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Negli spazi siderali

La notte astrale si preannunciava splendida. Come diamanti sciolti le stelle lanciavano il loro magico riverbero su tutto il creato. Due sagome ondeggiavano libere e veloci tra gli spazi bui e silenziosi. Lontano oramai era il luogo che li aveva ospitati.
I loro corpi sottili rifulgevano nello spazio di qualche metro e, accostandosi,
andavano a formare un piccolo sole.
Astrid osservare con candore ed estrema curiosità pianeti e satelliti. Di quella
porzioni di universo ne voleva respirare le viscere e imparare da essa. Riceveva
ulteriore energia e benevolenza dall'altro organismo etereo che le stava a fianco.
Actarus era il suo nome. Sebbene avessero un nome maschile e femminile, entrambi non
possedevano sesso. L'unica caratteristica che li differenziava risiedeva nella maggiore
possanza di Actarus.
Prendendogli la mano, Astrid disse:
"Vieni, andiamo più in là, dove quel piccolo pianeta se ne sta silenzioso davanti a quel minuscolo
sole..."
"Certo, ha risvegliato in me delle emozioni latenti..."disse Actarus sorridente.
Mano nella mano, con sentimento fraterno e per nulla malizioso si librarono con le sole forze
cinetiche e astrali.
"Questo luogo mi attira e mi intimorisce allo stesso tempo..." esclamò Astrid.
"Non sei il solo. Anche io sento quello che senti tu. Più che timore parlerei di un senso di oppressione..."
disse Actarus più controllato. I loro corpi lucenti si indebolivano a mano a mano che si avvicinavano al globo.
Malgrado tutto i loro volti erano smaniosi di osservarne la vita. Per loro era un'avventura da vivere anche nel suo aspetto misterioso. Per questo si convinsero a uscire dal loro piano dimensionale e scoprire cosa c'era "dall'altra parte".
Decisero di fermarsi appena sopra la troposfera per evitare di respirare possibili agenti contaminanti che si sarebbero mischiati con i loro purissimi e delicati organismi.
Videro tante forme di vita muoversi, correre, annaspare, litigare, ridere, piangere, disperarsi, rallegrarsi, nascere, morire...
Astrid ebbe un improvviso lampo che oltrepassò impetuosamente le sue cellule cerebrali. Per contro anche Actarus ne fu inondato e i due godettero di una comunione animica e astrale senza precedenti.
"Credo ora di ricordare. Sono stato un essere umano. Se uomo o donna non lo posso sapere, anche perchè non conosciamo la definizione di genere maschile e femminile; ci siamo emancipati oramai da questi limiti fisiologici e culturali" asserì Astrid nella piena consapevolezza della propria rimembranza.

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1 recensioni:

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  • Auro Lezzi il 05/02/2014 08:00
    Anche tu da quelle parti...

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