La vita a volte fa degli strani scherzi, ho cercato per anni di nascondere a me stessa, una cosa così evidente; io amo quest’uomo da una “vita”, esattamente da quando avevo 15 anni, ho convissuto con questa passione, senza saperlo, o meglio, rifiutandomi a livello conscio di ammetterlo, addirittura di pensarlo.
Mi ero illusa che il trasferimento in un’altra città, il radicale cambiamento della mia vita, l’iscrizione all’università, il dover costruire volente o nolente una nuova dimensione alla mia esistenza, sarebbe stato utile a realizzarmi in piena autonomia di sentimenti.
Ma, c’è sempre un ma, nella vita; non volevo rendermi conto che in verità stavo solo cercando di sfuggire da una realtà più grande di me!
Me ne sono resa conto una sera, chiusa al buio in camera mia, facendo finta di dormire per non mettere in imbarazzo mia madre e il suo uomo!
Ho capito che ero sola, le carezze, i baci, il sesso veloce che ho praticato in questi anni, sono stati solo una parvenza di piacere, solo un’illusione di sentimento, solo uno squallido palliativo alla mia solitudine, fisica e mentale; e allora giù a scrivere chilometriche lettere, a qualsiasi ora del giorno o della notte, all’unico uomo, al di fuori di mio padre, che si interessava veramente di me, dei miei sogni, del mio futuro, dei miei studi, delle mie poesie; stimolandomi, coccolandomi, sfottendomi a volte, solo per farmi sentire bene e importante!
L’unico uomo nel quale sguardo vedo sempre pulizia e disperazione, tenerezza e dolore, solitudine e passione, onestà e dubbio! E che mi frega che è più grande di pa’? Più “vecchio” di chi mi ha generato? C’è un codice fiscale anagrafico dei sentimenti? Si, temo che ci sia, c’è questa stronza società di merda che è sempre pronta a gettarti fango in faccia!
Sono anche più giovane di suo figlio! Mi sento male, se potessi riavvolgere la mia vita come un film, la farei finire insieme a mio padre, si credo proprio che sarebbe stato meglio fossi morta con lui, quella notte, mi sarei risparmiata tanti dubbi, tante angosce, tante paure, tante indecisioni, Jil dice che io sono “una donnina Tosta” ma non sa quanto liquame di fogna c’è nel mio cuore maledetto! Quanta paura di sbagliare, che mi fa sbagliare poi, sempre di più!
Comunque, lascerò decidere a lui, così, vigliaccamente potrò sempre dire d’essere stata plagiata, lascerò che sia la sua forza a convincermi a rimanere nella sua stessa casa, nella sua stessa vita, nel suo stesso letto!
Jil, tesoro, come mi hai detto? “- Succeda quel che deve succedere?-“ E che succeda, allora, l’avevo predetto in alcune delle mie poesie, e allora eccomi, ecco la tua piccola pulce, no, non sto piangendo, è che ti amo veramente tanto!
Francesca
( come sua abitudine, Fran ha copiato questa ultima pagina del suo diario, e me l’ha fatta trovare sotto il cuscino!)
PS: facendo di me l’uomo più stupido e felice del mondo!