Durante le lunghe notti d'inverno, le ore non passavano mai. Misera la fiamma, parca la cena e disordinata l'armonia. Tra il lusco e il brusco, ognuno al suo giaciglio tra le quattro mura. Di mocciosi ne eravamo tre, mentre la prima sorella era ormai in età da marito. Il babbo e la mamma, i nostri guardiani. Eravamo il loro investimento per il futuro. Litigavamo per un nonnulla, non sapendo il perché ed anticipando, di mezzo secolo, la moda di alcuni utenti del virtuale. Volevamo sapere cosa fosse la mortadella di cui sentivamo parlare o i gelati. Ricordo ancora le risposte di mia madre: " La mortadella è certa robaccia che fanno con la carne degli asini vecchi e malaticci, i gelati sono fatti con acqua sporca ghiacciata e fanno crepare i bambini." Che madre saggia e che figli fortunati! Con l'arrivo della bella stagione, era consuetudine visitare i vari Santuari della zona. Si andava a piedi ed eravamo condannati a percorrere anche dieci chilometri. Sveglia all'alba, anche per non perdere il privilegio della prima Santa Messa. Lungo la strada, una fiumana di persone che intonava inni religiosi. Da una parte, " E cinque son le stelle, Maria è la più bella/ Dall'altra," Mira il tuo popolo, bella Signora / che pien di giubilo oggi... Più dietro, " Castrense quel zelante, lodare voglio io e tanta fede in Dio..." " Prega per noi Maria/ Prega per i figli tuoi/ Madre che tutto puoi, prega per noi Gesù/" Ogni Paese il suo gruppo e ogni gruppo la sua fede immacolata. Allo spuntar del sole della prima domenica di maggio, Carano di Sessa veniva espugnata e giaceva sotto i nostri piedi. Che meraviglia per i nostri occhi Tanto sulla Piazza, quanto sui bordi della strada, dolciumi e giocattoli si sprecavano. Ce ne stavano da rendere felici tutti i bambini del mondo. Caramelle a forma di pesciolino e formaggini di cioccolato. Le palle di segatura costavano dieci lire, cosi come alcuni grossi palloncini colorati. Peccato che scoppiavano come se niente fosse. Dieci lire per un botto. Alcuni bambini si disperavano e piangevano come maialini che vanno al macello. Intuivano che i giocattoli, di cui si innamoravano, costavano più di quello che le loro madri potessero permettersi di spendere. Anch'io mi ero innamorato e la cotta era per una trombetta rossa, che suonava pépé, père, pepé. L'occhiataccia di mia madre scoraggiò il mio tentativo di richiesta. Il viaggio di ritorno lo feci con una palla di pezza e con la trombetta rossa nel cuore.