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Glui
L'albatro e' l'animale che prediligo perché secondo me e' sinonimo di libertà. L'albatros e' veramente il padrone del cielo; si muove nell'aria con grazia, e sembra essere spinto da una mano invisibile dato che dopo aver preso lo slancio, non muove quasi più le ali.
Scivola al di sopra delle onde fino a sfiorarle, per poi riprendere quota sfruttando le più deboli correnti. I marinai hanno sempre collegato l'apparizione dell'albatro a presagi di vento e di bufere. In passato essi credevano che questi grandi uccelli bianchi fossero le anime dei navigatori morti in mare e che annunciassero l'arrivo di un tornado o di un ciclone.
Come tutte le leggende anche questa in fondo ha un po' di verità : in effetti l'albatro frequenta i mari pi? tempestosi del globo, perché le sue ali non sono adatte al volo a battito, ci deve essere il vento perche' e' essenziale alla sua vita.
A proposito di albatros, vi voglio raccontare una storia ; e come tutte le storie inizia con:
C'era una volta, ma esiste ancora, un albatro di mezza eta', era particolare, non era come tutti gli altri, aveva qualcosa di diverso, sembrava quasi non appartenesse alla sua specie. Si comportava in modo strano come se gli mancasse qualcosa.
Quando era ancora un pulcino, era stato ferito, non si sa' ancora bene se fosse stato un cacciatore o altro, fatto sta' che ne portava ancora le conseguenze, infatti quando camminava zoppicava vistosamente. Quando volava pero', allora era tutta un altra cosa ; si faceva trasportare dal vento, ci giocava e trascorreva la maggior parte del giorno in aria a godersi la sua libertà. Come tutti gli albatros, anche lui era solitario, anche se aveva la suia compagna e i suoi piccoli.
Gluì, questo era il suo nome, un giorno decise di partire per un lungo viaggio intorno al mondo, prima però doveva assicurarsi che la sua compagna e i suoi piccoli fossero autosufficienti.
Era notte fonda, la luna piena riusciva a schiarire quel pendio dove era il suo nido, una piccola rincorsa, e via, il vento lo aveva fatto alzare di parecchi metri: ora era in alto, vedeva tutto più piccolo, i ciuffi d'erba, i nidi le rocce si allontanavano sempre di più. Fece un paio di giri di controllo e via con il vento.
Com'era bello farsi trasportare dall'aria, che sensazione piacevole, Mare e cielo, cielo e mare, la terra quasi non si vedeva più. Le onde si frangevano l'una sull'altra quasi si rincorressero, e se Gluì si abbassava quasi a rasentare l'acqua, veniva spruzzato, e questa freschezza lo rendeva felice.
Ogni tanto trovava qualche pescetto morto che l'acqua trasportava.
Dopo qualche giorno di volo, ancora acqua e cielo, l'alternarsi del giorno con la notte, il sole e la luna che si cambiavano turno come per gioco. Gluì era quasi stanco perchè aveva fatto migliaia di miglia. Aveva incontrato anche qualche aereo a reazione, e quelli si sà sono pericolosi, perchè se ti passano vicino ti possono risucchiare dalle turbine e allora addio mondo!!!
L'albatro era esperto però, e quindi cercava di evitare questi grandi uccelli d'acciaio.
Improvvisamente un piccolo puntino nero in mezzo al mare, una grande virata, e Gluì fu sopra ad un immenso veliero che si innalzava ed abbassava con il ritmo delle onde; aveva delle enormi vele gonfie d'aria quasi stessero per esplodere. Era un occasione per riposarsi un po' e l'albero maestro era l'ideale.
Detto fatto in un baleno fù sopra l'albero. Era notte fonda e non si vedeva anima viva.
Un pisolino era quello che ci voleva, e Gluì decise di chiudere gli occhi. Strano ma anche gli uccelli sognano, e quella notte Gluì sognò la sua compagna e i suoi piccoli, stavano bene quasi non si fossero accorti della sua mancanza.
Gli albatros sono uccelli che vivono soli, si uniscono solo quando e' il momento della riproduzione che avviene circa ogni due anni, quindi c'erano abituati e non ci facevano molto caso.
Hanno anche un cuore, e Glui' si sentì quasi in colpa per averli abbandonati, ma si ripromise che sarebbe tornato dopo aver fatto un po' di esperienze nuove.
Un fischio fece sobbalzare l'albatro, era uno di quei mozzi che probabilmente dava la sveglia. Vide dei marinai uscire dalle cabine e tutti erano indaffarati a fare qualcosa. Si sa che l'albatros non ha paura dell'uomo, è l'unico animale selvaggio che gli si avvicina senza nessun timore.
Gluì pensò che era giunta l'ora di mangiare qualcosa, scese sopra la cabina di comando, qui si vedeva bene, e quei marinai sembravano tutti avere una faccia buona e sorniona. Uno di loro si accorse dell'uccello, aprì una porta, vi entro' e quando ne uscì aveva con se' un secchio pieno di piccoli pesci. Quell'uomo riccioluto, biondo con la pelle bruciata dal sole, ispirava fiducia.
Gluì si avvicinò quasi ad un metro di distanza, e l'uomo gli gettò una manciata di pesciolini, e in poco pi? di qualche secondo, erano finiti nello stomaco del pennuto. questa scena si ripetè pi? volte fino a che Gluì con uno spiegamento d'ali, si ritrovò di nuovo sopra la cabina. Sorrise il marinaio ma l'uccello non gli diede peso. Si appollaiò, e stette lì immobile per alcune ore. Il vento soffiava urlando, mandando ad infrangere le onde contro il veliero, sembrava che piovesse invece erano gli schizzi delle onde stesse.
Sarebbe stato troppo bello fare una vita così, ma si sa Gluì non era questo che voleva, e così , all'improvviso riprese il suo viaggio, non prima però di aver salutato il marinaio con il suo grido, quasi fosse un raglio d'asino, si perchè l'urlo dell'albatro somiglia molto ad un raglio d'asino, ed è per questo che viene chiamato albatros urlatore.
Si ritrovò di nuovo in mezzo all'oceano, in balia del vento. Strano ma quando si parla di destino!! Ebbe la sensazione che qualcuno lo seguisse, girò la testa e vide una splendida e giovane albatros femmina che gli volava accanto; volarono insieme per alcune miglia senza guardarsi, senza trasmettersi nessun segnale. Infine Gluì si presentò, ciao io son Gluì, sono Airam, e se non ti dispiace vorrei volare in tua compagnia. Il maschio si meravigliò assai, non riusciva a capire come e perchè quel bell'esemplare volesse volare insieme a lui, ma non disse niente.
Solo dopo alcune ore, dopo aver pescato qualche pesciolino, e dopo averci pensato sù, si perchè anche gli albatros pensano, decise di accettare la sua compagnia. Verso sera, intravidero dei gabbiani, segno che la terra era vicina, una piccola isola era proprio sotto ai loro occhi, e in men che non si dica erano sopra il cucuzzolo roccioso di un isolotto, dove sotto a strapiombo, si vedevano le onde infrangersi contro gli scogli. Ora che erano sulla terraferma si potevano meglio guardarsi negli occhi, e vi assicuro che si guardarono intensamente, si raccontarono le loro avventure e disavventure.
Ho visto delle goccioline simili a rugiada sgorgare dai loro occhi, che emozioni!!!!
Ma gli albatros piangono? Si, gli albatros piangono lacrime che non hanno il sapore del sale come la falsità e l'egoismo, ma sono lacrime dolci, pure, come può essere l'amore, la sincerità l'amicizia.
Gluì ed airam passarono dei giorni incantevoli e indimenticabili su quell'isola sperduta in mezzo all'oceano. Che oceano era? Ah, non lo sò, so solo che era un grande oceano, dove c'era sempre un forte vento, le onde del mare erano sempre agitate, il rumore assordante ed era ricco di pesce.
Non c'erano altri uccelli, anche se qualcuno passava in lontananza forse anche loro in cerca di nuovi mondi, nuove emozioni. I due albatros non si persero neanche un tramonto ne un'alba, ogni volta che la grande sfera rossa si immergeva all'orizzonte spegnendosi, per poi riemergere il mattino seguente più pallido ma non meno suggestivo, i due pennuti erano lì , appollaiati sopra quelle rocce, guardando, anzi ammirando stupiti, ciò che io definisco il segreto della vita: la natura.
Ora erano in due, potevano affrontare insieme la vita, potevano essere felici insieme, ma Gluì non si era scordato di avere una compagna che dall'altra parte della terra lo aspettava: era la sua vita!!
Si avvicinava l'ora della riproduzione, e anche se può sembrare strano, il maschio è fedele e sentiva il desiderio di ritornare. Ritornarono insieme ad Airam. Ora anche lei ha un nuovo compagno.
Gluì ed Airam sono rimasti dei grandi amici, ed ogni tanto, quando il vento soffia forte, si fanno trasportare in alto, sopra le nuvole dove il cielo è azzurro, forse si guarderanno negli occhi, e forse una dolce goccia di rugiada scendera' , ma non cadra' mai in terra, perchè il vento stesso la dissolverà.
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