Ciccillo, bighellonando in una località marina, posa le attenzioni su una leggiadra donzella di nome Lillina. Questa, nel vedersi guardata, chiede: - Che hai da...?
- Sei tanto bella, che mi vien di chiedere di metterti con me - risponde Ciccillo.
Prendendosi gioco di lui, Lillina ribatte: - Interessante. Come giovincello non è poi da scartare. Ci stò a mettermi insieme. A una condizione però. Nell'arco d'una settimana devi esibirmi il Certificato di Buona Condotta, una Copia dell'ultima Busta Paga, l'Estratto Catastale di un tuo fabbricato, una Copia dell'ultimo Modello Unico e il Certficato di Sana e Robusta Costituzione.
Sorpreso da tale inusuale richiesta, domanda: - E tu cosa certifichi?
- Io? - ribatte Lillina - Beltate e bontate!
Invaghito ancor di più, sollecita la giovine: - Per favore ripetimi il tutto che lo annoto su la mia agenda elettronica.
Promesso di esibire quanto richiesto, la saluta e riprende la via del ritorno saltellando e canticchiando per la gioia come un pazzo. Lillina se la ride come non mai.
Disoccupato da sempre, nullatenente, trova parte di tale certificazione in un omonimo.
Citrullo, citrullo ritorna. Presenta il tutto e chiede:
- Posso considerarmi il tuo fidanzato?
- Aspetta, fammi almeno controllare. Quanta fretta hai. Poi sei solo ammesso ad un concorso. - annuncia Lillina.
Fessacchiotto com'è, domanda: - Con scritto e orale?
- Una semplice prova pratica - soggiunge Lillina
- Una pro-pro-prova - balbetta Ciccillo - in una pu-pu-pubblica pia-pia-piazza?
- Che hai capito cretino? - controbatte la giovine. Devo metterti alla prova nelle faccende domestiche, così quando...
- Cheee? Assumeremo una domestica - borbotta Ciccillo.
- Si, per servirmi i cornetti caserecci - obietta Lillina.
- Un maggiordomo allora? Non sono mica geloso. Sa' dopo lo stressante lavoro in fabbrica sarà difficile procedere in cucina. E tu... non ti puoi sacrificare? - chiede Ciccillo.
- Per un corpo snello, perfetto, senza alcuna spossatezza, devo solo fare palestra. - ribatte Lillina.
- Almeno cucinare - dice Ciccillo - La notte poi, stremato, mi addormento, senza almeno baciarti.
- Neanche per sogno, né cucinare, né maggiordomi, né... Ti concedo qualche giorno per decidere.
- sussurra Lillina.
- Allora, ripeto allora, mi spiego, non so... - ormai fuori di sé, si allontana mugugnando.
- Solo pochi giorni - grida Lillina - Chè c'è un altro che mi ronza.
Inculcato di nozioni domestiche dall'ignara madre, Ciccillo, si presenta per sostenere tale prova pratica.
- Sei preparato? - nel vederlo riapparire, dopo pochi giorni, domanda divertita.
- Penso di esserlo! - afferma Ciccillo.
- Allora va' da tua madre ad aiutarla in cucina e nelle faccende domestiche, che io non so proprio che farmene uno come te. Va', va'. Non te ne sei accorto che ho voluto solamente giochicchiarti. - gli dice offendendolo.
Innervosito, la minaccia di citarla in tribunale per danni alla sua persona per meditati, continuati e voluti falli. Una prolungata risata allontana Ciccillo da chi è stato soggiogato.
Così, tronca la sua avventura brontolando: - Sempre a me, se-e-sempre a me... Brutto non s-s- sono... B-b-b-brutto non s-s-sono... S-s-sempre a me-me-me.
- Beltate, bontate. Per caritate, con certe donne, è meglio non... - osserva tra sé il povero Ciccillo.