racconti » Racconti horror » E venne il male
E venne il male
Incubo totale.
Se ne può uscire?
Guarda il vuoto del mondo.
Dovresti conoscere il prezzo del male.
Si racconta che l'altra notte sia tremata la terra a Fonte.
Diverse persone avrebbero testimoniato di essersi svegliate a notte fonda perché i quadri cadevano dalle pareti e i soprammobili tremavano, per poi cadere a terra. I danni maggiori ci sono stati nella zona residenziale ancora in costruzione. C'è un cantiere, enorme, ricopre una zona di settecentocinquanta metri quadri e si trova lungo la strada per entrare nella cittadina.
È crollata anche una abitazione, quella di Roberto Malesi, il bidello della scuola elementare di Fonte.
C'è stato anche un morto. Già, la piccola Elisa Trenti, trovata il giorno dopo il terremoto, nel prato adiacente al cantiere, strangolata e livida di contusioni e abusi.
Quando la giovane poliziotta Francesca Nelli, fresca di accademia, giunse sul posto, ebbe un collasso. Era giovane, appena uscita dall'accademia ed erano i primi giorni di lavoro.
Non si era augurata certo di ritrovarsi davanti un simile spettacolo.
Elly - come la chiamavano tutti- era riversa a terra, nell'erba, con le braccia aperte sul prato ancora bagnato dalla rugiada, il collo girato, il volto fermo, gli occhi spalancati, l'espressione del viso immobilizzata per sempre, come in un ritratto macabro, quasi a voler guardare di lato, verso le montagne che si trovavano oltre il paesino.
Rivoletti di sangue si erano coagulati sul mento e sul naso. Il corpo era pieno di contusioni e lividi.
Elly aveva dodici anni.
Monica e Luca.
I due sposini più belli e dolci di tutta Fonte.
Si, peccato che a metà Novembre fu diagnosticato un cancro a Monica.
Monica, la ragazza venuta dal paese, ah si, tutti la conoscevano, cosi bella, pelle soffice e chiara, occhi color nocciola, capelli castani, si.. e un culo e due tette da paura, per farla breve. A ognuno il suo, anche Luca, geometra fresco di Diploma e di specializzazione, e di assunzione in uno studio a Roma ( una mezzoretta di macchina da Fonte, che contava solo cinquemila abitanti )era un bel ragazzo. Un BRAVO ragazzo soprattutto.
Quando portò la dolce e giovane mogliettina a fare dei controlli dal loro medico curante, perché lei non riusciva a rimanere incinta, gli venne detto di andare a Roma per fare ulteriori accertamenti, perché Monica aveva dei costanti dolori all'addome.
Le venne diagnosticato il cancro all'utero.
Ringo.
'' Hey Ringo!!, ma si può sapere che cazzo hai da guardare, coglione?'' Disse Marcellone l'ubriacone allo straniero.
Ma lo straniero sembrava non apprezzare l'umorismo dell'ubriacone, e continuava a guardarlo.
Se quel ciccione di Marcello Torresi fosse stato lucido di mente almeno in quel momento, avrebbe fatto mente locale sul fatto che la faccia di quello strano tizio era di un uomo animato dalla voglia di fare del male. Un uomo con il piacere di veder morire il mondo. Punto e basta.
Ma Marcello, passava sempre tutto il giorno lì a bere e a sciuparsi la sua cassa integrazione a birre, vino e slot machines, nel bar di Checco, all'entrata del paesino di Fonte.
Non era conscio nemmeno del fatto che nel bar, quel pomeriggio di Novembre, verso le 14. 00 c'erano solo lui, Pietro Bonarni: l'altro ubriacone che stava dentro a giocare alle slot e Francesco Mesi, titolare del piccolo bar.
Loro erano dentro, lui era fuori, sia di testa, e sia fuori dal locale, per fumare.
''Ringo'' era lì, dritto, fermo davanti a lui, con lo sguardo vitreo e nero, gli occhi neri e spenti e infiammati che guardavano un vuoto angosciante. E non si era mai visto lì, in un paese dove le facce erano sempre le stesse, quello strano tipo.
<< Hey, ora basta però smettila di guardarmi, mi hai rotto le palle ora ti gonfio>> disse Marcello, ma la sua espressione ora era cambiata: non era più l'espressione di un gioviale ubriacone che ti sfotte anche se non ti conosce, era un'espressione di paura.
Lo strano uomo, che sembrava non cambiarsi i vestiti da almeno quattro mesi, si avvicinò di qualche passo. Ora li separavano tre metri.
A questo punto lo spavaldo Marcello, gonfio di birra, vino e sigarette si alzò goffamente, posò la bottiglia di birra su un tavolino che stava fuori dal locale e fece due o tre passi verso l'uomo, che intanto lo continuava a fissare, immobile.
Voleva sferragli un cazzotto in faccia ma non fece nemmeno un quarto passo che cominciò a pisciarsi addosso. Rivoletti di urina gli uscivano dalla caviglia della gamba destra dei jeans logori e le gambe inizialmente tremarono, poi cedettero, come le gambette di un tavolino sotto il peso di un elefante.
Il tonfo fu forte e il proprietario del bar uscì fuori. Marcellone, che lavorava in fabbrica, poi era stato messo in cassa integrazione, e passava le giornate al bar, era morto. Checco, vide dapprima l'espressione dell'omaccione riverso a terra in un'espressione di gelido vuoto, e poi spostò, senza dire nemmeno una parola, senza emettere nemmeno un suono, lo sguardo verso lo straniero, che guardava il suolo, osservava il cadavere dell'ubriacone e poi alzò lo sguardo verso Checco.
Dal diario del piccolo Marco, compagno di classe di Elly:
1 Dicembre 1998.
Oggi al funerale di Elly c'era tantissima gente, c'eravamo noi della prima media, tanti ragazzini delle elementari e parecchi della seconda e terza media.
Poi c'erano tutti gli altri, c'era quasi tutto il paese.
Noi piangevamo e ci tenevamo per mano, i genitori di Elly erano distrutti, la madre era persa, aveva gli occhi spiritati e il padre piangeva.
Io sono tristissimo e disperato, ancora adesso sto piangendo, e ho anche paura.
Chi ha fatto un cosa del genere? Hanno fatto del male a Elly, le hanno fatto tanto male e io sento che è stato qualcuno molto cattivo, perché me lo sogno sempre.
E oggi l'ho visto.
Spero che mi sto sbagliando ma dietro ai genitori e ai parenti, al momento che veniva calata la bara sottoterra, mi è sembrato di vedere l'uomo cattivo che sogno spesso, e che nei sogni mi paralizza e non mi fa scappare.
Poi per fortuna sento il mio gatto( Mister San ) che miagola fortissimo, si lamenta, ringhia, soffia ed io riesco a svegliarmi.
È successo anche ieri notte: ho sognato l'uomo cattivo che camminava verso di me, aveva in una mano una tanica di benzina e nell'altra l'accendino. Quando mi ha sorriso stavo per sentirmi mancare, sentivo il mio cuore rallentare il suo battito e sentivo la pelle d'oca e l'intorpidirsi delle braccia, poi per fortuna ho sentito gli strilli di Mister San e mi sono svegliato.
E stamattina poi mi hanno detto dell'incendio al bar di Checco, e dei morti.
Cosa sta succedendo a Fonte?
123
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
0 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0