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Verità ritrovate cap. 3
VERITA RITROVATE
CAPITOLO 3
Tra le catene montuose a nord ovest del regno, si stava radunando un immenso esercito di Tugralh. Richiamati dagli inferi da Thalis, le creature del buio avanzavano oltre le montagne dirette a Narois sotto ordine del loro padrone. La città morta di Darakthis, era diventata il loro rifugio dopo averla saccheggiata per parecchi giorni e sterminato gli abitanti. I nani, combatterono sino alla fine per difendere la loro città ma purtroppo la superiorità numerica dei Tugralh ebbe la meglio. Messaggeri e delegazioni, vennero mandate per tutto il regno ad avvertire l’imminente marcia delle creature nere in direzione delle città. I nani sopravvissuti al massacro, chiesero alleanza agli elfi e si rifugiarono a Narois consci del fatto che prima o poi avrebbero dovuto combattere per non soccombere. La città di Narois, era stata costruita dagli elfi molto tempo prima che la razza umana si stabilisse nel regno.
“Cosa facciamo?” Chiese James.
“Nulla. Dobbiamo aspettare.” Rispose Aron appoggiandosi sulla schiena ad un albero poco distante. Intanto le guardie, si sedettero in circolo su uno spiazzo erboso mentre re Corion si mise in disparte dal gruppo seduto su una roccia. James, lo seguì con lo sguardo e gli andò incontro per cercare di confortarlo.
“Tutto bene mio signore?” Il sovrano rispose con un sorriso.
“Si, James. Tutto bene. Sono solo preoccupato per la mia gente.” Rispose premendosi le ginocchia con le mani.
“Sono sempre stato un sovrano leale e combattivo. Ma solo adesso mi rendo conto delle mie responsabilità. Da anni il mio regno è sempre stato reclamato da molte persone e li ho sempre combattuti respingendo ogni loro attacco. Ma adesso è diverso.” Aggiunse coprendosi il viso con le mani.
“C’è in gioco la vita di mio figlio capisci?”
“Si mio signore. Capisco benissimo ma se volete che la vostra gente sopravviva non dovete fare eccezioni. E brutto dirlo, ma dovete resistere.” Ammise James inginocchiandosi davanti a Corion. Lo sguardo del cavaliere, si soffermò sulla mano del sovrano. Vide un anello circolare che gli sembrò familiare. Due draghi attorcigliati su se stessi incastonati in una pietra di opale. Il sovrano, si accorse della sua curiosità e lo fissò in viso.
“Io l’ho gia visto questo anello.” Disse James socchiudendo gli occhi.
“Questo anello mi fu dato da mio padre. Simboleggia la forza del mio regno.” Rispose Corion accarezzandolo con le mani. Senza prolungare il discorso, James si congedò dal sovrano per andare dal fabbro.
“Ti dovresti esercitare con la spada. E da un po’ che non la usi, o non è vero?” Chiese Aron grattandosi la barba.
“Si…ma non adesso!” Rispose il cavaliere.
“Quanto tutto questo sarà finito, avrò molti giorni a mia disposizione per esercitarmi non e vero?” Rispose sorridendo. Aron fece un cenno con il capo. Passò ancora qualche ora durante le quali le guardie si stavano addormentando grazie alla quiete e il silenzio della foresta. Aron e James, dormivano gia da un pezzo mentre re Corion non riusciva a chiudere occhio. Intanto, il capitano Ronhald con le sue guardie si stavano dirigendo verso il castello. Mancavano poche migli ormai e più si avvicinava a destinazione e più si chiedeva se il suo sovrano non fosse stato in pericolo di vita.
L’alba di un nuovo giorno era arrivata. I primi raggi del sole stavano cominciando ad illuminare le cime degli alberi e una miriade di uccelli svolazzava di ramo in ramo intonando cinguettii melodiosi. La vegetazione, era ancora coperta di brina e lentamente salì una leggera nebbia che offuscò la vista del gruppo. Il primo a svegliarsi, fu il fabbro che andò a cercare qualcosa da mangiare stando sempre con gli occhi aperti. Due guardie, si allontanarono per seguire il nano e James, e re Corion erano seduti in attesa che gli elfi tornassero con buone notizie. Nel silenzio attonito della foresta, il sovrano intuì che di lì a poco sarebbe accaduto qualcosa.
“Non mi piace per niente questa situazione. Quand’è che si sbrigano?” Disse stringendo i pugni.
“Non lo so. Ma c’è qualcosa che non va!” Rispose James sfoderando la spada. Si guardarono intorno richiamati dal cessare del cantico degli uccelli. Improvvisamente, dalla vegetazione provenne una pioggia di frecce che andarono ad investire la maggior parte delle guardie del sovrano. James, afferrò per la tunica re Corion e lo scaraventò a terra per proteggerlo da un atroce morte.
“Presto al riparo!” Urlò alle guardie che intanto si sparpagliarono in preda al panico voltandosi da una parte a l’altra. Tutto terminò in pochi secondi. Si udiva solo il respiro pesante di Corion che con gli occhi spalancati dal terrore mise a fuoco tre figure che stavano uscendo da un cespuglio. Le guardie sopravvissute, senza pensarci un momento si scaraventarono contro gli assalitori in preda alla ferocia ma non riuscirono ad avvicinarsi abbastanza che caddero a terra sotto i colpi dei tre uomini. La situazione per il gruppo, stava degenerando ogni ora che passava. James, accumulò tutte le sue forze cercando di capire cosa fosse stato meglio fare in quel momento. Intuì che il suo signore, era in pericolo di vita e si fece avanti a braccia aperte in segno di resa.
“Giù la spada cavaliere!” Ordinò uno degli uomini. James, non se lo fece ripetere due volte…aveva timore per l’incolumità di re Corion e avrebbe aspettato il momento più propizio per risolvere la questione. Per quanto il cavaliere riuscì a capire, gli uomini che aveva davanti molto probabilmente erano semplici mercenari. Erano armati di archi e spade e avevano indosso armature di scarso valore.
“E così, tu saresti il valoroso cavaliere che dovrebbe uccidere il drago?” Chiese sarcastico il mercenario.
“Non so di cosa parlate, e per quanto ne so non sono obbligato a rispondere.”
“Bene, a noi interessa solo il guadagno per i nostri sforzi. Niente di personale ma dovrete seguirci.” Aggiunse l’uomo con i due compagni che avanzarono a fianco del loro capo. James, si morse un labbro. Sperava che le due guardie e Aron fossero arrivati al più presto ma non c’era tempo per riflettere e concluse che rifiutare poteva costare loro la vita. I tre uomini, sguainarono le spade e minacciarono il re e il cavaliere a seguirli tra la vegetazione.
Intanto, qualche minuto dopo arrivarono Aron e le guardie. Si stupirono quando non videro nessuno dove li avevano lasciati e intuirono che fosse successo qualcosa. La loro curiosità ebbe risposta quando videro le guardie a terra coperte di frecce. Il nano, produsse un fischio talmente acuto che fece spaventare le due guardie. Si alzò il vento e dopo un po’ dalla vegetazione arrivarono Murial e Alarmist. Gli elfi e il gruppo si incrociarono e guardarono intorno.
“Il re e James non ci sono!” Disse Aron.
“Lo sappiamo!” Rispose l’elfo voltandosi verso i cespugli da dove erano comparsi un attimo prima. Dalla vegetazione, uscirono una trentina di elfi a cavallo. Erano tutti provvisti di archi a tracolla e dal loro viso non traspariva nessuna emozione. Si avvicinarono ad Alarmist per poi bloccare i cavalli.
“E perché non siete intervenuti!” Chiese Aron in preda all’ira.
“Avrebbero scoperto il nostro nascondiglio.” Rispose l’elfo guardandosi intorno.
“Ci sono molte più spie di quanto tu te ne renda conto. Forse è un bene che li abbiano catturati così ci condurranno sicuramente da chi li vuole morti.” Aggiunse saltando su un cavallo.
“Andiamo, non rimane molto tempo!”
“Non adesso, dobbiamo andare a Thorgar. Devo sapere dove si trova l’artiglio del drago.” Disse il nano.
“L’artiglio, è in mani sicure fabbro. Non è più a Thorgar. La città è stata saccheggiata e con lei è andato perduto anche l’artiglio del drago. L’unica persona che ci può dare delle risposte, e il mago Thalis e qualcosa mi dice che quei tre mercenari ci porteranno proprio da lui.” Senza aggiungere altro, l’elfo spronò il suo cavallo seguito da i suoi compagni.
“Prendete questi cavalli. Ci porteranno al nascondiglio.” Aron e le due guardie, salirono sui cavalli degli elfi e si unirono a loro per la traversata della foresta. In poche ore, si lasciarono alle spalle la vegetazione. La foresta diventò sempre più lontana e si trovarono a cavalcare in un immensa pianura cosparsa di campi coltivati e qualche capanna ai margini dei sentieri. A ovest, intravidero le catene montuose coperte dalla neve…presto sarebbe arriva la stagione estiva e i cittadini della regione non avrebbero più dovuto preoccuparsi di rinchiudersi nelle proprie case a causa dell’inverno gelido. Sorpassarono la strada principale che portava alla città di Torghar e intravidero in lontananza un fumo denso che si alzava dai torrioni della cittadina. In quel momento, re Corion pensò che fosse tutto perduto. Gli elfi, incalzavano i loro destrieri nel timore che il nemico fosse ancora nelle vicinanze. Il gruppo, si teneva a debita distanza dai mercenari ingaggiati da Tharis.
“Quando saremo vicini alla città di Darakthis, dovremmo stare attenti.” Disse Murial.
“Il mago avrà scatenato il suo esercito per tutto il territorio.”
“Come fate ad essere sicuri che l’artiglio sia in mano del mago?” Chiese Aron intuendo le intenzioni degli elfi. Alarmist, fissò il fabbro per un istante.
“L’artiglio è la sua assicurazione sulla vita.” Rispose l’elfo.
“Se il drago si ribellerà in qualche modo, saprà come ucciderlo. Gli serve un arma per essere sicuro di eliminare il drago e solo a Darakthis troverà chi potrà forgiargliela.” Aggiunse.
“Nani!” Grugnì il fabbro.
“Allora c’è qualche speranza che siano ancora in vita?” Un barlume di speranza si accese per un attimo in Aron.
“Non ne sarei così sicuro!” Rispose l’elfo. Una barriera inespugnabile di catene montuose, stava cominciando ad avvicinarsi. Di li a poco, sarebbe scoppiata una battaglia tra il gruppo di elfi e i Tugralh. A poca strada, incontrarono una fila di carovane dirette a nord che stavano attraversando le pianure senza alcuna protezione. Allentarono il passo e seguirono ogni movimento dei forestieri. A guidarli, vi erano tre uomini a cavallo che davano continuamente ordini agli occupanti dei carri. Gli elfi del gruppo, cominciarono ad incoccare gli archi mentre Alarmist e Murial si fecero avanti spronando i cavalli. I tre cavalieri, si bloccarono in mezzo alla pianura e le carovane al seguito fecero lo stesso.
“Voi, dove siete diretti. Non lo sapete che è pericoloso circolare all’aperto?” Disse Alarmist rivolto ai tre guerrieri che lo stavano fissando impassibili.
“Lo sappiamo benissimo signore, ma dobbiamo portare questa gente al sicuro. Il nostro paese è stato raso al suolo e Lander non è più un posto sicuro.” Rispose il cavaliere. Gli uomini delle carovane si avvicinarono con circospezione agli elfi. Dai loro visi, traspariva tutto il dolore che fino a quel momento ebbero vissuto. I bambini, cominciarono a piangere e tra la gente aumentava l’agitazione di un possibile cambiamento di programma.
“Aron?!” Urlò Alarmist voltando la testa in direzione del nano. Aron, si precipitò verso l’elfo in risposta.
“Capitano. Siete voi?” Il fabbro, riconoscendo il capo delle guardie scese da cavallo per andargli incontro.
“Allora è vero. Lander è andata distrutta?” Chiese Aron afferrando le redini del cavallo.
“Si amico mio. Non hanno risparmiato quasi nessuno.” Il cavaliere si voltò verso i cittadini delle carovane.
“Siamo riusciti a salvare solo loro. Ci hanno presi alla sprovvista e non abbiamo fatto in tempo a chiamare rinforzi. Non so da dove provenisse quella gente ma qualcosa mi dice che siete qui per un motivo ben preciso.” Aggiunse cercando di confortare la gente che scortava.
“Il re e James, sono stati catturati. Dovete venire con noi!” Azzardò Alarmist.
“Non possiamo lasciare questa gente!” Rispose Ronhald volgendo lo sguardo ai cittadini.
“Non vi dovete preoccupare di questo. Li scorteremo in un posto sicuro.” Si intromise Murial che richiamò alcuni suoi compagni.
Il celo intanto, si fece cupo. Uno vento improvviso, si alzò facendo agitare i cavalli e facendo disperdere i cittadini in una moltitudine di confusione. Per qualche minuto, il gruppo non riuscì a comprendere cosa fosse quel cambiamento di tempo. Una nube di polvere, si alzò da terra accecando parte degli elfi che persero l’equilibrio e caddero dai loro destrieri.
“Ma cosa diavolo succede?” Urlò una delle guardie che stava facendo di tutto per calmare il cavallo.
“Non lo so, andiamo via presto!” Rispose Alarmist coprendosi gli occhi. Gli elfi, cercarono di recuperare la gente dalle carovane vedendo che la situazione stava lentamente volgendo a loro svantaggio. La furia della natura stava aumentando e i cavalli non risposero più ai comandi dei loro padroni. Come un ombra venuta dagli inferi, dalla terra sbucò una creatura alata che si alzò in volo emettendo urli di agonia.
“Per tutti gli dei…un Urghol!” Sussurrò Alarmist cercando di non perdere il controllo.
“Presto, al riparo!” In un attimo, il gruppo si sparpagliò. I cittadini scapparono dietro le carovane per ripararsi dalla creatura che stava volteggiando in circolo a pochi metri d’altezza. Gli elfi fecero di tutto per allontanare l’Urghol scagliandogli addosso una pioggia di frecce che andò a segno. La creatura, continuando a lamentarsi sfrecciò in direzione dei cavalli…la sua furia superava di gran lunga il dolore procurato dalle sue prede. Non fece in tempo ad abbassarsi che un’altra scarica di frecce lo ferì al ventre. Le guardie del re, osservarono impietriti la scena che si presentò loro.
“Aron, presto vieni!” Urlò Murial in preda alla disperazione. L’Urghol con la sua furia aveva scaraventato una delle carovane addosso a dei cittadini e parte degli elfi accorsero in aiuto cercando di sollevarla. La creatura cominciò ad allontanarsi intuendo che avesse continuato il combattimento non ce l’avrebbe fatta. Tutti osservarono la creatura alata allontanarsi per poi sparire all’orizzonte. Passò qualche minuto prima che si placò il panico tra la gente. Lentamente, uscirono dalle carovane guardandosi intorno. I bambini, continuarono a piangere in braccio alle madri e gli elfi si ricomposero come se per loro non fosse successo nulla. Il capitano delle guardie, si avvicinò all’elfo.
“Cos’era?” Chiese allungando lo sguardo verso la creatura che si stava dirigendo verso le montagne a ovest.
“Urghol. Creature alate con il solo scopo cibarsi degli umani. Di solito, i maghi li usano come spie per i loro più oscuri scopi e qualcosa mi dice che fra un po’ avremo altre visite.”
“Murial, prendi alcuni dei tuoi e allontanati con quella gente.” Aggiunse indicando con un dito i cittadini. Ad un cenno del capo, l’elfo fece radunare i cittadini per la partenza. Non c’era un attimo da perdere. Thalis, avrebbe mandato i suoi Tugralh nelle pianure a nord per bloccare l’avanzata degli elfi verso le montagne. Aveva ricevuto informazioni dalle sue spie oscure e si era messo in moto per contrastare chiunque cercasse di superare le catene montuose all’estremo nord. Gli elfi con il loro seguito, si misero in marcia verso le foreste Ebourn per trovare un rifugio sicuro dove avrebbero potuto nascondere gli ultimi sopravvissuti della città di Lander.
“Presto verranno, dobbiamo prepararci.” Con queste parole, il gruppo di arcieri rimasto in vita si rimise in marcia e ormai mancavano poche miglia alle montagne. Il pomeriggio, trascorse privo di ogni pericolo anche se un filo di tensione si percepì tra il gruppo. Pensieri di ogni sorta, vennero alla luce nella mente di Aron. Sapeva benissimo a cosa sarebbe andato incontro e temeva per l’incolumità di James e re Corion. Presto avrebbe dovuto dire la verità al cavaliere. Solo James avrebbe potuto eliminare il fratello di Boroar e prima che sarebbe finito tutto James avrebbe capitò perché da molto tempo quegli orrendi sogni gli annebbiavano la mente.
Nel frattempo, sulle montagne a ovest della regione, Tugralh e Urghol avanzarono con tutta la loro ferocia in direzione delle pianure. Erano in netta superiorità numerica ma gli elfi avevano la magia degli elementi dalla loro parte. Si radunarono in un unico esercito diretti verso gli elfi che volevano ad ogni costo valicare le catene montuose. Il gruppo che scortò i cittadini di Lander, erano quasi arrivati a destinazione e in tutto il tragitto chiesero aiuto ai membri della loro razza come rinforzo alla battaglia che si stava per scatenare. Era solo questione di tempo. I primi Tugralh, si intravidero in lontananza. Creature spietate che vennero fuori dai più peggiori incubi. Avanzavano correndo a quattro zampe e facendo svolazzare le loro tuniche nere. La loro posizione, era quasi grottesca. Il gruppo di elfi, si bloccò e scese da cavallo incoccando gli archi. Non c’era un filo di vento per qui gli elfi non fecero molta fatica a prendere la mira.
“Avanti, fateli fuori!” Urlò Alarmist incitando i compagni. Il celo, si riempì di frecce che andarono a colpire il bersaglio come se fossero attratte dalle creature. I Tugralh, aumentavano con il passare dei minuti. L’aria, era permeata dalle loro raccapriccianti urla e intanto all’orizzonte stavano arrivando anche gli Urghol sbucando da dietro le montagne. Alcuni elfi, si staccarono dal gruppo e cominciarono a concentrarsi. Aron, scese da cavallo e si unì agli elfi che cominciarono ad intonare un lento lamento.
“Nahaka meh, nuhraila-nobdar arandhaha nubhar!” Il vento, lentamente si alzò grazie alla magia degli elfi. Mentre le frecce centravano le creature che cadevano una dopo l’altra, si formò intorno a loro una coltre di vento e detriti sollevati da terra che aumentava man mano si avvicinavano. Molte creature, disturbate dalla magia non riuscirono ad avanzare cosicché gli elfi avrebbero guadagnato tempo per eliminare più nemici possibili. Due Urghol, arrivarono sopra di loro senza preavviso e riuscirono ad afferrare alcuni elfi per poi scaraventarli poco distante su alcune rocce. Intanto dalle foreste di Ebourn stavano arrivando i rinforzi degli elfi. Dopo alcuni minuti, al centro della battaglia alcuni Tugralh riuscirono a raggiungere gli elfi e rompere le loro difese. Gli arcieri, erano troppo deboli rispetto alle creature anche per il fatto che erano armati solo di arco e non potevano fare gran che…uno ad uno, caddero sotto i colpi delle creature. In quel momento, sopraggiunsero gli elfi mandati in soccorso e per un bel pezzo riuscirono a resistere agli attacchi del nemico.
“Dobbiamo abbattere i due Urghol!” Ordinò Alarmist che stava evitando gli attacchi dei Tugralh. In un attimo, una creatura alata si abbatte sulla pianura grazie ad un gruppo di arcieri.
“Presto, distacchiamoci!” Alarmist, si rivolse a Murial e ad Aron. Pensò che se avessero continuato a combattere con gli elfi non sarebbero sopravvissuti alla battaglia.
“Dobbiamo proseguire. Qui ci penseranno i nostri compagni.” Aggiunse spronando il cavallo. Murial e il nano, lo seguirono in battuta. Si allontanarono il più possibile mentre la battaglia tra gli elfi e le creature sembrava non avere fine.
“Il mago, ha mandato tutto il suo esercito per bloccare la nostra avanzata. Ne dobbiamo approfittare adesso che è scoperto.” Ammise l’elfo. Cavalcarono per qualche miglio evitando gli attacchi delle creature che ogni tanto sbarravano loro la strada. A poca distanza dal gruppo, tra la sottile nebbia pomeridiana si intravide un ponte di legno costruito dai nani molti anni prima per dividere la pianura dalle catene montuose. Sotto di esso, un fiume in piena stava scorrendo per poi sfociare nel mare Nariaghar e a poca distanza si udiva l’infrangersi dell’acqua sulle rocce circostanti.
“Siamo sicuri che questo ponte si abbastanza stabile da reggerci?” Chiese Murial guardando il letto del fiume che trascinava con se alcuni detriti della foresta.
“Ehi, potete stare tranquilli. Questo ponte l’hanno costruito i nani e non c’è terremoto che possa distruggerlo.” Ammise Aron gonfiando il petto. Murial si voltò sorridendo.
“Allora questa sarà l’ultima volta che attraverserò questo ponte!” I due elfi risero di gusto facendo per un attimo sollevare l’umore del gruppo. Superarono il ponte, quando uno scalpitio di cavalli avanzava dietro di loro. Il nano e gli elfi, si voltarono e videro il capitano delle guardie con due suoi uomini che li stavano raggiungendo. Si bloccarono sul ponte.
“Non dovevate stare con gli elfi?” Li rimproverò Alarmist.
“La battaglia, è quasi terminata. I tuoi compagni se la caveranno, avrete bisogno voi di aiuto adesso.” Rispose Ronhald che per un attimo fu ferito nell’orgoglio. L’elfo, si voltò senza replicare e senza che nessuno aprisse bocca proseguirono in direzione delle montagne.
Nel frattempo, gli elfi di scorta alle carovane erano giunti nella città di Ebourn.
“Thalis, rinuncia a questa battaglia. Lo sai benissimo che non potresti sopravvivere!” Disse re Corion rivolto al mago che stava camminando con il capo chino.
“Le tue creature, stanno diminuendo. I signori di tutto il regno, si sono radunati per contrastare la tua avanzata e presto verrai ucciso.” Aggiunse. L’interno della città di Darakthis era deserto. Tutti i loro abitanti, erano stati in parte eliminati dalle creature del mago. Al centro della città, il palazzo del gran consiglio era ghermito di guardie in attesa del gruppo di elfi che stava marciando verso le montagne. Re Corion e James, erano al centro del palazzo sorvegliati a vista dai tre mercenari che li avevano catturati nelle foreste Ebourn. Tharis, aveva risparmiato alcuni nani per farli lavorare nel sotterraneo nel palazzo. obbiettivo era quasi concluso e non gli restava altro che rifugiarsi altrove per riunire un altro esercito di creature. Ormai Thalis, a quel punto si sentì braccato e per lui era quasi una corsa contro il tempo.
“Zitto!” Ordinò il mago.
“Per molti anni, sono stato bandito dalle tue terre. La mia stessa famiglia…il mio sangue. Mi avete tradito. Ma non sono a te che devo dare spiegazioni.” Aggiunse fissandolo negli occhi.
“Vi dovrei uccidere adesso. Ma ho un’altra questione in sospeso.”
“Il trono è destinato a me e tu lo sai benissimo!” Re Corion, scrollò la testa.
“Tu sei pazzo Thalis!” Aggiunse il sovrano pensando che ormai era inutile continuare il discorso. Dal sotterraneo, si udivano insistenti colpi di martello. James, fino a quel momento era stato in silenzio, esaminò in lungo e in largo la stanza per capire come avrebbe fatto a fuggire ma la cosa che lo ostacolava erano i tre mercenari che li sorvegliavano con le spade alla gola.
“Tu dovresti essere il cavaliere che dovrebbe scontrarsi con Boroar?” Disse Thalis rivolgendosi a James. Il cavaliere, si voltò di scatto verso il re. Non capiva cosa il mago volesse dire. Thalis, dopo un istante produsse un amara risata che riecheggiò per tutta la costruzione. Incrociando le mani dietro la schiena, si diresse verso il cavaliere.
“Non ti è stato ancora detto niente, è vero fratellino?” Chiese Thalis chinandosi. James, spalancò gli occhi cercando di capire cosa stesse per accadere.
“Lascialo fuori da questa storia. Non è ancora arrivato il momento per lui!” Grugnì Corion. Thalis, si rivolse verso i tre mercenari.
“Andate a sorvegliare l’ingresso” Con un cenno del capo, i tre uomini si diressero verso l’uscita della costruzione.
“Torniamo a noi!” Disse il mago battendo con insistenza il bastone sul pavimento.
“Non voglio prolungarmi troppo in questa conversazione. Ma voglio attendere che i nani terminino una cosa prima che vi incateniate.” Aggiunse puntando il bastone in direzione del muro dove vi erano delle catene servite per bloccare i prigionieri. James, soffermò lo sguardo sulla sua spada che era appoggiata su un tavolo.
“Non ci provare ragazzo. Dammi ascolto!” Thalis lo minacciò puntandogli il bastone sul petto. Re Corion, gli appoggiò una mano sul petto scrollando la testa.
Nel frattempo, gli elfi e le guardie erano arrivati alle porte della città superando un sentiero tortuoso senza incontrare nessuna resistenza cosa che agli avventurieri sembrò strana.
All’interno del palazzo del consiglio, c’era un silenzio spettrale. James e Aron, si incatenarono al muro per ordine di Thalis mentre si stava dirigendo verso il sotterraneo dove i nani stavano forgiando una lancia con l’artiglio del drago che fino a quel momento era stato in mano del mago. All’esterno della costruzione, si stava ingaggiando uno scontro tra le guardie che assoldò Thalis e gli elfi. Durò per parecchio tempo ma alla fine gli arceri ebbero la meglio.
“A che punto siamo?” Chiese Thalis ai due nani che stavano lustrando il manico della lancia.
“Il lavoro è terminato signore!” Rispose uno dei nani consegnando la lancia a Thalis. I due nani, indietreggiarono con il capo chino. Ebbero visto fino al giorno prima tutti i membri della loro razza perire sotto i colpi dei Tughral ed in quel momento avevano timore di fare la stessa fine dato che l’obbiettivo del mago ormai era concluso.
“Bene!” Sorrise Thalis ipnotizzato dall’arma che stava accarezzando.
“Hai promesso signore!” Grugnì un nano che si mise in ginocchio. Il mago, distolse lo sguardo dalla lancia per voltarsi verso i suoi prigionieri.
“Hai ragione.!” Rispose con un sorriso.
“Avrei promesso che vi avrei lasciato andare. Ma non che vi avrei risparmiato la vita!” Aggiunse appoggiando la lancia su un tavolo.
“Maledetto!” Il nano si infuriò e con uno scatto afferrò un martello dalla cinta. Thalis, emise un ghigno silenzioso mentre sollevava il bastone. In un attimo, il nano si ritrovò a terra in preda ad insistenti convulsioni. L’aria dentro la stanza, si fece malsana.
“Sciocchi!” Sussurrò rivolgendo lo sguardo al secondo prigioniero.
“Fermo!” Gli elfi, irruppero nel sotterraneo tenendo sotto tiro il mago con i loro archi. Erano riusciti ad entrare nel palazzo dirigendosi in soccorso dei nani sotto indicazione di James e il sovrano.
“E così, avete scomodato anche il principe Alarmist!” Rise Thalis fissando l’elfo.
“E inutile che continui a ad essere fiducioso della tua magia Thalis. Per te ormai non c’è più niente da fare.” Disse l’elfo.
“Ti sbagli giovane mago. Il mio fedele compagno è gia sulle vostre tracce e non andrete lontano da qui!” Thalis, indietreggiò verso una delle pareti del sotterraneo e con tutta la sua forza, scagliò la lancia verso James che prontamente la evitò con uno scatto.
“Maledetto!” Grugnì Alarmist scoccando una freccia che andò a rimbalzare sulla parete ad un palmo dal mago. Thalis, pronunciò una sinistra risata mentre si dileguò oltre una porta segreta che portava all’esterno della costruzione.
“Presto, seguitemi!” Ordinò l’elfo dirigendosi verso l’uscita della costruzione.
“Come diavolo ha fatto?” Chiese James.
“Lui controlla gli elementi! Per lui, sono una sciocchezza questi trucchetti.” Rispose Aron seguendo gli elfi. Intanto, i due nani che erano stati fatti prigionieri, recuperarono le loro armi e si aggregarono al gruppo dopo aver ringraziato i viaggiatori per averli liberati.
“Prendi la lancia James.” Disse il fabbro sporgendosi dalla porta. Uscirono tutti quanti dal palazzo del consiglio. Si ritrovarono in un giardino circolare dove vi erano alcune costruzioni diroccate. Del mago, non c’era traccia.
“Dove diavolo è finito?”
“In questo momento, ha bisogno della presenza di Boroar. Ormai, non ha più niente da perdere!” Ammise Aron cercando con lo sguardo dove avrebbe potuto nascondersi Thalis.
“Il suo esercito è stato distrutto. Sicuramente si starà dirigendo alla tana del drago.” Alarmist e il suo popolo, conoscevano da anni il nascondiglio di Boroar ma fino a quel momento non lo presero in considerazione dato che la popolazione era all’oscuro di un imminente minaccia.
“Avanti, ci dirigeremo sulle montagne. Thalis non sarà andato molto lontano.
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