Non so voi, ma io cerco sempre una panchina quando esco di casa, soprattutto se mi trovo in una città che conosco poco, specialmente se sono triste.
Attenzione però; non cerco una panchina qualunque, non mi accontento. Dev'essere l'unica in giro, distante da altre sue compagne, preferibilmente di legno chiaro e ferro lavorato di color verde bottiglia. Certo è che non sempre la trovo così e mi accontento di quello che c'è. Una sola caratteristica è fondamentale: la solitudine.
Sì, perchè quando avverto la necessità di fermarmi, devo essere sola. Qualche passante va bene.. alla fine siamo in tanti non posso pretendere...
Una panchina porto nel cuore più di altre, è tutta di legno.. è l'unica sopravvissuta all'ondata di cambiamenti della mia città che ha voluto gente vecchia su panchine ultramoderne. Lei sta lì da prima che nascessi, all'ombra di un piccolo alberello, alla luce di un lampione. Di fronte una strada a due corsie e un piccolo parcheggio. Fa quasi pena, così antica e rovinata in mezzo a tanta tecnologia.
Ci vado da sempre, almeno da 10 anni, è il mio piccolo rifugio. Porto con me sigarette, un quaderno e una penna. Ah, la musica... inesorabilmente malinconica, mi piace stare male ogni tanto.
Così stiamo io e la mia panchina, mentre io scrivo alcune delle cose qui pubblicate, mentre chi passa mi prende per pazza.
Ovvio, se una ragazza si mette su una panchina a scrivere invece di girar per negozi o chissà che altro allora è pazza. O sarà perchè piango a volte su quel legno che sta insieme per miracolo.
Ma a me non interessa, è la mia zona di conforto, l'angolo in cui far cicatrizzare i ricordi. È la mia panchina.