E mi ricordo ancora... Da piccola notavo che mia madre chiamava mamma non soltanto mia nonna ma anche un'altra donna del paese. Quando glie ne chiesi la ragione mi disse che l'altra era la "sua mamma da latte", alla quale avrebbe dovuto portare sempre rispetto. Praticamente l'aveva nutrita, appena nata, col suo seno, non potendolo fare mia nonna.
Mi accorsi poi che di queste doppie mamme ne era pieno il paese: condividevano il pasto del loro neonato con altri cuccioli meno fortunati.
Lontanissimo era ancora il tempo delle farmacie eroganti latte in polvere e gommose tettarelle ma i poveri erano per questo problema solidali fra loro.
La solidarietà era data dal riconoscersi tutti uguali nell'indigenza.
Al contrario invece, dalle città, soprattutto dalla capitale, qualche signora benestante che spesso non voleva saperne di "sciupare" seno e tempo appresso al pargolo suo, venivano sovente richieste le "balie", dal mio pesino, le ciociare pulite e sane.
Così, donne che avevano appena partorito, andavano a fare questo lavoro, per aiutare la propria famiglia quasi sempre numerosa, lontane da casa e... i loro figli?
Bastava darsi una voce nei vicoli: c'era sempre una "mamma da latte" pronta per loro. Nessuno muore di fame quando si apre l'anima.