"Lui le chiese un ultimo respiro, un ultimo sospiro che fosse solo per lui; solo suo. Un ultimo intimo esclusivo e semplice respiro che gli permettesse di vivere fino al giorno dopo. Lui non le avrebbe chiesto né dove stesse andando, né dove fosse, né con chi fosse; voleva un solo ultimo sospiro da respirarsi in bocca... e sopravvivere, fino al di lei ritorno.
Lei glielo negò!
Allora l'immaginazione trascinò via l'uomo, lo portò ai margini del mare, ai confini del cielo, dove i giganti cingono le follie e gli amori mai nati.
L'Uomo non poté nulla conto la forza dell'immaginazione. Vide e immaginò immagini di turpi piaceri, di colpevoli lascivi erotici peccati e sensuali abbandoni... e sprofondò!
Non seppe dire per quanto sprofondò, né quanto tempo durò il tormento; credette di perdersi, e si perse davvero. Credette d'impazzire, ed impazzì!
Ma quando ormai le forze vitali e le correnti del cuore e dell'anima lo stavano abbandonando... una voce: un suono.
Riconobbe quelle voci. Erano i suoni cantati del suo villaggio in festa. Non poté crederci, ma si spinse con tutta la forza che il suo cuore era disposto dare. E la risposta fu forte! Insospettate ed insospettabili energie d'amore lo riportarono in senno, fuori dal delirio del mare, fuori dai tormenti delle onde, fuori dagli incubi, e vinse la delirante Immaginazione. E fu il primo a farlo!
Nuotò verso le canzoni e gli allegri volti, e tra le le luci e le festanti danze riconobbe un volto; credette di riconoscerlo, finché... si rese conto che anche quelle festanti amiche voci erano solo nella sua memoria; immaginava.
La disperazione lo assalì. E dovette di nuovo dare fondo ad un ultima insospettabile, insospettata risorsa; lo fece col Cuore stavolta. Scelse!
Scelse, e scelse il ricordo. Scelse di ritornare a più miti e fedeli luoghi, dove non c'è l'impeto, non c'è ardore, ma ordina un ordine ordinato, semplice, come lo era lui.
E lasciò nei luoghi dei rimpianti e dei desideri quel suo unico, vitale, esclusivo ultimo respiro negato. E non vi pensò mai più".