Quando ero molto più giovane, e parlo di addirittura quattro anni fa, avrei voluto essere in grado di spegnere il cervello, e di poterlo fare ogni volta che mi coricavo, cosicché potessi finalmente addormentarmi subito, anziché essere costretto a fare i conti con i resti dei miei sogni, con le mie angosce, e con quel senso di costrizione che mi assaliva ogni volta che il giorno andava a morire.
Ora lo vorrei tenere sveglio, mentre guardo le decalcomanie sulla finestra che cominciano a scollarsi.
Domani ne compererò di nuove, sperando che a "Scarabocchio" vada ancora di attaccarle.
Eh... si. Sta crescendo... e, ad ogni giorno che passa, ho nuovi timori che possa perdere un qualcosa della sua anima di bimbo.
Le vite che si possono avere, fondamentalmente, sono tutte uguali.
Sono fatte di grigio e di luce, ed è solo una questione di illuminazione, quella che ne determina la qualità.
Già... tutto dipende da quanta luce filtra dalla tua finestra sul mondo, o, forse, da quante decalcomanie colorate gli hanno appiccicato sopra.
Però non rammento se la mia finestra di prima ne avesse oppure no... può darsi ne avesse... fatto sta che io non le ho guardate mai.
Allora, se non è una questione di decalcomanie, non può dipendere da altro che non sia la luce che filtra dai vetri grigi.
La vecchiaia... si... la vecchiaia può centrare.
Certo, col trascorrere del tempo, il grigio può incresparsi, e la luce approfittare dei piccoli cedimenti dell'età per riuscire a raggiungere gli occhi... ma non può essere solo quello.
Ora c'è molta più luce colorata, troppa perché dipenda solo dalle mie rughe.
E poi... la mia finestra sul mondo è ancora grigia, più o meno quanto lo era tempo fa.
Che la luce nuova non venga da fuori?
Ho una donna.
Piccola, bella, fragile come un cristallo... spesso mi si spezza tra le dita.
Io passo parte della mia vita a raccoglierne i frammenti e a rincollarli... dentro la mia stanza dai vetri grigi con le decalcomanie appiccicate.
Anche lei sta in una stanza dalle finestre grigie, e non ha molta luce... però... a volte... specie quando si spezza, e io mi chino a raccogliere le schegge, o quando ho appena finito di rincollarle, quella poca luce le attraversa e... per incanto... mille piccoli bagliori illuminano la stanza, e, ognuno di loro, porta con se una voce...
"Ti amo".
Mi ama, ed ha bisogno di me... ed anche se io non l'amassi, perché invece così è, per me, questo sarebbe già motivo sufficiente per amarla.
Quindi, come dicevo, è solo una questione di illuminazione.
Non importa affatto da dove provenga la luce.
I miei vetri sono ancora grigi.
Ogni sera celebro un funerale di qualche mio sogno.
Ancora mi rattrista sfogliare le pagine di un atlante.
Ma c'è molta più luce ora, di quanta ce né fosse quattro anni fa, di quanta ce ne sia mai stata.