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ANNE FRANK saluta la sua cameretta, prima del rifugio
Anne Frank, da sola, nella sua stanzetta (lo stesso giorno in cui è costretta a rinchiudersi nel famoso rifugio); sta raccogliendo i suoi libri di lettura e quelli di scuola. Nella cartella infila per ultimo il diario.
Poi, in una valigia a parte, mette le sue cose più utili: fazzoletti, pettine, arricciacapelli, vecchie lettere. E, infine, gli indumenti: due camicie, un vestito con sopra una gonna, tre paia di mutande, cappotto, soprabito, due paia di calze, scarpe pesanti, berretto, sciarpa e ancora altra roba. Ogni tanto si ferma a sedere sul letto e riflette malinconicamente.
Anne:
Però... non ci può essere nessuna stanzetta bella come questa! Come mai non me n'ero accorta prima? Ch'eri anche così calda e accogliente. E anche molto graziosa. E con tutte le foto e i quadretti sembri me stessa che racconto tutta la mia vita. Credo che nemmeno il mio diario riuscirà ad essere tanto vivo e particolareggiato, con tutta la mia anima che rimarrà per sempre dentro queste pareti.
Ma... com'è brutto dire addio... macché... arrivederci... alle cose che ti hanno tenuto compagnia e come per mano in quella parte di mondo fondamentale - la tua infanzia - in cui scavi la vita da ogni sguardo, senza trascurare il minimo particolare. E il mio lettino? L'ho amato come se fosse l'unico vero protettore del mio sonno. E, a ogni veglia, prima di addormentarmi, dondolavo la testa sul cuscino mentre richiamavo alla mente le tenerezze dei miei o lo sballo per avere scambiato qualche smorfietta maliziosa con l'amichetto preferito... la peste che la prof ha sistemato all'ultimo banco... però... mamma mia quant'è carinooo!... o quello, molto più educato e però molto più smorfioso e secchione del banco davanti al mio!
Ti ho sempre adorato spazio aereo della mia cameretta come e più del cielo vero, con le sue stelle inutilmente accese in quell'immenso scantinato anonimo di buio terrificante. Su di te, sul mio soffitto si sono infrante le mie più incomprensibili paure. Sparite magicamente perché facevi muro, proprio una barriera impenetrabile a tutti quei pensieri che, come ragazzetti stupidi e dispettosi, si mettono d'impegno a farti venire i brividi e a giocare ai fantasmi, che forse hai dentro, ma che non vorresti mai evocare perché ti porterebbero la paura, nel cuore, ad almeno mille battiti al secondo!
Addio ragazzetti stupidi e prepotenti, forse eravate solo degl'incorreggibili giocherelloni che però, alla fine, s'ingegnavano anche a rasserenarmi con l'infliggermi il primo sonno, il più dolce e ristoratore di tutta la nottata. Possibile che non vi sentirò più vicini se non in quell'angolo ristretto che saranno le mie pause più serene ma anche i miei momenti più malinconici, quelli dei rimpianti?
(Anne prende in mano la valigia e la cartella e sta per uscire dalla porta della stanzetta. Si ferma a dare un'occhiata anche al resto della casa che le si affaccia davanti)
Anne:
Addio casetta ricolma di tutte le banalità, di tutte le frivolezze e di tutte le ricercatezze più ingenue che, solo chi non è più tanto giovane, si rifiuta di riconoscere come turbamenti per le attese e i brividi di cuore che, ad ogni risveglio, sconfinano dai sogni nella realtà di tutti i giorni. Attese che ti mettono la dinamite dell'entusiasmo addosso, anche se raramente ti capita di sentirle esplodere dentro di te. Ma tu, casetta, ci hai provato a ricordarmele ogni volta che rimanevo sola a contemplarti e a immaginarti come un regno di favola dal quale nemmeno una fata può riuscire nella magia di allontanartene.
Addio... macchè!... arrivederci... alla vita di ogni giorno di questa tranquilla famigliola senza pretese che mi ha visto e assistito con ogni cura per farmi diventare la fanciulla che sono diventata e che nessun tesoro di dolcezze, vere o affettate e neppure una dimora principesca, potrà mai sognarsi di uguagliare!
(in questo momento le passa fra le gambe la gattina Moortje che si alza su due zampe fino alle ginocchia di Anne)
Anne:
O Moortje, per favore, non ti ci mettere anche tu! È già abbastanza triste questa specie di veglia funebre. In effetti mi sembra di andare al... funerale della mia vita! E lasciami stare! Inutile che mi tiri per una gamba. Nel nostro nascondiglio per topi, non c'è posto per te! Non c'è posto per nessuno che m'interessi! Ah, Peter... ah... Moortje... via viaaa... non voglio più pensarvi... non devo pensarvi!... né adesso... né mai!
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0 recensioni:
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- Eccezionale perché eccezionale ( e incredibile ) è il tema trattato.
- Ti ringrazio Ellebi. Beh la piccola Anne (lo ignorano tutti) prima di finire nel famoso rifugio ebbe una "torrenziale" (per l'età: 13 anni) storia d'amore con un altro Peter (Peter Schiff di anni 15, niente a che vedere col Peter van Dan (Pels) del rifugio) sulla cui storia, assolutamente vera e documentata, la stessa Anne scrisse sul suo diario, per un paio di pagine. Io ci ho scritto sopra una tragedia in 3 atti. Ciao e grazie del commento
- Anna Frank si legge da giovani e poi lo si dimentica, anche se non del tutto, impossibile infatti dimenticare almeno la sua figura e la sua drammatica vicenda. Ma i particolari si, quelli scivolano via dalla mente e soltanto rileggendo quel diario forse tornano a galla. Ecco io, come molti, ho letto e non riletto quel diario, e ora, come allora, mi sento coinvolto dal tuo brano in quei fatti; che portarono quella bambina ebrea assieme ad altri milioni di ebrei a morire nei lager nazzisti. Complimenti dunque e un saluto.
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