Oggi non è un buon giorno.
Mio fratello mi ha svegliato, ha iniziato a piangere appena uno spiraglio di luce è entrato dalla voragine vicina al soffitto. Ha paura, lo sento dall'odore.
Lui è appena arrivato, e come suo solito ha bussato sulle grate che ci dividono. Si è fermato su 7824 e compiaciuto è rimasto a guardarlo e a fare dei versi strani. Cerchiamo di stargli più lontani possibile, ma lui riesce sempre a prenderci. Ha quelle mostruose zampe con artigli morbidi, che quando ti afferrano ti si infilano nella carne. E lui stringe, stringe e poi ci risbatte nelle gabbie, se va male.
C'è freddo, e inizio a rimpiangere i giorni in cui la cella dava su quella di mia madre. Almeno ci si faceva caldo, stando vicini. Ma poi l'ha portata via, Lui. Così ha iniziato a darci da mangiare una poltiglia che a me, tutto sommato, piace.
Ma mio fratello non è dello stesso avviso. L'altra sera ha lasciato la metà del pasto, e Lui si è arrabbiato. Ha aperto la cella, e con le zampe gli ha spinto dentro tutto quello che aveva lasciato. Vuole che mangiamo, e più passa il tempo più penso che sia meglio fare tutto quello che vuole. Dopotutto lui è il Padrone.
È entrato nella stanza buia, infondo al corridoio, e poi è uscito e ha preso 7824. Ha fatto un verso strano, quasi amichevole, e poi l'ha portato con lui, chiudendo la porta. Si sentono rumori strani da là, dei rumori che ho paura di descrivere. Passiamo ogni giorno dentro le nostre stanzette, prima ci bruciano sul di dietro, ci danno un numero, poi ci versano la poltiglia. E ogni giorno che si ripete mangiamo e cachiamo.
Lui rientra dalla stanza, da solo. Fa un giro tra di noi, ci guarda. E mio fratello si nasconde in un angolo. Io non ho paura. Aspetto con ansia che mi prenda.
Io non ho paura. So che oltre quella porta c'è una grande stanza, e magari oltre quella stanza c'è un'altra calda stanza con la luce. Ma non la luce che c'è qui, quella che passa dal foro vicino al soffitto, quella che scalda.
Poi ogni qual volta si supera quella porta, nessuno torna. E sono sicuro che là c'è qualcosa di migliore. Tutto è migliore di questo. E poi quei versi che lui fa, sono versi buoni, come se volesse fare dei complimenti.
Poi dalla grata appare il suo muso. Guarda prima mio fratello, poi sposta lo sguardo su di me. E inizia la sua cantilena. Che strani versi che fa. Ma sento la felicità invadermi. Mi faccio addosso. Speriamo che mi prenda.
Apre la gabbia, sono io il prescelto. Mi spinge i suoi artigli morbidi sulla pelle, mi fa male, ma non importa. È il mio turno. È il mio giorno.
Apre la porta, la richiude. Su un gancio è appeso 7824, poi ci sono 4546 e 2345. Dov'è la mamma? Oggi non è un buon giorno.
Lui mi mette a testa in giù. Non c'è nessuna luce, nessun calore, nessun'altra porta.
Prende un coltello, e si avvicina.
Oggi non è un buon giorno.
E penso a mamma e al mio frat...