L'unione matrimoniale si perfezionò nel febbraio del 1937. Giovanni e Teresa vangarono la terra e seminarono il grano. Seminarono anche il granturco e i legumi. Inoltre, piantarono le cipolle, l'aglio, le patate e i pomodori. Zapparono le erbacce, aspettando la raccolta. Arrivò la cartolina militare. Teresa era incinta. Erano anni terribili per l'Italia, paese ancora povero e alla ricerca di una unità più robusta.
Si cantava Faccetta Nera e si era pieni di orgoglio per qualsiasi cosa si facesse. Bisognava ottundere il pensiero, ma non era facile. Nelle lontane steppe russe, nelle campagne normanne, in Inghilterra, nelle praterie americane... invece di lavorare, la gente pensava a come fare, per farci del male. Anche gli Albanesi e i Greci non dormivano la notte, pur di escogitare cattive azioni contro il povero e laborioso popolo italico. Si trattava di nemici con i quali bisognava regolare i conti. Bisognava impedire il ritorno della Barbarie. A scuola, Giovanni aveva imparato tante cose. Il valoroso Mario salva la Patria contro i selvaggi Cimbri e i malvagi Teutoni.
L'eroico Camillo, sul suo bianco cavallo, si scaglia, con la spada sguainata, contro Brenno capo dei Galli, urlando "Roma si riscatta col ferro e non con l'oro." San Benedetto insegnava "ora et labora."
Giovanni aveva Imparato anche che il prode Francesco Ferrucci, ferito a morte, urlava a Fabrizio Maramaldo il traditore- "Vile, tu ammazzi un uomo morto." E Pier Capponi -"Noi faremo suonare le nostre campane." Aveva studiato Giovanni e sapeva anche "Dopo di me il diluvio."Quante cose aveva acquisito Giovanni e non era finita.
Ultimamente aveva imparato... "Abbiamo pazientato quarant'anni."
"Otto milioni di baionette." Viveva in Italia, maestra di civiltà.
I sacrifici si giustificavano, poiché era bello quello che si faceva.
Anche la fame. In Africa avevano bisogno di noi. Si dovevano spezzare le catene della schiavitù degli altri. Le signorine cantavano: Io ti saluto e vado in Abissinia, cara Virginia, ma tornerò.
In molti non tornarono, ma questo è un inutile dettaglio. Regalare a quei popoli un futuro migliore. Per merito del Duce anche lì tanta Luce. E nel 1938 Giovanni svolge il servizio militare.
La patria ha bisogno di lui. Nel 1940, Lo troviamo in Nord Africa.
Sarà Lui a far partire la prima cannonata sparata dal confine libico, verso Occidente. Là, dove tramontava il sole. Se fosse morto, non sarebbe morto invano. Avrebbe dato modo al governo italiano di sedersi attorno al tavolo della pace, per costruire un mondo migliore. E poi... quella era una guerra fasulla, che sarebbe finita presto. Tanti milioni di morti e immani rovine intellettuali, culturali e materiali. Teresa era diventata madre nel 1938 e nel novembre del 1940 ebbe un'altra creatura. Il marito, prima di andare a spassarsela al fronte, le aveva fatto un altro bel regalo. Teresa lavorava sodo nei campi. Lavorò sodo nei campi, economizzò quel poco che le mandava il marito e con ferocia incrollabile nel 1942, comprò un campo di cinquemila metri accanto alla masseria del padre. Sul terreno c'erano alberi da frutta, viti e rovi. Per raggiungere lo scopo, ella aveva privato sé stessa e i figli, non solo del superfluo, ma anche del necessario. Nel maggio del 44, in quella cruda terra, desolata dalle bombe, trovarono riposo eterno una ventina di soldati, educati a non fare prigionieri.