando magicamente in una matita. "Ma state attenti ai Munghi!", ci fermò con tono severo. "Chi sono?" chiesi incuriosita.
"Sono dei funghi cattivi e se scoprono che i libri non sono scritti faranno di tutto, per mangiargli le pagine, loro sono i fratelli Dino e Sauro. Vedrete che si faranno vivi loro. " All'improvviso in coro chiedemmo, come se avessimo avuto lo stesso pensiero,
" Come facciamo a combattere i Munghi?" . Mozart si schiarì la voce.
Solo Sasquack lo gnomo li può fermare! Non temete, appena sentirà l'odore dei Munghi, arriverà." Ringraziammo Mozart e ritornammo al sentiero che avevamo fatto per arrivare qui. Tornati al punto di partenza, trovammo un posto e ci fermammo stuzzicati dall'idea di iniziare a scrivere su quelle pagine bianche.
"Io sarò il primo", guardandomi Fetoberto si rivolse a me.
"Farò da cavia e se qualcosa dovesse andare storto, almeno Petonia sarà salva", lei annui. Tirai fuori dalla giacca la matita presi Fetoberto girai la copertina e appoggiai la mina sul foglio, questa come per magia o in preda a un raptus cominciò a scrivere, io dovevo solo girargli le pagine, il primo racconto velocemente si stava scrivendo, parlava di draghi, orchi, fate, c'era tutto.
Il mio sguardo si poggiò improvvisamente sull'angolo di quella pagina ancora candida, stavo notando che piano piano un colore verdastro si stava impossessando di quel foglio. Sgranai gli occhi, guardai gli altri e insieme urlammo " I MUNGHI!!!!!!".
Una nube si posò sulle nostre teste "Arrivoooooooooooooo!!!!" era Sasquack, come un falco si posò su quella pagina cominciando a mangiarsela, dopo quello strano spuntino si sdraiò pancia in aria, non disse nulla, emise solo uno strano suono dalla bocca. Incredula gli urlai "Hai mangiato un foglio!?".
"Si, ma ora Dino e Sauro non vi daranno più fastidio e io sono goloso di funghi. Poi cos'è una pagina, ce ne sono tante!?".
La matita ricominciò a scrivere ancora più velocemente finendo il libro in un secondo, poi passò a Petonia, aprii solo la prima pagina e in breve tempo finì.
"Hai visto. Non è stato così grave mangiare una pagina...". "Scusami, ma ho avuto paura".
"Bene, ora quello che ti rimane da fare è di rimetterli apposto i libri negli scaffali..." "Allora, vuoi mettere apposto quei libri?" queste parole come un'eco rimbombavano nella mia testa.
"Dico a te! Svegliati Francesca...".
Riaprii gli occhi e capii che stavo dormendo.
Mi ero addormentata, era solo un sogno. Non esisteva né Petonia né tanto meno Fetoberto, com'era possibile? Paul si sedette vicino a me e disse...
"È solo fantasia, non c'è differenza tra leggere un libro e sognare".
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0 recensioni:
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- Grazie Don... anche a te buone feste
- Molto piaciuto questo tuo, pardon non tuo, comunque un saluto ed un augurio sincero per queste pp festività.
- Altro racconto di mia figlia... speriamo che vi piaccia
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