L'intelletto è una brutta bestia di cui avere timore, non del tipo reverenziale, certo, perché non c'è nulla che sia meritevole di totale rispetto nel lavorio mentale sostenuto dalla cultura celebrata per ciò che essa non è. Una persona intelligente, quando le condizioni familiari e sociali lo consentono, si dedica, o è spinta, al dover conoscere le cose già conosciute, senza grande successo, da altri prima di lei. Non ci sarebbe nulla di male a farlo se, per farlo, non si dovesse quasi sempre rinunciare ad affrontare la vita, lasciandosi guidare dalle sue corna che si ha avuto il coraggio di impugnare. Purtroppo chi studia molto non impara a cavalcare dignitosamente il toro dell'esistenza, quella tenuta coraggiosamente per le corna dagli ignoranti. Chi studia può vantarsi di conoscere quale sia il verso seguito dal pelo dell'animale del quale subisce le intemperanze, ma non riesce a guardarlo negli occhi. L'individuo colto, contrariamente a quello nerboruto, non si farà incornare a sangue, ma il farsi trascinare da una bestia scalcitante, stando aggrappati alla sua coda, ha diversi altri inconvenienti, alcuni dei quali decisamente meno nobili dell'incornata.