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L'ex principe azzurro (il mio amico Fabio)
... Il mio amico Fabio mi chiama spesso e spesso mi tiene al telefono per ore. E troppo spesso per dirmi un bel niente. O peggio ancora per chiedermi di dargli il "pasqualino". Con "pasqualino", lui ufficialmente intende il mio coinquilino quello lì sotto, in mezzo alle gambe, in realtà credo che lui speri nel mio preziosissimo lato B. Preziosissimo perché da quando ho iniziato ad amarmi un po' di più, l'ho elevato al rango di tempio sacro e per questo lo considero inviolabile, o quasi. In un certo qual senso il mio amico Fabio è andato a sostituire il posto lasciato vacante (in realtà per mia arbitraria scelta!) dal mio ex-amico Achille. E ora che ci penso fino a non molto tempo fa i due uomini erano anche in contatto tra loro seppur solo telefonico. Sì, proprio così, in un passato pressoché recente il "capraio" di Albaredo (SO) e il possessore di almeno un cavallo (mai visto!) del pavese si sono anche sentiti e, anche se voi non ci crederete, spesso il loro argomento di conversazione principale, era la mia persona.
E non dimenticherò mai nella vita un episodio ben preciso di questa loro amicizia telematica. Accaduto quattro o cinque anni fa. Io ero in macchina con Fabio; lui che, con i suoi capelli rossi come il pizzetto che faceva e crescere lungo giù per il mento, io l'ho sempre, un po' per scherzo e un po' no, chiamato "il satiro dai capelli rossi", e visti i suoi tredici anni in più di me, aggiungendoci anche un vecchio come aggettivo "più" qualitativo, diciamo così , quando fui testimoni involontario, e con il senno di poi proprio avrei preferito non esserlo, di una telefonata tra i due che mi fece un po' gelare il sangue.
I due, o meglio Achille, parlava del mio amico Ettore. Anche se allora io non lo sapevo, quella telefonata era destinata a diventare l'inizio della fine della mia amicizia con l'"amichetto" Ettore. Però ci tengo a precisare che Ettore non era semplicemente il mio "amichetto", ma il figlio che probabilmente non avrò mai. O meglio lui era la mia "bambina". Sì, perché io, a differenza di tutti i gay di mia conoscenza che hanno "ambizioni genitoriali", che hanno la fissa del "maschietto", se proprio, io vorrei avere una "femminuccia", giusto per farle le treccine, giocare con lei a Barbie, ma soprattutto per parlare, o meglio sparlare, di maschi con lei! No, perché a sto punto lo devo ammettere, io i maschi li odio proprio. Dico sul serio, ecco perché spesso ho pensato e ripensato alla possibilità di cambiare sesso, o di darmi all'amore etero. Mai avuto il coraggio di fare nessuna delle due cose.
Forse perché essendo io uno che ama le imperfezioni e per questo che in fondo io gli uomini li amo. Mi sovviene un motivetto di Christina Aguilera che più o meno faceva così: "I hate boys but the boys love me!".
Sentire il mio ex-amico Achille parlare in quei termini di Ettore, come forse già detto, mi ferì a morte. Ne parlava come di un oggetto di sua proprietà, un oggetto da sfondare. Probabilmente faceva gli stessi discorsi anche su di me.
Una volta un ex di Ettore, prima di diventare un suo ex, gli disse: " Tra noi c'è una buona intesa fisica, ma, invece, a livello di testa..."
Non credo che nessuno dei mie tanti amanti abbia mai osato tanto! Darmi della "gnocca senza cervello", voglio dire... almeno che io sappia.
Solo una volta un tipo osò dirmi: " Tu sei sempre così superficiale... non so mai di cosa parlare con te, se osare di fare un discorso serio..."
E io con tono di sfida gli risposi: " Su dai, tira fuori, 'sto discorso serio e vediamo no?"
"... ora non mi viene in mente niente..." fu la di lui risposta.
Fabio mi ha chiamato per chiedermi di uscire con lui stasera. Ed eccomi qui sulla sua Jeep. I carabinieri poco fa sono venuti a disturbare il nostro niente che stavamo facendo. E ora io gli sto parlando, tacendo per ora sul fatto che l'ho di recente rivisto, della mia "ossessione" mai esaurita per il mio ex-principe azzurro, per Gabriele.
Lui mi dice mentre io registro parola per parola: "Ma il problema è tuo, nella tua testa, sei tu che non riesci a superarlo!"
Vi sembrerà una verità banale, ma, fatto sta che è una verità, e in quanto tale mi fa male...
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