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Piccola città eterna
Dicono che non può piovere per sempre, e invece nella mia città piove da ormai 5 lunghi anni.
Non parlo di pioggia "fisica" , ma di una pioggia quasi invisibile, gelida, fitta, che trasmette tristezza, disagio e inquetudine.
Correvo su quelle mattonelle, inconsapevole di tutto, desiderosa di attraversare tutta la piazza per arrivare vittoriosa alla fontana, così da poter battere tutti gli altri bambini, ma arrivavo puntualmente ultima; mi facevo distrarre da tutti i colori intorno a me, dalla musica che arrivava da "capo piazza" , dal rumore delle bilance appartenenti alle commercianti che ogni mattina si posizionavano con tutta la loro frutta, la loro verdura.
Sono sempre stata attratta dai particolari che rendevano la mia città unica ;
amavo l'odore delle pastarelle fresche che proveniva dal vicoletto ma più di ogni altra cosa mi piaceva passeggiare per tutte quelle piccole viette piene di gioia e di vita. La cosa che amavo di più era camminare sotto i portici quando c'erano le bancarelle che vendevano i libri delle fiabe, l'ulrima bancarella alla fine del porticato era la mia preferita: aveva le mia fiabe preferite.
Quando si è bambini ogni colore è sempre più acceso, ogni profumo è sempre più persuadente.
Mi fermo per qualche istante, l'orologio sembra essersi fermato, o forse è solo la mia impressione .
L'adolescenza ha scaturito dei cambiamenti in me, c'era la voglia di scoprire, la voglia d'indipendenza si faceva sempre più forte.
Camminare lungo il corso con le mie amiche mi faceva sentire "grande", ero padrona di me stessa e della persona che ero;Corso Vittorio Emanuele mi sembrava immenso.
Ogni sabato ci davamo appuntamento alla fontana Luminosa, e il pomeriggio era sempre programmato allo stesso modo : passeggiata, merenda alla "cioccolateria" , per poi concludere con le quattro chiacchiere scambiate mentre eravamo sedute sui portici.
La voglia di indipendenza però si placava ogni domenica ; si perchè per me la domenica era perfetta solamente quando uscivo con la mia famiglia, si, era come tornare"bambina" . Questo accade quando nella tua città ti senti "a casa" , al sicuro..
Continuo a credere che l'orologio sia fermo... che tutto sia fermo... ma probabilmente mi sbaglio come al mio solito..
La mia scuola era in centro, ero contenta per questo, perchè ogni mattina potevo darmi appuntamento con le mia amiche per andare a fare colazione in uno dei nostri bar preferiti. Ero sicura di me stessa, mi sentivo come padrona di quelle stradine che oramai conoscevo a memoria grazie a mio padre che riusciva sempre a trasmettire quell'amore e quela felicittà nel percorrerle insieme ogni domenica.
Una delle cose a cui non potevo rinunciare era la pizza croccante che compravo insieme alle mie compagne di liceo alla pizzeria che si trovava a Piazza Palazzo, chiudendo gli occhi riesco ancora a percepire quell'odore delizioso che riusciva a diffondersi per tutta la piazza.
Sono andata ieri a comprare lo stesso tipo di pizza al panificio vicino casa mia, ma non so per quale motivo, non riesco a percepire lo stesso sapore e lo stesso profumo di quella comprata a Piazza Palazzo.
Ci nascondevamo sempre sotto le "Nicchietteogni volta che non andavamo a scuola e, di conseguenza, non volevamo farci vedere dai professori.
Anche se l'età cambiava, la curiosità e l'allegria di uscire il pomeriggio non mutava mai.
Eravamo sempre incuriosite da tutti quei negozi che vendevano vestiti, alcune vole entravamo anche a visitarli e subito ci veniva voglia di comprare qualcosa, lo stesso accadeva nel negozio di dolciumi, ricordo ancora la mia caramella preferita... era al cocco!
... Tutto è silenzioso da quando le cose sono cambiate.
Un movimento incessante pose finea tanti sogni, a tanti desideri.
Dicono che quando c'è un cambiamento radicale bisogna solo abituarsi all'idea ma non so per quale strano motivo io non riesco a farlo. Non riesco ad abituarmi, forse per la consapevlezza che probabilmente le cose non si sistemeranno. Lo so, sono pessimista, o meglio, lo sono diventata.
Ora quando esco non faccio più tanto caso alle cose belle, presto più attenzione alle trasnenne, ai puntellamenti, ai cartelli rossi, alle macchine dei militari..
Sono dell'opinione che qualcosa dovrebbe cambiare, o forse quacuno..
Anche se tutto è fermo, il cuore della "città invisibile" continua a battare, sempre più forte... Fino ad attrarre a se i suoi abitanti in modo da abbracciarla per non lasciarla sola.
In parte sono contenta di non essermi "abituata" alla situazione attuale, perchè continuo ardentemente a volere la mia città com'era, senza dimenticarla in nessun modo.
La speranza mantiene in vita i miei desideri, ho la consapevolezza che questa è sempre casa mia. Mi hanno insegnato che non si abbandona mai un amico in difficoltà , quindi non riuscirei mai a lasciarti sola.
C'è il sole oggi, e mi sento sollevata, perchè al sole brilli ancora di più mi bella città , tengo stretta la mia peranza, credendo davvero che le cose cambieranno...
E magari potrò tornare con i miei figli in piazza Duomo, comprargli tante pastarelle e raccontargli ogni singolo passaggio della mia grande città eterna, già sorrido all'idea.
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