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La strega è tornata (pseudo recensione dell'ultimo libro di Melissa P.)
"Dicevano che non sarei sopravvissuta al successo, che mi avrebbe strozzato come qualcosa di troppo dolce che alla fine avvelena.
A diciassette anni sono morta con un libro.
Il mio.
Hanno preparato il rogo e io ci sono salita sopra con la voglia di toccare il fuoco.
Le streghe, da sempre, si bruciano.
Da sempre, dicono, muoiono.
E io, da sempre, lo sapevo che dal fuoco è possibile rinascere, che è un fatto antico come il tempo.
Chi brucia non muore...". Ero certa che Melissa P. sarebbe finalmente tornata e avrebbe fatto quello che meglio le riesce nella vita, ovvero la strega. Perché come dice lei, le streghe non bruciano, anzi non muoiono mai. Sopravvivono pure a un successo precoce e mal gestito, a un'Italia bigotta che prima l'ha celebrata come il miglior fenomeno da baraccone di tutti i tempi per poi condannarla senza speranza, dimenticandola e boicottandola. A una famiglia che molto le ha tolto...
Perché come ricorda in questo suo ultimo libro- sottiletta (come i suoi detrattori su internet chiamano ironicamente le sue opere, anche se con "La Bugiarda" edito, 'sta volta, da "Fandango libri" lo scorso novembre, miracolosamente è riuscita, e sono riusciti, quelli della casa editrice, a far uscire ben 222 pagine, quasi effettive, di libro!), su Porta Garibaldi a Catania c'è incisa questa frase: "Melior de cinere surgo".
E il prezzo da pagare per queste "sopravvivenze ad oltranza" altro non può essere che una maturazione, per non dire un invecchiamento precoce (infatti nella copertina dell'ultimo libro finalmente si vede la sua faccia da bambina completamente diversa, finalmente adulta!).
"Ho la faccia devastata.
Mi sento vecchia e ridicola.
Mi sento ridicola perché mi sento vecchia."
Afferma Melissa P. che, del resto, sa benissimo che " non sono i tessuti, né le mezzelune sotto gli occhi, non è la confidenza, sempre più ristretta, e che quindi destina a una noia perpetua, con il suo corpo, a farla sentire vecchia", ma "il senso di perdita, i confini, è il limite entro il quale si è spinta e da cui riesce a vedere la voragine sotto a darle la misura del tempo.". Perché lei "è nata vecchissima", e, "ora sta ringiovanendo". Una strega appunto. E tra un parallelismo più o meno (in)consapevole con Christiane F. e J. T. Leroy (o chi per lui!) Melissa in questo suo ultimo libro ci fa capire come spesso il confine tra l'essere dei falliti o meno non sia così ben identificabile, anzi. Ma è anche una sorta di manuale sulle miracolose capacità terapeutiche della noia, quella noia che è "come uno specchio d'acqua con argini ad ogni lato, che può incresparsi per il vento, riscaldarsi o raffreddarsi, ma non può raggiungere quella potenza capace di spingerti fuori da te". Perché alla fine Melissa Panarello lo sa bene che Melissa P. è solo "una ragazza che fa finta di essere spregiudicata, ma che è solo un'ortensia", come dice Norberto, un personaggio del libro. E tutto questo mentre la cenere della sigaretta della madre della giovane scrittrice catanese finisce irrimediabilmente nel sugo. Per questo Melissa ha scritto "La Bugiarda" per raccontare del fuoco, della cenere, e dell'"orrenda realtà" su "100 colpi di spazzola prima di andare a dormire". Certo Norberto dice: " Basta parlare di te, scrivi un romanzo vero, cazzo.", ma Melissa è convinta che la sua vita sia un romanzo vero... del resto lo confessa anche lei tra le pagine del libro che erano "dieci anni che non sentiva questa feroce passione di scrivere", passione che si sente tutta.
Così Melissa scrivendo inizia a costruire bare in cui seppellire il suo ingombrante passato. Passando pure per Giampiero Mughini che prima di intervistarla, una volta, le chiese: "Quanto sei troia da uno a cento?"- domanda alla quale lei rispose "sessanta", mentre i giornali parlavano di lei come una sorta di lolita da disco-dance in perizoma. Passando per quell'intervista nel salotto buono e domenicale di Costanzo (quando lui contava!) e che di fatto la consacrò. Che lei descrive come una sorta di teatro dell'assurdo popolato da stanchi personaggi televisivi che sembravano già morti da vivi- e di cui la scena in cui la vecchia del pubblico cade a terra "festante" in mezzo al disinteresse generale è davvero incisiva. Durante quell'intervista Meli era sola contro tutti. L'accusarono di essere una puttana anche se non lo era(perché vorrei ricordarlo a tutti vivere liberamente e consapevolmente la propria sessualità non vuol dire per forza di cose essere una puttana!), per sino di essere una bugiarda. Quando Melissa è ed è sempre stata solo una "donna annoiatissima", una di quelle che nemmeno "cancellando le amicizie da Facebook" si annoierebbero abbastanza.
Il cadavere più difficile da seppellire per Melissa però è e rimane sua madre. Quella madre che l'ultima volta in cui si sono viste le disse: "Hai le rughe devi rifarti la faccia.". E alla risposta: "Ma non ho ancora venticinque anni!" si sentì dire: "Hai avuto una vita difficile."
Come tutte le streghe, ma come tutte le streghe dal rogo Melissa pare rinata... tremate pure!
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0 recensioni:
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- sono contento ragazze, mi avete fatto capire che ho centrato l'obiettivo, grazie!
- Solitamente non prediligo i racconti, ma questo l'ho letto fino in fondo, cosi' come quello che hai pubblicato giorni fa. In quanto a Melissa P, non ho letto niente di lei, non e' il genere di lettura che mi interessa, mi hai incuriosito sul personaggio e percio' sono andata a leggere qualcosa sulla sua biografia. Interessante.
- belli i tuoi racconti
Chira il 15/05/2014 14:26
Accattivante e perfetta recensione sipratutto sul personaggio... mi hai incuriosita tantissimo! Vedrò di approfondire il tutto, grazie.
Chiara
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