Guardo fisso davanti a me, cercando una soluzione che non dipende da me.
Aspetto lo squillo di un telefono, il suono di un citofono.
Aspetto la vita che ho davanti.
L'orologio scorre, il sole sale e scende, e io resto qui, ferma e immobile sul divano, aspirando a persone e a cose che non ho, immaginando di essere nella vita di qualcuno diverso da me.
L'unico tentativo di lottare contro questa staticità, sembra essere poggiare una penna su un foglio.
Per ora non resta che continuare a resistere, a non cadere.
Le labbra continuano a parlare, le gambe a camminare.
Nulla impedisce alla mente di pensare.