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La Gita in Barca

Erika aumentò l'andatura, erano già le dieci, ancora non era giunta al molo e non amava farsi aspettare, era solita arrivare puntuale dagli amici, come se avesse sempre il timore di rimanere appiedata, ma adesso era in ritardo.
Quella mattina, Erika si era svegliata sola nel letto, Lara era uscita presto per recarsi presso l'albergo del signor Martin, non voleva arrivare tardi proprio il primo giorno di lavoro. Erika quindi si trovò , sola, di fronte ad un problema che le prese più tempo del previsto "cosa cavolo mi metto per andare sul motoscafo"
Dopo avere rovistato tra le sue cose, si era convinta a mettere il pantalone safari ed il maglioncino di pesante cotone, sentiva freddo, ma come spesso le capitava, cambiò idea più volte.
Eccola quindi, accaldata per l'andatura sostenuta, mentre percorre il molo vestita con un calzoncino corto in bianco tessuto di jeans e una semplice maglietta colorata, il tutto nascosto da un lungo e leggero giubbetto impermeabile color aragosta che scendeva sin quasi alle ginocchia, mentre un cappellino chiaro a visiera la proteggeva dai raggi solari.
Dalla barca, la luminosa cerata arancione di Erika venne notata da Nicole che agitò le
braccia per farsi a sua volta vedere.
<eilà !!... siamo qui>
la aiutò a salire sulla barca e lei notò di essere l'unica con la pelle bianca, con Nicole c'erano altri tre ragazzi di età apparentemente simile, di certo più giovani, pensò Erika.
Slegata la fune che teneva la barca ormeggiata, partirono verso il mare aperto, sotto un cielo azzurro intenso, inseguiti per un piccolo tratto da alcuni enormi gabbiani che forse scambiarono il loro natante per un peschereccio.
Quella barca era equipaggiata con un discreto motore che le permetteva di fendere le
onde con sicurezza e nell'occorrenza era possibile anche innalzare una vela, in quanto era munita di un albero maestro, insomma, per quanto Erika sapesse di marineria, capiva che era una specie di entrobordo a vela. Sulla parte anteriore erano posizionati dei lettini bianchi comodissimi per prendersi il sole, mentre la parte posteriore era coperta da una struttura a teli per garantire un riparo dalle intemperie e dal sole dove dei mobiletti in legno fungevano da dispensa e piccola cucina.
A pilotare la barca era Daniel, un ragazzo alto e dall'aspetto severo che in piedi a dorso nudo, teneva saldamente il timone e ogni tanto muoveva la leva per calibrare la velocità ed Erika capì che lui era l'esperto del gruppo, quello che sapeva come navigare, insomma.. Il Comandante.
Gli altri due, sempre a petto nudo, sfidavano il vento a prua del natante lasciandosi
bagnare dagli schizzi schiumosi sospinti dal vento, e ridendo come dei bambini.
Nicole invece, vestita con una lunga maglia bianca che metteva in risalto la sua
carnagione ambrata, sedeva ai piedi del "comandante" per ripararsi dal vento che le

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3 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Caterina Russotti il 21/01/2014 18:09
    Complimenti per come hai saputo descrivere le scene della storia con dettagli minuziosi sia del luogo che delle persone. L'ho letto volentieri. Brava

3 commenti:

  • enrica. c il 23/01/2014 20:25
    grazie per i vostri commenti
    (Enrica)
  • oissela il 22/01/2014 14:26
    Spruzzi di gioventù e spruzzi di freschezza.
    Il lavoro si fa apprezzare per il suo dinamismo.
    Gradevole dall'inizio alla fine.
    Oissela
  • loretta margherita citarei il 21/01/2014 17:51
    apprezzato complimenti

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