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Sogni premonitori

"Ti sto dicendo che non c'entra niente. C'è solo qualcosa che ti sta assillando e non riesci a capirne il significato, cosa che tra l'altro non mi stupisce affatto, quindi finiscila con la storia della premonizione e lasciami finire il cocktail in santa pace" - così dicendo Mirko bevve un grosso sorso dal suo bicchiere di Negroni e fece cenno a Stella di portargliene un altro. Era Venerdì sera e Mirko era in compagnia di Sandro nel bar dove amavano terminare la giornata lavorativa; posizionato alla fine di Corso di Porta Ticinese era diventato il loro punto di ritrovo grazie alla sua comoda posizione per entrambi, il non essere affollato e soprattutto l'essere gestito da Stella, la sorella di Sandro.
"Mirko, l'ho sognato tutte le notti, sempre gli stessi particolari. Io che sembro un gatto mentre pattino sul ghiaccio con una donna che non ho mai visto prima" - Sandro terminò la frase, finì il suo Spritz e chiese il bis a Stella mimandole la sua voglia di mangiare qualcosa.
"Ancora" - riprese Mirko sbuffando - "Stai diventando insopportabile; ti ho già spiegato almeno una decina di volte che, una volta svegliato, quello che tu ricordi è solo una parte del sogno e, cosa più importante, Freud diceva che gli elementi che lo compongono sono simbolici e quindi devi saperli interpretare. Perciò, o la smetti di rompere il cazzo con questa storia, oppure chiama la mia segretaria e fatti fissare un appuntamento per la prossima settimana; anche perché un bel periodo di analisi ti farebbe proprio bene, sembri una checca isterica" - e si girò platealmente dalla parte opposta.
Sandro rimase in silenzio, capiva benissimo che per Mirko quella discussione rappresentava altro lavoro. Pur convinto dell'esistenza di un significato nascosto in quel che sognava, decise di concedere una tregua all'amico pensando già a come riprenderla l'indomani; così si alzò in piedi e disse - "Dammi l'accendino e non finirti tutte le noccioline" - si mise addosso il cappotto e uscì dalla porta poco lontana. Fuori si gelava, si accese una Marlboro e si mise ad osservare un carro attrezzi caricare una vecchia Golf. Poco distante un vigile urbano, una volta chiamati più romanticamente "Ghisa", urlava al cellulare di inviare una squadra di operatori ecologici, una volta chiamati più romanticamente spazzini, per ripulire la strada piena d'olio di motore. Mentre osservava silenzioso la scena, continuava a pensare a quella donna, non l'aveva mai vista ma era sentiva di conoscerla, ne era convinto. Mentre vagava nei meandri della sua mente alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarlo si accorse di aver finito la sigaretta e decide di rientrare.

"Una scimmia" - urlò quasi Sandro arrivato al loro tavolo - "Tu sei la dimostrazione vivente che l'uomo derivi da una scimmia; fai del bene all'umanità, consegnati al mondo scientifico" - si mise a sedere e attirò l'attenzione della sorella - "scusa Stella potresti cortesemente riportare un po' di noccioline? Qui il cugino di Cita le ha finite tutte".
"Tu fumi io mangio noccioline".

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1 commenti:

  • Roberta P. il 11/12/2013 19:15
    a parte qualche errore (penso più dovuto alla fretta che ad altro) è scorrevole e scritto veramente bene! Una bella idea, ben elaborata e ben scritta. Chapeau!

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