Nel frastuono di un luna fiera della sua grandezza, due ombre danzavano su un palco improvvisato di una camera d'albergo. L'uomo strinse per la vita l'Amore, la portò a se, bruciandola con un bacio che tolse il fiato al vento di quella torrida estate. Quelle labbra erano la fonte di acqua limpida nel deserto della sua vita. Senza staccarsi nemmeno un istante, quasi a voler bere fino all'ultima goccia di felicità, le sbottonò ogni ti amo dalla camicetta, così attillata da esaltare le forme prosperose di un sentimento così dolce, così crudele. Le sfilò da dosso le frasi convenevoli, che caddero lungo i suoi fianchi come soldati caduti in guerra. I preamboli non ebbero sorte migliore. Strappati con i denti dal predatore affamato della carne da divorare in una notte, in una vita. La spinse. L'amore, presa di sorpresa, cadde sul letto dietro di lei come un'onda si infrange sulla spiaggia. Lui rimase immobile come un faro sulla costa. Fissò quel corpo nudo, puro, disteso, privo di ogni superfluo. Sembrava una distesa di girasoli bianchi che seguivano la luce dell'efferatezza. L'uomo ne rimase stupito. Due smeraldi verde acqua lo fissavano con l'aria di chi aspetta l'estrema sentenza. Attorno a lui giacevano a terra come brandelli di una preda appena divorata, le parole tolte all'amore senza pietà: "sei la mia vita"," non vivo senza te". L'uomo avanzò in quell'oceano sconosciuto, come un pescatore senza punti cardinali. Gli sembrò un deserto di ghiaccio quella pelle chiara. La assaggiò: era l'eden. I due corpi si fusero, le due anime evaporarono e divennero una sola essenza. Il profumo nuovo di un sentimento dissacrato penetrò nelle mura di quel teatro dell'assurdo dove il cuore sa soltanto scandire il ritmo dell'unione dei corpi.
La mente è un sadico regista dei nostre illusioni. L'amore è il suo copione migliore. Il cuore è l'alibi di colui che non sa guardarsi allo specchio.
Il corpo, quei corpi, si desidavano come un'anima in attesa dell'eternità. Corpi ignoranti del futuro e del passato, vivevano la dimensione del presente come l'occasione di una vita.
Avrebbero voluto fondersi per sempre in un'unica entità, avrebbero voluto incidere quei baci in ogni particella di ossigeno presente in quella stanza.
Persino la luna se ne vergognò, nascondendosi dientro un cespuglio di nuvole passeggere. I due smeraldi chiusi, giacevano sul petto dell'uomo che sospirando fissava dritto in alto. Nella sua testa, i suoi pensieri volteggiavano come uno stormo di gabbiani su un mare in tempesta.
Ad un tratto un filo di voce disse all'uomo: "A cosa pensi?"
Lui tacque per un istante poi, con gli occhi verso l'alto come a voler trovare uno spillo in un punto preciso del soffitto chiese: "Chi sei? Credevo fossi l'amore".
Il silenzio, trafitto dal lungo respriro di quella dama bianca di un regno sconosciuto, fu il patibolo di una condanna al gusto di rivalsa.
Un suono leggero uscì dalla sua bocca.
"Sono ciò che vuoi"
Il tempo si fermò in quelle parole. Tutto intorno si pietrificò per sempre. Avevano scoperto una nuova dimensione. Fuggiti dagli schemi rigidi delle emozioni stampate in serie, avevano creato un universo nuovo da cui non fecero più ritorno.