Qualche tempo fa, mio figlio mi ha mandato questa mail:
“Ciao Pà, approfitto che per tutto oggi siamo in città, io, Miriam, quella ragazza canadese della quale ti ho già parlato, il doc Emiliani, primario di chirurgia, l’addetto all’ambasciata francese che ci fa da tramite e i soliti “miliziani di scorta”. Siamo qui perché è arrivato, ieri l’altro un carico di medicinali da parte
di una organizzazione umanitaria, e bisogna “dividere” fra i vari ospedali da campo e quelli “ufficiali” cioè quelli governativi!
Ora, con l’aiuto influente di Jacques, l’addetto diplomatico, speriamo di raccogliere qualcosa in più delle solite briciole.
Sapessi come è avvilente, vederti morire fra le mani, un esserino di pochi chili e pochi anni di vita, ucciso da una banale influenza, perché non abbiamo antibiotici per tutti e allora….. allora bisogna dare delle priorità, ed io vedo i miei dottori, con la morte nel cuore, decidere a chi somministrare le poche medicine che abbiamo e chi invece….. deve essere abbandonato al suo destino.
Sai, i primi tempi mi incazzavo terribilmente, e bestemmiavo in ordine alfabetico, per non saltarne nemmeno uno! Poi mi sono ricordato di te, che mi dicevi che maledire qualcuno o qualcosa che non esiste è come dargli credito, è come ammettere che possa esistere!
Ti posso garantire che ho le quotidiane prove che NON ESISTE, NO NON ESISTE NESSUN ESSERE SUPERIORE, perché nessuno, nemmeno
il più abietto il più perfido il più depravato degli esseri, può rimanere impassibile spettatore ( o addirittura artefice ) di tale cattiveria!
Avevi ragione tu, come sempre, ma mi dispiace ammetterlo, avrei preferito poter essere testimone dell’esistenza di un dio che aiutasse i suoi “figli” quanto meno a MORIRE DIGNITOSAMENTE!!!!
Ho aperto un sacco di lettere in arrivo, e fra queste ne ho trovata una di Francesca, si, proprio la TUA piccola pulce Cesca, è da parecchio che ci scriviamo, io la informo della vita (vita?) di questi poveretti colpevoli solo di non appartenere all’etnia dominante, e lei……mi aggiorna su di te!
Non arrabbiarti, gliel’ho chiesto io, di tenersi in contatto con te e di monitorarti,
perché avevo paura che tu, dopo l’allontanamento della mamma, e dopo la mia partenza, ti lasciassi andare, come dire, giù?
Comunque mi ha accennato una cosa, una bella cosa, secondo me, che non ti anticipo per non rovinare una sorpresa, ma non so che darei per guardarti in faccia quando leggerai la sua lettera!
Sai, parlando con Miriam una notte, mi ha chiesto, parlavamo delle nostre famiglie, “ Quante volte, in vita tua hai detto a tuo padre?" Ti voglio bene?”
Ed io sono rimasto interdetto, a pensarci bene, forse non te l’ho mai detto, e allora ecco:
PAPA’ TI VOGLIO BENE!!!”
Per la serie: quel gran paraculo di un figlio! Ah quando lo becco! L’abbraccerò
tanto forte da spezzargli almeno quattro costole, è proprio mio figlio è proprio come doveva essere, proprio il bastardo ruffiano che ho impastato!