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Silenzi
Viaggio e osservo il paesaggio che appare e scompare al mio sguardo.
Osservo i colori intensi di un mattino di primavera.
Il silenzio e' ancora puro.
Mi rilasso, chiudo gli occhi e viaggio con la mente che mi porta in un luogo lontano, luminoso di sole.
Improvviso, sento un tuffo al cuore!
Due occhi scuri mi fissano attraversando un passato non lontano.
Due occhi scuri dentro i miei che scavano nella mia anima.
Era un anno fa?
Li ho ritrovati fra le migliaia di immagini che li hanno tenuti nascosti per tanto tempo.
Fitte di nostalgia si arrampicano sulle pareti dei miei pensieri e si annidano sotto la mia pelle.
Resto un attimo ferma a pensare. Poi chiamo.
<Sono io, come stai?>
Dall'altra parte un silenzio incerto.
<Sto bene, e tu?>
<Io sono in viaggio e pensavo. Mi sei tornato in mente... e' passato tanto tempo, ti disturbo?>
<No, mi stavo preparando un caffe'. Sono tornato ieri dalla frontiera. Ho lavorato molto>
Non so più cosa dire.
<Volevo sentirti e cosi' ho pensato di chiamare>
<Hai fatto bene, anch'io avrei voluto chiamarti tante volte, poi c'era sempre qualcos'altro>
<Ti ricordi quando sono venuta a trovarti? Volevi farmi vedere il deserto e invece abbiamo camminato per ore sul lungomare>
<Si, ricordo, abbiamo parlato sempre, non ci stancavamo mai e tu eri felice>
<Tu non eri felice?>
<Certo, anch'io ero felice. Mi faceva bene averti vicino>
Silenzio dalla mia parte.
<Il giorno dopo abbiamo preso la macchina per visitare quel piccolo paesino in montagna e a un certo punto si e' messo a piovere a dirotto. Andavamo piano, la strada si vedeva appena>
<<Abbiamo raggiunto il paesino dopo due ore di viaggio e io ero incantata. Le casette arrampicate l'una sull'altra. La calma, e per le strade non c'era nessuno>
<Avevamo freddo e fame e abbiamo trovato quel piccolo bar sulla via in salita>
<Mi ricordo. Siamo entrati e i pochi clienti hanno staccato gli occhi dalla televisione per puntarli su di noi. Due figure estranee, scampate al temporale>
<La padrona del bar, una donnina piccola e tonda, ci fece accomodare vicino alla stufa>
<Abbiamo mangiato i panini con la carne di maiale, la zuppa di fagioli più buona del mondo e si stava bene, come in famiglia>
<E poi fuori, quell'aria tersa dopo la pioggia e la bellezza del panorama dalla parte più alta del paese>
<Anch'io stavo bene con te vicino.>
Silenzo.
<Si ci sono tornato dopo un mese per lavoro e ho mangiato di nuovo in quel bar. La padrona mi ha riconosciuto e mi ha chiesto di te>
<E poi il viaggio di ritorno. Tu hai fermato la macchina e ti sei arrampicato su per le rocce per fotografare "il mare di plastica" come lo chiami tu. Stavi facendo una ricerca sul lavoro nelle serre, ma in quella distesa di plastica tu cercavi anche la bellezza, la cercavi con passione come fai sempre nel tuo lavoro di reporter che ti mette a confronto con le miserie del mondo. La cerchi sempre per ridare dignita' agli ultimi e ai dimenticati>
<Quella bellezza la ritrovo nella foto che mi hai regalato, appesa sulla parete vicino alla scrivania>
Silenzio.
<Sto per arrivare, fra un po' devo scendere>
<Va bene, allora... ci risentiamo>
<Si ci risentiamo>
<Io...>
<No niente. Ti richiamo appena posso>
<Allora ciao. Stai bene>
<Anche tu. Ciao.>
Sono arrivata. Resto ancora un momento ad occhi chiusi. Respiro piano.
I pensieri quotidiani si riappropriano della mia mente.
La magia si fapiccola, si acquatta e resta in attesa di un nuovo momento, una nuova occasione per tornare a vivere.
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l'autore Filomena ha riportato queste note sull'opera
Non si vede il testo.
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- Ottimo... coinciso... definitivo...
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