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Maga di Monte Carmelo
VIRTUOSISMI SULLE NOTE DI BILLY IDOL
MAGA DI MONTE CARMELO
Sono incazzata da quando apro gli occhi.
Sono incazzata con la caffettiera, con il latte che non si scalda, con il tempo sempre grigio - Dove cazzo sono: a Londra che piove sempre? - Alle sei del mattino l'aria è gelida, gli occhi risentono delle sole due ore di sonno. Questo è il momento in cui odio la mia città. É troppo grande. Per raggiungere il lavoro debbo stare per un'ora su autobus puzzolenti.. Dovrei dormire di più lo so, sono esagerata, considero il sonno una perdita di tempo che mi strappa allo sballo, agli amici, alla lettura, alla scrittura e alla musica urlata. In fondo vent'anni si hanno una volta sola nella vita, posso sprecare gli anni migliori nelle braccia di Morfeo? Fosse uno strafico della Madonna come no? Mi dimenticherei l'umanità intera! Ma è buio e nulla... Non si può fare, meglio non dormire e macinare pensieri come chilometri.
È mattina e la casa è gelida. Mi guardo intorno, faccio fatica a mettere a fuoco, la lampada al neon emette una luce a dir poco orribile. Il neon ha il potere di spegnere i colori; mi mette un'angoscia entrare in questa cucina, ma non posso farne a meno.
Questa fottuta casa è gelida, come sono freddi i fantasmi che vi si aggirano.
C'è la mia stanza, il mio rifugio. Mi ci chiudo e metto la musica a palla e assordo il vicinato.
'Sti cazzi, si fottano insieme ai loro pregiudizi. Che pensino quello che vogliono di me.
Io ballo come una scimmia tra il letto e la scrivania, sopra la quale occhieggiano i libri accatastati a casaccio in mezzo ad una miriade di fogli dattiloscritti. Sono orgogliosa della mia Olivetti 40 è un pezzo da museo che io adopero per scrivere le mie elucubrazioni, che poi leggo in piazza tra gli amici. Mi piace leggere le mie creature, se piacciono o meno non lo so, però l'importante è tagliarsi una fetta d'aria nel quale respirare a pieni polmoni.
Il mondo deve imparare a farsi scorticare l'anima dalla poesia. Non si possono chiudere le porte al pensiero. Il grigio pulviscolo della repressione ci sta uccidendo. La poesia ha l'obbligo di cantare per l'Umanità e io canto.
Ci sono valide proposte per essere delle vincenti. Basta piegarsi al gioco di chi trionfa sempre. Basta vedere la vita a quarantacinque gradi, osservando solo i piedi perché la testa è chinata.
Ho scelto i perdenti. Ho scelto la Cinquecento e non la Ferrari. Ho scelto la libertà di pensiero.
Che cosa voglio fare della mia vita? Non ho idee precise, penso di vivere di poesia girando il mondo. Mio padre mi assilla ogni giorno, è una goccia cinese, una persecuzione; non rispondo alla bambina che si era immaginato: ambiziosa, superba, intraprendente e furba. Praticamente una stronza, diciamocelo
Io ho bisogno di pensare alla mia anima, alla mia poesia, ai miei problemi con gli uomini e lui mi parla di lavoro, di ambizione, di superbia... uffa che palle!.
Mi sento un fiume in secca quando sono davanti ai maschietti. Non sembra, sono proprio brava come attrice!.
Gli uomini mi piacciono e allora perché ho paura? Le loro mani calde sono come ventose. Mi sembrano violente, mi avvinghiano, un terrore sottile mi immobilizza. Mi sento una specie di Lacoonte che cerca di salvarsi dai serpenti.
Ma non doveva essere una cosa bella???
Sono matta? Forse... ma sicuro ho paura, ho tanta paura.
Sono meglio le mie amiche del cuore Carla e Maria, sono morbide, sono calde, insieme stiamo bene condividiamo letture, cinema, impegno politico, sballo.
La notte è fatta per farci esagerare e noi ci saziamo di buio.
MAGA DI MONTE CARMELO - grido a Carla, recitando uno dei miei mantra poetici in mezzo alla strada.
Mitica Carla con le sue tettone che scappano dalla camicetta che si sbottona al vento, mentre la vecchia Cinquecento di Albertino sfreccia sulla strada.
È caldo e la capotte è aperta; la tentazione di lasciarsi avvolgere dal vento è forte.
Maga di Monte Carmelo non ce l'hai fatta a resistere e ti sei liberata dei tuoi pregiudizi, slanciandoti in una danza irriverente, dove godevi della musica e del nostro chiasso innocente.
Che si stupiscano pure gli automobilisti di tanta grazia elargita improvvisamente sul Raccordo Anulare. È divertente come gioco si può fare anche a turno, perché no? Forse i tempi non sono maturi, forse corriamo troppo in fretta bruciando come stoppie alimentate dal caldo vento estivo
A vent'anni la carne è soda ed ha la consistenza della seta.
Dove sei finita Maga di Monte Carmelo?
Sono arrivati gli uomini a scompaginare il gioco; anzi per l'esattezza sono io che ho rotto il cerchio magico, amata Maga.
Tu e Maria non potevate sapere la mia solitudine, la mia impotenza, la mia insicurezza profonda, quella che mi rendeva odiosa e piena di paranoie.
Il vento del tempo ha spazzato via la pelle setosa, il sorriso stolto, la voglia di esagerare, la possibilità di provare.
Sono incazzata da quando apro gli occhi.
La casa paterna è stata ingoiata. Solo pochi mobili sparpagliati qua e là ricordano vestigia di ere senza vestiti.
È colpa di una melodia sputata da una radio dimenticata, che d'un tratto accende i fantasmi della memoria.
Il neon della cucina paterna, gelido come la cena abbandonata nel piatto, è scoppiato.
La cena l'ho buttata al secchio.
Sono incazzata ma questo oramai non conta più nulla.
Gli occhi faticano a mettere a fuoco la fine di tutti i sogni e rimane una melodia a dare peso ai fantasmi...
Ora devo correre via, il tempo delle rimembranze è finito, la vita si fagocita pure il pensiero...
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