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Il pasticciogoloso
C'era un piccolo negozietto di pasticceria, si trovava nella zona più frequentata di un piccolo paesino di provincia: ridente cittadina sormontata da una collina sempreverde sia in estate che in inverno, sia che ci fosse il sole che la pioggia. Il proprietario, a riassumere il suo carattere in un'immagine, lo si poteva paragonare per assurdo all'insegna che recitava a caratteri gommosi bianchi e gialli come i mirabolanti cordoni, la scritta: "PASTICCIOGOLOSO" sul fronte del suo irresistibile locale. Ma era molto riduttivo, perché dentro si spalancava un mondo che aveva preso forma dalla mente geniale di un uomo speciale. Bradley, questo era il suo nome era una persona creativa, spiccata con una fantasia galoppante. Tutti lo conoscevano in paese e d'altronde lì, tutti si conoscevano tra loro: la comunità era formata da poco più che un centinaio di anime. Ma la sua fama si era spinta oltre, lontano. Tra le viuzze di campagna che collegavano le cittadine; dove calessi in legno diventavano latori di un messaggio; alle taverne lungo strade battute; salendo per ripidi tornanti; nelle casupole con tetti di paglia e fieno, insomma ovunque si spandeva come germogli di grano buttati a grandi manciate la sua formidabile arte.
Fin da piccolo si era appassionato ai dolci, ma non come si poteva immaginare, essendo un bimbo, nel mangiarne per assecondare i piaceri del palato; ma diventandone l'artefice. Assieme alla mamma sin dai dieci anni di età, si metteva in cucina a impastare, stendere e non ultimo a fare delle vere e proprie opere di pasticceria.
Ben presto carpì l'alchimia di questa straordinaria arte per farne propria l'essenza stessa. Le dosi erano combinate perfettamente senza l'utilizzo della bilancia, mettendo insieme gli ingredienti con un'abilità da scienziato provetto. Si destreggiava come un acrobata da circo, inventando e reinventando se stesso. Era visto come una bambino prodigio. Iniziò a sperimentare e, vista la sua formidabile capacità di trasformare le materie prime in dolci, cioccolate, caramelle di ogni genere, i genitori, costruirono lui un piccolo laboratorio dietro casa. Qui per diletto, fece i suoi primi passi verso quello che sarebbe stato un trionfo. Inizialmente faceva assaggiare le sue creazioni agli amici più stretti, ai parenti, ma nella cittadina non si faceva altro che parlare del prodigio del bambino dalle mani d'oro, giungendo sempre più persone, nella bottega, incuriosite dal grande talento di Bradley.
Un giorno andò con la madre in paese, non gli era stato detto niente ma erano tutti coinvolti al lieto evento. Le strade erano deserte quella mattina, un fatto eccezionale, lo trovava curioso Bradley, " stamane sono tutti rinchiusi in casa" disse alla madre, " saranno tutti a casa con la febbre", le rispose in tono scherzoso. Camminarono lungo la strada principale per fermarsi, bruscamente, " che succede?" disse Bradley, " non so vedilo con i tuoi occhi!" Lui non capiva, si trovavano di fronte la piazza centrale dove zampillava la stupenda fontana con la sirena e la sua lunga coda ricurva; proprio nella zona antistante, dove sfilavano gli eleganti portici di un colore rosa pastello con gli edifici del prefetto, del comune e le scuole. Ritornò con lo sguardo dove si trovavano; di fronte sfilavano i negozi più in voga: la Signora Matilde con il suo adorabile negozio di merletti e ceramiche più famose della contea, andando più indietro con la testa vide il negozio dell'orologiaio Tommy, con la sua precisione maniacale per questa infallibile disciplina che lui aveva migliorato e reso impeccabile; e ancora il giocattolaio Riddy che faceva ancora a mano pezzo per pezzo, servendosi di abili artigiani, le sue prestigiose bambole e giocattoli della più incantevole fattura; ma sempre più stupito Bradley notò che non c'era nessuno all'interno.
Ma gli sfuggì un particolare: erano fermi all'angolo, dove un locale sfitto da anni era da tempo inutilizzato. Messo a fuoco, non osò parlare, c'erano dei teloni che ne ricoprivano la facciata d'ingresso, il cuore gli batteva all'impazzata. Scansarono il telo, " Vai" le disse la madre, lui entrò e non credette ai propri occhi. Gridò di gioia era al massimo della commozione. C'erano tutti dentro ad aspettarlo: uno scroscio di applausi lo invase da parte a parte, c'era Tommy l'orologiaio, la signora Matilde, il padre che gli si avvicinò, abbracciandolo: "non te l'aspettavi eh!!", " non questo no, davvero é troppo!!" disse con un filo di voce strozzata mentre le lacrime gli scendevano copiose senza che riuscisse a dominare l'emozione forte che provava in quel momento di intensa gioia.
Fu un giorno memorabile e da quel momento si buttò a capofitto nel suo lavoro con spirito di sacrificio.
Quel giorno, però, anche se Bradley non se ne accorse, non avevano partecipato proprio tutti, mancava all'appello il figlio del compianto negoziante che aveva occupato quelle pareti per più di venti anni. Non gli era andato giù quanto era stato deciso. Il negozio apparteneva a lui per discendenza, un giorno ne avrebbe fatto ciò che più desiderava. Erano passati decenni senza che mettesse in atto il suo proposito. D'altronde il locale, come tutti i locali della cittadina erano di proprietà del comune. Per rispetto nei confronti del defunto padre i consiglieri avevano concesso la deroga alla concessione di Ridley, ma non volendosene liberare, lui, per pura possessione, avevano deciso, di comune accordo di darlo a Bradley.
Da allora erano passati otto anni e Bradley aveva sempre l'affetto di tutti in paese e lui molto spesso contraccambiava con le giornate di svago, come lui amava chiamarle. Organizzava assieme ai consiglieri, delle manifestazioni, coinvolgendo tutta la comunità. C'era chi si occupava della musica, chi di organizzare giochi di piazza e chi come lui metteva al servizio dei cittadini la sua "maestranza". Riuniva tutti i suoi più talentuosi collaboratori decidendo sempre di volta in volta i dessert che avrebbero servito con tanto di presentazione allegorica. I dolci, come per magia prendevano vita: creature di un mondo fantastico, zoomorfe, cavalli alati, nature morte, cesti di frutta con mele, pere, kiwi che contenevano dei ripieni gustosi; torte di dieci piani che serviva una scala per poterle sporzionare e ancora; cioccolatini con facce buffe; simpatici biscotti a forma di orsetto, fate che piacevano tanto alle bimbe della contea. Bradley ne faceva sempre in gran quantità per accontentare tutte: erano rosa, gialle, con ali finissime fatte con zucchero caramellato, e avevano gambe esili e piedini scolpiti come se fossero delle creature viventi, ma svanivano, misteriosamente, ritornavano nei boschi fatati come spesso amava raccontare Bradley, per non far sentire in colpa le bimbe: ogni parte andava mangiata, diceva loro"... e se non lo fate le anime delle fatine rimarranno intrappolate". Molte bambine ci giocavano il più possibile ma poi vinte dalla golosità e dal desiderio di vederle spiccare il volo verso le loro dimore incantate, accontentavano il volere di Bradley.
C'erano delle panchine al bordo piazza, Bradley ci si era seduto a godersi la festa dopo che si era dato da fare fino a notte fonda. Ora, guardava il risultato, a lavoro ultimato: era stata dura, ma veniva sempre ripagato grandemente dall'affluenza di gente che partecipava con grande gioia.
Stavano tutti intorno alla tavola gustando i dolci, c'era chi già sazio andava a ballare; altri parlavano, si intrattenevano elogiando la festa; le matrone che non aspettavano altro tutta la settimana, ingorde, riempivano i piatti delle leccornie andandosi ad infilare in qualche angoletto facendo chiacchere di piazza, spettegolando, e non potendo credere ai suoi occhi, Bradley vide Ridley. Non era mai venuto dacché si erano istituite le feste. Era nascosto, però, sotto i portici, era evidente che voleva passare inosservato, era circospetto e manteneva la sua calma subdola. Lo vedeva mentre passava di colonna in colonna, si fermava dietro una di esse e poi riprendeva a camminare come se si stesse recando di gran lena da qualche parte.
In mezzo alla confusione non si era accorto che qualcuno lo osservava a distanza. Un ultimo scatto ed era sgattaiolato via. Era una persona losca, Bradley non aveva mai avuto grossi problemi dopo aver preso possesso del locale, occhiate di striscio lo mettevano a disagio quando lo incontrava per caso, erano taglienti e molto più infuocate che le parole che non pronunciava. In una sola occasione aveva trovato degli escrementi davanti al suo locale, e un'ingiuria sulla serranda. Venne eliminato sia l'escremento che la scritta, sapeva chi fosse stato, solo lui aveva un astio nei suoi confronti, ma non lo disse mai a nessuno.
Tutto era tornato alla normalità: la cittadina viveva della quotidianità di ogni giorno.
Al sole delle sei il campanile della chiesa si allungava sul lastricato e latrati di cani tagliavano in due il silenzio sceso, le saracinesche si abbassavano dopo un intera giornata di lavoro e la sera arrivava a concludere la baldanza, il ritmare di strade, di genti indaffarate, si impadroniva di una calma suadente di cui investiva la contrada.
L'unico locale aperto rimaneva la locanda di Mirandola: chi non era a casa per l'ora di cena, o era un matto che vagava senza meta o si trovava nell'unica locanda esistente del paese. Gli avventori spesso sono gente di passaggio che è diretta chissà dove e gente del paese, per lo più uomini o donne di facili costumi. Vi andava anche Bradley per riflettere, davanti a un boccale di birra. Era assorto a pensare alle sue nuove ricette, ma di colpo davanti agli occhi rivide la scena di Ridley, e mentre rifletteva nel giro di pensieri che gli invadevano la mente, sentì di colpo una voce, " mi posso sedere?" , alzò lo sguardo. Era Cervantes, un uomo canuto, saggio si vociferava, non rivolgeva parola a nessuno se non per parlare di storia che gli era passata sopra, brutale, durante le guerre combattute o per dare dei consigli dall'alto dei suoi anni; " si, certo" disse lui con un certo imbarazzo" come vanno gli affari ragazzo?" " bene grazie, mi impegno affinché vadano bene". Cervantes si fece serio e iniziò a parlare" voglio metterti in guardia, Bradley, la settimana scorsa alla chiusura del tuo negozio, poco dopo l'orario di chiusura ho intravisto Ridley che si fermava proprio di fronte la tua saracinesca, poi l'ho rivisto, - fece una breve pausa - qualche giorno dopo, passare sempre di fronte al tuo negozio, sempre dopo l'orario di chiusura, si é fermato per qualche secondo, facendo due o tre manovre col capo, come se guardasse dei punti precisi, capisci, forse a qualcuno sarebbe potuto sembrare un gesto come un altro, ma io ho intuito qualcosa. Poi il giorno della festa..., mi ero allontanato per andare a casa mia a prendere la mia pipa, che mi ero dimenticato, e l'ho rivisto, ma stavolta era salito nella biblioteca comunale, a quel punto l'ho seguito di soppiatto, si aggirava per gli scaffali di diritto giuridico, non so perché mi è venuta l'idea che potesse trattarsi di qualcosa che ti riguardasse anche in quel caso, e poi aveva un'aria circospetta, capisci, come se nascondesse qualcosa, non che fosse proibito andare in quel posto, ma forse avendo scelto quel giorno e e quell'ora, sai..., in cui tutti erano ai festeggiamenti di piazza, beh mi è parso strano e da come si muoveva si capiva che non voleva essere visto. Non vorrei allarmarti, ma mi pare che qualche tempo fa ho trovato una scritta sulla tua saracinesca o no?? Immagino che sia stato tu a cancellarla, non è forse vero? E probabilmente non l'hai confessato a nessuno - fece una lunga pausa - non ho forse ragione? ". Dio mio, pensò Bradley, la madre le aveva detto spesso che Cervantes era un tipo riservato ma in gamba, acuto, con una spiccata personalità, e che conosce tutto, e che ha mille occhi persino nel silenzio di una cittadina, ma lui non le aveva mai creduto, lo vedeva come un vecchio taciturno e basta non gli aveva mai dato quella capacità di attenzione che sfoggiava ora, senza peraltro nessuna forma di arroganza. Adesso che lo aveva davanti, a pochi metri di distanza poteva scorgere uno sguardo non di un vecchio disattento ma di un uomo dagli occhi vivi e scrutatori. " Ma allora è vero che sei l'occhio di questo paese!! e continuando a parlare- si, l'ho tolta io la scritta e anche gli escrementi che avevo trovato una mattina prima di aprire il negozio davanti la soglia, comunque anche io ho avuto delle strane sensazioni, quella volta alla festa l'ho visto anch'io aggirarsi dalle parti del comune, non voleva farsi vedere, era chiaro, andava a passi spediti in un posto, adesso so..., grazie di avermi messo al corrente, starà tramando qualcosa, di certo, e forse presto sapremmo di cosa si tratta".
Nei giorni seguenti Bradley, aveva pensato a cosa avesse in mente Ridley, forse voleva introdursi nel suo negozio, voleva distruggere i macchinari o peggio ancora rubare le sue ricette. Ci avrebbe messo anni a ripagare il debito, il locale era coperto dall'assicurazione, avrebbe fatto bene ad aumentare la polizza. Certo, ma se si fosse impossessato delle ricette, brevettate solo da lui, il danno sarebbe stato ancora più incalcolabile. Solo lui le conosceva, non le aveva ancora depositate, di volta in volta le perfezionava, alcune erano pronte, altre in via di sperimentazione. I collaboratori lo aiutavano nelle preparazioni, ma solo Bradley poteva dosare gli ingredienti. Era stato consigliato dal suo avvocato, grande amico fin dai tempi dell'infanzia e stava mettendo a punto un sistema per "sigillare" le ricette in una apposita banca dati.
Bradley stava studiando il modo più creativo per fabbricarla, si sarebbe servito di macchine costruite servendosi degli stessi ingredienti di cui erano preparati i suoi dolci. Aveva iniziato a progettarle: si dovevano reggere attraverso ingranaggi ben collaudati, aveva fatto dei modellini, ci lavorava la notte, nella sua villa. Era lì, nell'intercapedine della casa, che sarebbe dovuta nascere la sua banca personale.
Sarebbe stato un regno capovolto dove a regnare erano i dolci, "pensare..., la banca più golosa del mondo". Diceva tra sé e sé, entusiasta.
Bradley aveva fatto talmente sua l'arte di cui viveva da potervisi immedesimare. La notte quando calava il sole, si distendeva sul letto, e le macchine prendevano vita: si immaginava carammelle infilate in ritagli di cioccolata a infragorossi, che divenivano le sbarre di accesso della sua inaccessibile banca, aveva trovato il modo per avere combinazioni diverse per le ricette che avrebbe destinato alla morte a una persona fidata con una vera passione e talento. Non era così ingenuo da non capire che la maggior parte era interessata al guadagno piuttosto che all'arte che si cela dietro.
Stava acquisendo principi di meccanica che si compenetrassero con elementi organici preparati da lui in laboratorio, alcune avrebbero avuto forme ragguardevoli, colossali, altre, invece, sarebbe state più piccole e meno complicate a seconda anche del grado di importanza: fragole gelatinose che contengono la ricetta per la miele, mela farcita: racchiuso tra un morbido e colloso intingolo di succo di fragola con taglienti chiodini di zucchero raffermo che ne ricoprono la superficie. Il bon bon detonante con crema dolcificante pari a tante piccole bombe di granelli di zucchero appiccicosi che contiene appunto, la ricetta del bon bon; la stella biscottata che ruota come una macchina infernale in tondo con punte aguzze di cioccolata fondente, che contiene la ricetta dei biscotti stellati e caramellati di glassa simpatica. La sua preferita però era la pappa panna. Ci aveva messo dei mesi a progettare la macchina che avrebbe custodito gelosamente la ricetta della panna montata come base per preparati di deliziose torte, mai inventata prima. Progettò una meringa di proporzioni considerevoli, sarebbe servita un'unica stanza per contenerla. L'ingranaggio interno era degno dei più grandi inventori del secolo, era come già pronto nella testa di Bradley: un orologio occupava il centro dell'enorme meringa, riccioli di cioccolata finissima lo avrebbero intrappolato, poi era arrivata la parte più difficile. Ci aveva impiegato mesi interi per capire quale era la formula che avrebbe bloccato l'innesco di frantumazione delle cellule della panna, la ricetta per una panna che non smonta mai! Si era scervellato, ore e ore passate a risolvere il potente enigma. Un giorno mentre stava servendo la tazza di cioccolata a un bambino, la soluzione gli cadde tra le mani. Pensò a come avesse fatto a non pensarci subìto. Era talmente perfetta: delle molecole di zucchero granellate sarebbero state incorporate con triangoli di gelatina micro pastellata ed infine gli stami di polline con la panna incorporata avrebbe retto la montatura per gli anni avvenire.
L'aveva sperimentata ed il risultato era stato quello sperato. La panna infine avrebbe bloccato all'interno il nocciolo con l'orologio che conteneva la ricetta della pappa panna e chiunque avrebbe tentato di sbloccare l'enorme meringa sarebbe stato travolto da una panna che una volta sprigionata avrebbe inghiottito chiunque nel raggio di dieci metri.
Naturalmente non erano macchine assassine, non avrebbero ammazzato nessuno: un sistema centrale di allarme era inserito in ogni angolo della futura banca dati e sarebbero intervenuti i poliziotti del quartiere se qualcuno si fosse introdotto. Progettare le macchine in quel modo strambo era stato un divertimento per Bradley. Tuttavia arrivare alle ricette sarebbe stato praticamente impossibile perché ognuna sarebbe stata racchiusa in rotoli di pasta sigillata con una fusione di zuccheri grezzi. In fondo Bradley sapeva a memoria le ricette, e chiunque fosse stato scelto come il successore se ne sarebbe appropriato inserendo un codice segreto che avrebbe sbloccato ogni sezione di quel labirinto ben congegnato. Questo sarebbe stato riposto nel piano più segreto, in un accesso che solo Bradley e sua madre avrebbero conosciuto.
Passò un mese, Bradley aveva quasi dimenticato l'accaduto, quando una mattina giunto al lavoro, trovò le serrande forzate. Qualcuno vi era entrato e sembrava che quel qualcuno stesse cercando qualcosa. Bradley solitamente era solo, ma quella mattina era accompagnato da Carol, una delle sue più fedeli assistenti. Avevano alzato la serranda che presentava il lucchetto forzato, "È stata riabbassata dopo che si sono intrufolati, guarda Bradley, chi può essere stato??. Magari un tipo della locanda, di passaggio che ha cercato dei soldi, qualcosa di valore?". Bradley non disse nulla. Entrarono, era tutto sotto sopra, non solo: c'erano le carte fuori dai cassetti e i mobili spostati e divelti, ma anche la cioccolata, le barrette mille gusti, i cioccolatini contenuti nei barattoli di vetro, le torte conservate nel frigo, tutto era buttato a terra. Era chiaro che l'avevano fatto in segno di sfregio, e anche per mascherare il vero scopo della rapina. " dio mio!" Disse Carol, che guardava Bradley per capire che tipo di reazione avrebbe avuto, ma lui passò oltre, andò nel retro bottega, aveva tolto tutto ciò di cui forse quel vigliacco aveva davvero bisogno: le sue ricette. La rabbia trasalì e una smorfia dura si evidenziò sui tratti del suo volto che adesso appariva tirato, " Questo, è solo l'inizio" , " Cosa hai detto??" " no niente, oggi si chiude, sistemeremo tutto domani, mettiamo al corrente gli altri" . Adesso andiamo, ci sarà tutta la giornata di domani per rimettere tutto a posto". Bradley voleva ragionare, stare da solo per valutare il da farsi.
Andò al comune, si voleva mettere al riparo, e avere un aiuto solidale, non era più il caso di tacere.
Al comune trovò Serpago, lui era uno degli avvocati più in vista, ed era anche membro del consiglio, e non da meno era il suo più grande amico. Decise di rivelargli tutto. Voleva farsi consigliare su come muoversi. Lui che era un uomo di giustizia avrebbe sicuramente saputo cosa fare. " allora, non ti devi preoccupare, innanzitutto per evitare che ciò ricapiti, posizioneremo delle telecamere a circuito chiuso, quello che il ladro cercava non l'ha trovato ma l'atto vandalico è stato commesso, quindi è meglio stare in guardia. Non cercare subito di incolpare lui, sarebbe inconcludente non avendo uno straccio di prova, dobbiamo agire per strategie, magari metterlo in trappola in modo da farlo confessare", lo interruppe, " sai ho già tutto pronto per quel progetto della banca dati, vorrei iniziare da subito, mi serviranno delle persone fidate, mi servirò dei miei aiutanti. Chiuderò per un mese l'attività, mi serve anche come una pausa per riflettere e mettere al sicuro il lavoro di anni, ah! a proposito, conosci per caso un'impresa edile seria con validi muratori per tirare su le stanze, e scavare più in profondità, ma solo nella fase iniziale, sai, poi sarò io a occuparmi della costruzione interna". " ma non ti serve un aiuto da parte di persone competenti per il cavò?" , " no ora ti porterò a far vedere cosa voglio realizzare" . Andarono a casa di Bradley, l'amico rimase a bocca aperta, non credeva che potesse cavarsela anche con conti di quantistica, ingegneria, e poi quelle macchine fatte di composti per dolci, era una cosa meravigliosa, si stupì a tal punto che dovette inchinarsi a lui, " sei la persona più geniale che io abbia mai conosciuto!". Bradley era felice di aver riscosso il plauso dell'amico. Il giorno dei lavori era vicino, aveva spiegato ai collaboratori cosa avrebbero dovuto fare, i muratori avevano fatto le pareti divisorie. Ogni macchinario sarebbe stato creato in loco. Ma al terzo giorno di lavoro, arrivò una busta di un avvocato sconosciuto. Bradley la aprì e lesse.
Caro signor Bradley, lei é contravvenuto in spiacevoli eventi causati dalla mancata firma sull'atto di proprietà del negozio di cui ora lei occupa indebitamente le mura.
Il signor, Ridley, mio assistito è stato privato di un bene in suo possesso senza delle valide ragioni, pertanto le consiglio di lasciare il locale altrimenti sarò costretto a citarla in giudizio.
Cordiali saluti
L'avvocato Ciambellari.
Bradley ebbe un capo giro, si sedette, chiamò l'amico che prontamente gli disse di non preoccuparsi: " me ne occupo io, tu non ti devi preoccupare, conosco bene l'argomento in questione, stai tranquillo".
I lavori continuarono, Bradley si fidava ciecamente di Serpago, non aveva niente di cui preoccuparsi, se gli assicurava che poteva risolvere il caso, poteva dormire sonni tranquili.
Ci volle più di un mese e mezzo per creare la Banca. Gli ingranaggi avevano avuto delle battute di arresto, ma dopo numerosi tentativi Bradley e i suoi assistenti riuscirono a mettere in piedi anche la macchina della pappa panna. Era immane alta tre metri. C'era voluto un quantitativo di panna pari a diecimila bombolette spray. La meringa era variegata alla crema, che stava nello strato esterno della meringa. Bradley si era fatto costruire uno stampo dal fabbro Timothy, di latta, per avere una leggerezza tale da poterlo spostare una volta solidificata. Avevano colato la prima sostanza nel primo spazio che si stendeva sull'intera superficie dello stampo, servendosi di pompe per sparare la crema al di sotto, ai lati, fino a giungere sulla sommità. Poi era arrivata la fase più delicata: versare la pappa panna al suo interno. Per fare ciò, ci erano voluti sette lunghi giorni, " il tempo che ci ha messo nostro signore per fare la terra!! - diceva Bradley scherzosamente - non è una favolosa coincidenza!!" .
La pappa panna veniva mescolata accuratamente, aveva una lavorazione più laboriosa rispetto a qualsiasi altro impasto. Bisognava amalgamarla con cura, facendone piccoli quantitativi che venivano sparati da un bocchettone a getto d'aria. Solidificata si procedeva a metterne dentro altra, e così via via fino a raggiungere lo strato esterno.
Gli artigiani lavoravano senza sosta, erano così fedeli al " padrone" come simpaticamente lo chiamavano che facevano anche gli extra senza battere ciglio. Era un onore stargli a fianco in questa operazione che non aveva precedenti. Avrebbe pure potuto aprire un museo della banca dati più stramba del mondo. Le più piccole macchine erano state le più divertenti da fare. Le fragole, le albicocche, i biscottoni, era stato più semplice di quanto non pensasse.
Ma a lavoro finito, gli giunse una nuova lettera sempre dell'avvocato Ciambellari.
La lesse di getto, ma non capì veramente se lo stessero prendendo in giro, si erano attaccati ad un cavillo giuridico che aveva dell'assurdo.
L'avvocato lamentava il fatto che la tenda del suo negozio, sbatteva a terra l'ombra e che questo poteva essere esteso in quell'articolo che si inseriva nella proprietà considerata di tutti, che era stata, di fatto violata. " dall'ombra- ripeté incredulo Bradley". Era inverosimile e addirittura era una legge applicata a tutti gli anni in cui la tenda aveva sostato, ben quattro, retroattiva come riportava la lettera, e doveva pagarli entro un mese, altrimenti gli sarebbe stata tolta l'attività.
Rimase incredulo, chiamò l'amico, pensando che fosse una beffa. Ma in realtà non lo era affatto. Serpago gli spiegò che alcuni codici se presi alla lettera potevano arrivare al parossismo, era il caso di quella minaccia, che aveva le carte in regola per muoversi secondo il codice della legalità. "Dovrai attendere qualche giorno perché metta a punto una strategia, amico mio, dovrai pazientare un po, deve studiare attentamente il caso".
Aspettò con ansia il responso. Nel frattempo tutti in paese non facevano altro che parlare di ciò che stava succedendo al più straordinario pasticcere che la storia abbia mai visto. Vedevano quell'andirivieni da casa sua dei suoi fidi collaboratori che tenevano sotto chiave il segreto. Bradley pensava fosse stata una mossa saggia non dire nulla e far tacere tutti quelli coinvolti al progetto. Pensava che con quello stratagemma avesse distratto almeno parzialmente dai suoi propositi Ridley.
Serpago si sarebbe preso più tempo per ragionare. Aveva avuto dei seri problemi. Pensava che avessero trovato un imbroglio bello e buono a consumo, spregiudicato, ai danni di un onesto cittadino solo per l'egoismo di un essere spregevole. Era chiaro che Ridley, aveva fatto di Bradley la sua vittima sacrificale, e a quanto pare voleva arrivare fino in fondo, schiacciarlo come uno scarafaggio. D'altronde non c'era da stupirsi, il padre era sempre stato amareggiato del comportamento insano e immorale che teneva il figlio, che si era sempre e solo preoccupato di sé stesso. Tra l'altro non aveva mai aiutato il padre in tutti gli anni di attività che era stato aperto, il suo era solo un capriccio di un adulto poco ragionevole che si era reso ridicolo di fronte a tutto il paese. Era rimasto da solo con la sua povera moglie e una figlia.
Tutti lo evitavano in paese perché aveva dato rogne a diversa gente del posto con illeciti propositi di voler dettare legge. Adesso ne faceva davvero uso, attraverso un avvocato penalista senza un briciolo di scrupolo e di rispetto nei confronti della professione che esercitava. Serpago era sempre più convinto che avrebbe dovuto affrontarlo sullo stesso piano servendosi della materia giuridica per fare meno danni possibili. La strategia sarebbe stata pronta tra poche settimane e allora sarebbe stato in grado di affrontare il drago con le punte avvelenate. Magari non avrebbe ottenuto una vittoria schiacciante, ma avrebbe reso un servigio onesto al suo amico, facendo il possibile per contravvenire a spiacevoli ripercussioni sul piano professionale.
Si incontrarono e gli spiegò a grandi linee come si sarebbe mosso, Bradley in cuor suo era preoccupato, non lo nascondeva ma sapeva anche che l'amico stava facendo tutto ciò che era in suo possesso per aiutarlo, ma, adesso più che mai temeva per il suo futuro. Oramai era una questione di principio, però sarebbe arrivato fino in fondo, anche lui, col suo proposito di non dargliela vinta e uscirne a testa alta.
Era stata fissata l'udienza, tutti ne erano ormai a conoscenza del fattaccio e nessuno risparmiava al carnefice occhiatacce che lui respingeva con rimbrotti e toni aciduli senza che se ne sentisse colpito nella coscienza.
Bradley aveva finito l'enorme banca e un'insegna metteva al corrente, di quel via vai che c'era stato fino a un mese addietro; su cosa era celato all'interno di quelle mura e mentre la gente passava davanti, sussurrava parole come " ci sarà una miniera..., chissà quanti milioni ci saranno conservati". Naturalmente era stato frainteso, lì era conservato sì una miniera, ma non di carta stampata o lingotti d'oro, ma commisurato alla passione del suo sapere.
Voleva mantenere ancora per un po' questo segreto e quando fosse stato il momento lo avrebbe disvelato.
Intanto continuò la sua attività, non era stato interdetto dal non farlo. Ridley lo voleva mettere spalle al muro, il primo tentativo era stato respinto da Serpico, per la sua formidabile abilità di esperto avvocato: aveva spesso assistito pezzi importanti della società, ma Bradley si fidava soprattutto perché non era mai stato un'arrivista, nemmeno il tempo o il mestiere che aveva intrapreso l'aveva cambiato. Aveva sempre accettato cause giuste e anche con la migliore delle offerte se, pensava che l'assistito voleva fare solo i propri sporchi interessi preferiva non accettare. Ed era eccezionale trovare un avvocato di sani prìncipi come lui, Serpico era uno di quei pochi che si era appassionato alla giurisprudenza con tale impeto da non poterla tradire.
La gente affluiva più che mai al negozio, anche per tentare di ricevere qualche informazione da Bradley, ma lui responsabilmente passava oltre, non rendendosi antipatico o innervosito dalle domande che gli piovevano addosso bensì riuscendo a far intendere che la causa era impervia che c'era da aspettare per vedere cosa sarebbe successo. Tra l'altro non volendo, ma anche su consiglio di Serpico che aveva detto.."mi raccomando voglio il massimo riserbo", aveva messo in giro voci che erano arrivate all'orecchio di Ridley che adesso credeva di avere in pugno la situazione.
Il caso si sarebbe discusso con l'aula aperta, tutti avrebbero potuto assistire, così era stato deciso.
Il primo giorno d'udienza era arrivato con una tale velocità, Bradley era agitatissimo, ma cercava di mascherarlo il più possibile, dentro fremeva.
Il tribunale era situato poco fuori la cittadina, si sarebbero dovuti recare a Glasgou, che distava una buona mezz'ora.
Chi poteva si era tenuto libero, volevano dare sostegno al loro caro concittadino, non volevano che fallisse, ed erano tutti stretti intorno a lui, per dargli manforte.
Era uscito di casa alle sette in punto, vestito in giacca e cravatta, non aveva dormito tutta la notte, si sentiva un peso addosso schiacciante come un macigno. Ad aspettarlo c'era Serpico, che con disinvoltura sosteneva il suo amico " non ti devi preoccupare di niente, penso a tutto io, fidati", "mi fido, altrimenti non ti avrei affidato il caso che deciderà della mia vita ", " abbi fede" .
La strada da fare percorreva uno stradone quasi in rettilineo, una carrozza li avrebbe condotti a Glasgou, i genitori di Bradley, lo seguirono come delle ombre che gettavano sulla strada polverosa il loro dolore nel vedere il figlio così affranto ed esposto ad una simile prova.
Smontarono, era il deserto fuori dal tribunale, i due avvocati si sarebbero dovuti incontrare prima al cospetto del giudice, e dopo avere messo le firme per iniziare la procedura, si sarebbe potuto aprire il processo.
Ciambellari era arrogante persino nel rivolgersi al giudice, sembrava avere più nozioni degli altri e le snocciolava con superbia, vezzeggiandosi come una prima donna, ma sapeva cosa dire e come dirlo.
Dal canto suo Serpico si era comportato da serio professionista, era sicuro del suo piano, e sapendo di avere l'approvazione della maggior parte del popolo in aula era fiducioso.
Iniziarono a venire i primi curiosi, la notizia si era sparsa a macchia d'olio anche nei paesi vicini, anche presso coloro che stimavano il pasticcere più famoso che fosse mai esistito.
Bradley iniziò a vedere visi familiari, i più stretti collaboratori si misero nelle prime file, e poi di seguito tutti gli altri, venne più di metà cittadina. Si sentiva protetto ed era più speranzoso, era commosso dalla partecipazione accorata.
Si chiusero le porte, il giudice si sedette: " che abbia inizio il processo" disse, con voce ferma.
Iniziò la controparte, Ciambellari enunciò il trattato di diritto, lo lesse addirittura con piglio teatrale, era sceso il silenzio e solo la sua voce si librava baritonale fino alla parete di fondo, tutti potevano ascoltare e vivere in prima persona la vicenda, proseguì: " il quell'esatto punto le signore anziane e le bambine, passano a disagio per la temibile ombra che ostacola loro la vista, da una tenda scomoda che prende spazio che non le appartiene, signor giudice, il testo garantisce che chiunque passeggi in una strada, parco, via o piazza che sia non venga ostacolato da nessun oggetto, o, e sottolineo, o, che l'oggetto stesso possa diventare causa di un ostacolo lungo una zona di passaggio pubblica: strada, parco, via, e scusatemi se lo ripeto ma sottolineo pubblica, dove è vigente la norma della collettivizzazione condivisa ma non oltraggiata da nessuno ivi compreso il soggetto che faccia parte di una comunità", le signore più anziane stavano a bocca aperta, forse non capivano una sola parola delle iperbole uscite da quell'individuo ben istruito, ma dentro di loro erano invaghite, soggiogate da quella voce suadente, Ciambellari era un ammaestratore di serpenti, i più svegli capivano dove fosse l'imbroglio ma pensavano dentro di loro che avesse comunque una certa presa, anche se erano solo parole ben confezionate.
Bradley guardava di sottecchi Serpico, tra poco sarebbe toccato a lui, il cuore gli batteva all'impazzata come se dovesse arringare lui stesso.
Serpico, prese possesso dell'aula, girò in tondo con la mano sinistra sotto il mento accarezzandoselo appena, prese tutta la concentrazione su di sé e cominciò: " Bradley ha avuto solo la colpa di essere stato fin da ragazzo un grande pasticcere e che l'invidia di un uomo subdolo si sia infilata a osteggiare il suo successo, perché si da il caso signor giudice che quel negozio apparteneva al padre di costui, indicando Ridley", " obiezione vostro onore, non è pertinente col caso in questione" , " accolta" disse il giudice" vada avanti", " allora signor giudice, vado dritto al punto, ho previsto con quanta incidenza la tenda del mio assistito abbia svolto un ruolo preponderante nella vita dei cittadini: ben poco, dato che non è posizionata in un viottolo stretto, ma nella piazza centrale del paese, per cui è evidente che chiunque, avrebbe potuto aggirare l'ostacolo spostandosi poco più a destra, senza incappare nell'ombra di una tenda scusate l'eufemismo " subdola"" , " obiezione, vostro onore non stiamo a fare dello spirito", " obiezione accolta", " si si, d'accordo, allora la tenda in questione è stata messa quattro anni or sono e se non erro si chiede di rispondere al danno causato dall'ombra della suddetta tenda e considerando che la giornata di sole dura pressapoco nove ore e conteggiando in queste ore quelle che possano influire in maniera determinante a proiettare l'ombra stessa dell'oggetto sul lastricato, penso che il tutto si riduca a una manciata di ore giornaliere, e se non erro, scusate se sottolineo con pertinacia questo concetto la soluzione al problema consisterà nel fare il conteggio di quante ore di luce siano state tolte a quel rettangolo di asfalto che è tanto vitale, si scusate di nuovo l'ironia, signor giudice, e anche di tenere in considerazione i giorni in cui la luce non c'é affatto, ossia tradotto in parole povere quando é nuvolo, quindi le chiedo vostro onore, di incaricare un serio professionista che si occupi di conteggiare le ore che interferivano con il normale svolgersi della vita comunitaria" , il giudice osservava con diletto la questione, era un caso curioso, certamente, ma quando si ricorreva alla legge tutto doveva essere trattato con la massima serietà, pensò che Serpico avesse colto la sfida con estrema intelligenza. Pensò bene di fare una pausa, avrebbe dovuto ragionare consultando attentamente la richiesta.
Tutti erano esterrefatti, guardarono prima Serpico e poi Ciambellari, entrambi davano contegno alle loro figure, non si scomponevano mentre parlavano con i loro assistiti Ciambellari stava rassicurando Ridley, "non ti preoccupare,", e lui di getto" se non gli leviamo abbastanza denaro da non farlo chiudere, è stato inutile trascinarlo in tribunale", " ho detto di non preoccuparti, dovrò persuadere il giudice che l'oggetto stesso é causa del fastidio, ci devo ragionare su, lasciami pensare" disse Ciambellari.
Il giudice riprese l'udienza, c'erano dei testimoni, il primo sarebbe stata l'unica amica che la moglie aveva in città, non erano parenti e quindi non vi era alcun conflitto di interessi.
Ma Ciambellari poco prima che ri-iniziasse la seduta, la incontrò in disparte...
Si avvicinò al giudice" giura di dire, la verità nient'altro che la verità, dica lo giuro", " lo giuro". " Qualche mese fa mi trovavo nei pressi del negozio Pasticciogoloso, aveva piovuto, era mattina presto, non c'era nessuno a quell'ora, passeggiavo come spesso ho l'abitudine di fare, quando scivolai cadendo con violenza a terra, notai che la pozzanghera era stata provocata dalle gocce della tenda del signor Bradley, che aveva formato una pozzanghera, che per l'appunto a causato la mia caduta, penso che quella tenda sia davvero sgradevole". " signora non c'é bisogno che commenti nulla, a noi interessano solo i fatti" , " ah, mi scusi vostro onore, non era mia intenzione" , " lei comunque non ha nessuna prova o testimone, che possa confermarlo, vero?" , " bhè forse ci sarebbe perché qualche ora dopo sono andata dal medico perché mi stava venendo un grosso ematoma, per prendere una pomata", " bene allora mi dovrà portare almeno la richiesta e la conferma del medico, la ringrazio, si può accomodare" .
Ciambellari aveva il sistema per procurarsi certificati falsi, sapeva che la sola testimonianza non avrebbe cambiato nulla se non ci fossero state delle prove, vaghe, che comunque insinuavano il dubbio, perché si trattava di volgere il caso a loro favore servendosi della menzogna, bastava che avesse trovato il modo di far intendere che la tenda era comunque un fastidio col sole o senza sole, e ciò per il momento sarebbe bastato. Avrebbe trovato un ulteriore testimone per comprovare la caduta della signora in un secondo momento.
La prima udienza si era chiusa con un'incertezza da parte di entrambi, tutto era ancora da giocare.
Il giudice accolse la richiesta di servirsi di una persona competente che stilasse un calcolo delle ore di sole, di nuvolo e quant'altro, e per quanto concerneva il caso nel suo svolgersi doveva lui stesso andare a cercare i comma per trovare qualche legge che comprovasse o negasse la tesi dell'uno e dell'altro.
Ci sarebbe stato un testimone chiave per la difesa, era Cervantes.
Nessuno poteva veramente sapere la verità di ognuno, si era all'oscuro dei fatti che potevano non essere riferiti o essere inventati per avere un riscontro positivo, nell'intento di voler avere la ragione ad ogni costo.
Il giudice aveva dato tre giorni di tempo per trovare il perito e dargli la commessa.
La mattina del terzo giorno si fece avanti un uomo di mezza età, aveva posizionato una lavagna e un proiettore.
" che l'udienza abbia inizio chiamo a testimoniare, il signor Van-barbieri", " Giuri di dire la verità nient'altro che la verità", " Lo giuro". Andò dritto alla lavagna dove aveva riportato dei calcoli veloci. " Allora questa è una disciplina che non può essere precisa al millesimo, ho svolto un'indagine come mi è stato chiesto di fare. Considerando che la giornata di sole in inverno è più corta che in estate, dobbiamo fare delle ripartizioni, a seconda anche dei mesi e dei giorni. Ho stabilito in modo approssimativo che il sole mediamente in inverno si estende durante tutto l'arco della giornata in otto barra nove ore, mentre in estate si arriva sempre mediamente a 12 barra 13 ore di sole, sono andato subito dopo sul posto in questione, dove è posta la tenda del Signor Bradley, facendo dei rilevamenti ho potuto notare da subito che la tenda non è esposta a est, e siccome la luce esposta ad oriente è quella che permette alle ombre di calare prima, ho constato che le ore di incidenza sono minori. Se la tenda fosse stata posizionata per farci capire dal lato opposto, dove ci sono gli edifici pubblici, avrebbe inciso maggiormente sulla sua relativa ombra. Una volta ritornato nel mio studio ho iniziato a passare al vaglio le giornate di nuvolo, pioggia e foschia che hanno determinato altri dati da aggiornare sulla tabella iniziale che avevo in precedenza stilato. Si avvicinò al tabulato e con una bacchetta indicò i due schemi, il primo e il suo evolversi, " come potete vedere a seconda degli anni ci sono dei calcoli diversi da fare e si arriva a documentare sempre approssimativamente il calcolo finale signor giudice il risultato finale, eccolo". Il calcolo era impressionante, i numeri si accavallavano per terminare con un inesorabile verdetto, " sono da quantificare in quattro anni duemilacinquecento ore di ombra", sembrava un numero stratosferico, Serpico era preoccupato, mentre Ciambellari si godeva lo spettacolo come se potesse già cantare vittoria assieme a Ridley sul cui volto si era stampato un sorriso compiaciuto.
" Grazie, per aver messo al servizio di questo caso la sua competenza,", si alzò e se ne andò, non prima di aver consegnato nelle mani del giudice tutto il materiale attinente all'indagine.
Era il momento del teste chiave per l'accusa: Cervantes.
Cervantes si sedette, "giura di dire la verità nient'altro che la verità", " lo giuro" disse.
"Signor giudice molto spesso nella vita di qualcuno ci sono storie incredibili, questa è una di esse, io sono stato un osservatore attento dei fatti in questione, sono sempre rimasto in disparte senza fare troppo rumore, posso mostrare un oggetto? che improvvisamente tirò fuori da una bisaccia. " , " prego, faccia pure" disse il giudice. L'oggetto in questione era una palla sferica, "io non voglio dire delle cose perché nessuno crederebbe alle mie parole se non avessi delle prove come qui tanti si inventano di avere", "obiezione, vostro onore, come si permette", " accolta, non siamo qui a fare commenti o illazioni, continui se ha da dire qualcosa di costruttivo, altrimenti..".
" signor giudice si può spegnere la luce, altrimenti non si possono vedere le immagini all'interno di questa sfera magica che mi è stata donata in battaglia alla morte di un mio caro e vecchio commilitone", "Si spengano le luci", disse il giudice.
D'un tratto la sfera proiettò sull'aula del tribunale tutto quanto era successo in quelle ultime settimane, dalla rapina al negozio di Bradley, al certificato fatto fare dal medico compromesso, alla felicità della cittadina che ogni giorno viveva della vita che respirava, all'avvocato Ciambellari che si avvicina alla signora per dirle di mentire di fronte al giudice, alla toga, al ministero di giustizia, senza remore. Le ultime immagini che vi passarono furono quelle di bambine, vecchie, vecchi, madri, padri che ogni giorno andavano al PASTICCIOGOLOSO e ne uscivano con un sorriso, e dall'interno un rimando di un sorriso che nel riflesso del vetro adombrato dalla tenda, di un pasticcere che aveva donato la sua vita a quest'arte straordinaria che regalava felicità. Tutti si ammutolirono, persino il giudice non trovò più le parole, era chiaro senza ombra di dubbio che quelle immagini erano reali quanto l'aria che respiravano. Doveva accertarsene, vedere più da vicino quello strano oggetto, lui che era un uomo di legge, adesso cosa avrebbe dovuto fare. Scelse la strada meno complicata da seguire, di cavilli cervellotici ce ne erano stati fin troppi, in fondo con le parole si potevano dire tante cose e anche con le azioni che seguivano quella storia che aveva del ridicolo. La legge andava presa sul serio, come la vita di persone che hanno una passione grande. Si ritirò nelle stanze per riflettere, era confuso. Tutti quanti in aula erano basiti, persino Ciambellari, che si sarebbe voluto nascondere. Ad un tratto si sentì una voce " farabutto!"e ne fecero eco altre " farabutti!!!. Il giudice ne uscì fuori con una serenità in volto, " cari amici, amiche io che porto da tempo questa toga vengo a voi per dirvi che niente è più mistificante di una legge che dalla trasparenza, limpidezza che ha nel suo farsi legge possa diventare un danno incalcolabile nelle mano di persone senza scrupolo ai danni di gente onesta, perbene. Io che ho sempre rispettato questa professione che ogni giorno faccio, con passione, dedizione, mi ritrovo davanti, vacillante, come se fossi stato illuminato: dalla verità in generale e da quella verità di un uomo che ha avuto solo la colpa di imbattersi nell'invidia di un solo individuo, manipolatore della realtà assieme al suo avvocato e di avere infangato quest'aula di tribunale. Per tanto dichiaro assolto l'imputato e condanno Ridley Corvanti e Ciambellari Bentorni di scontare una pena di dieci anni di detenzione per testimonianza falsa, e raggiro di persone, la signora Romilda - che stava piangendo per la paura - dovrà lavorare per tutta la comunità tenendo pulite le strade per permettere all'intera cittadina di vivere in serenità senza il pericolo di insidiose trappole". fece una lunga pausa, " lei signor Bradley può continuare a svolgere il suo lavoro con la massima dedizione perché ha portato gioia nel cuore dei suoi cittadini che hanno dimostrato quanto le vogliono bene e non c'é più stolto che non vuol vedere se non attraverso il cuore di un essere umano, l'udienza é tolta!".
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