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Distretto Di Polizia (Invenzione) Parte 7
(PARTE 8, errore nel titolo) Vento, nebbia, gelo... Ira si era svegliato con un gran mal di testa. Avevano fatto tardi ieri sera. Si sbrigò a vestirsi per andare al Distretto... Anna, invece, era ancora a dormire. Ira la svegliò con uno squillo al cellulare. "Oi Ira, dimmi" - "è ora di andare a lavoro! Ma dove sei?" Chiese appena arrivato al Distretto. "Oddio, è vero... devo ancora prepararmi! Se il commissario dovesse dirti qualcosa, tu dille che arrivo tra poco e che ho avuto un contrattempo... Grazie!" Chiuse la chiamata in fretta e furia e iniziò a vestirsi facendo colazione. Il commissario passò nel corridoio. "Ira... ma Gori?" - Ira si grattò la testa prendendo una scusa da dire. "Anna farà un po' di ritardo, è andata a prendere suo figlio a scuola... comunque com'è andata la serata con Sabina?" Disse, rendendosi conto della scusa poco probabile. "Ah... va bene. Per il fatto di Sabina, più o meno si sta risolvendo... Non mi rivolge molto la parola, ma ci vorrà un po' di tempo, credo." - "Sì, sicuramente... il tempo aiuta" rispose Ira, quando Anna arrivò. "Gori, ben arrivata! Non sapevo avesse un figlio!" Disse Giulia sorridendole e dandole una pacca sulla spalla. "U-un figlio?..." Chiese incredula guardando dopo un po' Ira. "Ah già, mio figlio! Perdonami, mi ero dimenticata!" Sorrise Anna sfiorandosi la fronte con la mano... Ira arrossendo, scoppiò a ridere di nascosto entrando nel suo ufficio. Anna lo raggiunse appena il commissario andò via. "Ma sei matto a dire che ho un figlio?! Ora dovrò ricordarmi di dire che ce l'ho!" Rise Anna. "che sarà mai!" Risero insieme mentre entrò Federica, la ragazza nuova, nel loro ufficio. "Ciao ragazzi, ci sono novità riguardo Filomena, la ragazza che state seguendo. Ci ha dato il nome di chi l'ha fatta entrare in quel giro... si chiama Pietro Marzi, ha trentanove anni.'' - "Va bene, convochiamolo!'' Disse... dopo un pò, il signore era lì sulla sedia, mentendo sul fatto che in quella storia non c'entrasse assolutamente niente. Roberto, invece, si prese l'incarico di seguire un caso di stalking con Mauro e Federica. Appena interrogato l'uomo che Filomena conosceva, Ira e Giulia andarono da Mauro e Roberto... "Com'è siete qui? L'uomo ha parlato?" chiese Mauro. "Purtroppo no, era come infastidito dalle domande che facevamo..." Rispose Anna. "Però, l'unica cosa che ci rimane da fare è controllare se nella telecamera vicino alla strada dove di solito portava le ragazze, c'è un video dove si intravede lui... Ma ho dei dubbi che si trovi" Aggiunse Ira. "Mai dire mai, voi cercate di vedere comunque... magari esce fuori qualcosa e riusciamo ad incastrarlo!" Rispose Roberto guardandoli. "Voi invece, che fate?" Chiese Anna. "Stiamo vedendo un caso di stalking..." - "Vi possiamo dare una mano?" - "Magari! È una ragazza che ci ha chiamati... si chiama Ivana. Il suo ex le sta dando fastidio venendo quasi tutti i giorni sotto casa e se va in palestra, la segue... chiedendo poi in giro dove andasse diretta." Disse Roberto. "ho capito... allora andiamo a casa della ragazza!" Rispose Anna andando con Mauro, Ira, Roberto a casa di Ivana. Suonarono alla porta e Ivana con un velo di preoccupazione, aprì. "Ciao, siamo della polizia... abbiamo ricevuto una chiamata da te pochi attimi fa, ci vuoi dire il perchè il tuo ex compagno ti tormenta?..." Iniziò Roberto. "Salve... Sì: il motivo esatto non lo so. Stavamo insieme da quattro anni... all'inizio non ero una di quelle persone che usciva spesso, ma tutto ad un tratto iniziai ad uscire... così, per passare il pomeriggio... Ma per Andrea, il mio ex, sembrava come ''tradimento'', e quindi ogni volta che rientravo a casa sentivo le solite scenate. La storia si stava rompendo già da un pezzo... perchè lui non aveva nessuna intenzione di andare a cercare lavoro, mentre io sì. Non potevamo avere un futuro insieme se continuava in quel modo e forse se ne era reso conto... Oltre il fatto di uscire, penso sia anche questo uno dei motivi per il quale Andrea abbia reagito così. Preferiva star su una sedia a controllare cosa avrei potuto fare nella giornata, invece di salvarsi la vita e trovare un lavoro che gli poteva dare speranza e tranquillità. Nei primi tempi era normale.'' - ''Tutti nei primi tempi sono normali, signorina... tocca vedere dopo... per quello si consiglia sempre di conoscere la persona. Al primo schiaffo, alle prime stranezze... bisogna distaccarsi. E per stranezze, non parlo dei tipici difetti che si trovano... ma per stranezze le parlo di persone che reagiscono male alle cose, che ti rovinano la giornata, che ti mancano di rispetto e non hanno sincerità. Ma sopratutto: è un male non uscire solo per controllare cosa fa l'altra persona. Che ti ci metti a fare con una persona se non hai fiducia? Allora meglio rimaner da solo a quel punto...'' Rispose Mauro. Non c'era verità più grande... ''La verità sapete qual'è? Che rovinano la giornata alle persone che dicono di voler bene, e poi ti ritrovi un ''scusa'' da parte loro e un altro errore che ti si ripresenta davanti.'' Raccontò Ira. Ivana sentì i dialoghi dei due poliziotti. ''Purtroppo è così... In tutto questo tempo Andrea non aveva mai avuto nessuna stranezza. Però dopo aver perso il suo primo lavoro, iniziò ad essere possessivo...'' - ''Da quant'è che non lavora più?'' - ''Da due mesi. E io lo lasciai quattro giorni dopo del momento del licenziamento... Perchè la pesantezza delle giornate mi divorava. Non riuscivo più a fare niente... Mi dicevo di aver pazienza, ma avere i suoi occhi dentro casa, mi terrorizzava. E quindi pian piano mi allontanavo... da lì, lo cacciai di casa quando riapparve una nuova litigata...'' - ''Allora Ivana, noi teniamo il tuo telefono sotto controllo... se dovesse chiamare, noi lo sentiremo e vedremo anche da che zona ti chiama.'' - ''Va bene, grazie mille!'' Sorrise Ivana salutandoli e rientrando dentro casa. Roberto, Mauro e Anna tornarono a casa... Ira invece, fece il turno di notte... infatti venti minuti dopo, ritornò al Distretto.
Con lui c'era Federica. "Ehy! Sono appena tornato da una lunga giornata... ti va un caffè?" - ''Volentieri!'' Rispose Federica andando con Ira verso la macchinetta del caffè. ''Mi dispiace se non c'è stato molto tempo per conoscerci... ma ora, dato che ci siamo, possiamo rimediare!'' Rispose Ira. "Non ti preoccupare, ora abbiamo tutto il tempo che ci occorre per una chiacchierata! Iniziamo allora... hai fratelli o sorelle?" - "Un fratello di nome Luca di nove anni, tu?" Rise Ira. "Due sorelle, ormai grandi. Una di diciannove e l'altra di trenta." - "Capisco... Una domanda che forse ti sentirai chieder spesso: ma i tuoi genitori sono stati d'accordo sul lavoro che avevi scelto?" - "Non molto, erano indecisi più che altro... perchè comunque porta dei rischi e non sai mai chi avrai davanti..." - "Anche i miei non l'hanno mai accettato. L'unica cosa positiva che pensavano era che a casa poterono stare tranquilli... perchè se qualche ladro tentava di entrare, c'ero io a difenderli. Anche se alla fine, diciamo la verità: Essendo più grandi i genitori, si faranno sempre avanti loro. Anche se farai un lavoro dove tu sarai il numero uno." - "è vero... i genitori proteggeranno sempre. Anche a costo di perdere la vita!" Rispose Federica con un sorriso. ''Questa forza ce l'avranno anche i loro figli... un giorno.'' Disse Ira sorridendole e bevendo il caffè insieme a lei. ''Quanti anni hai?'' chiese Federica. ''28, tu?'' - ''25... anche se dall'apparenza sembra ne abbia diciotto!'' - ''In effetti ora che ci faccio caso, guardandoti, è vero! Ritieniti fortunata allora... è una buona cosa dimostrarne di meno. C'è gente che usa chili di trucco per sembrare più giovane e tu neanche ne hai bisogno...'' - ''Chili di trucco? Ma solitamente quando si mette il trucco non si ha l'impressione di sembrare più grandi?'' Chiese Federica. ''Dipende dal trucco... ho un amica che ha la tua stessa età, ma mette un trucco leggero, che riesce a farla sembrare meno grande. Il 'trucco del mestiere', come si dice... lei ci lavora su queste cose.'' Rispose Ira... ''Ah, ho capito... beh in effetti dipende dal trucco e dal modo in cui si lavora il viso. Io solitamente sempre trucco leggero oppure dei giorni neanche lo metto... Perché penso che una persona sia meravigliosa anche senza tutte quelle cose. Una persona deve essere guardata per com'è davvero... con tutti i suoi difetti! Ci sarà sempre un qualcuno che non farà caso a quei difetti quando tu invece li evidenzierai... Non dimenticarlo questo, ragazzo!'' Sorrise Federica dando una pacca sulla spalla ad Ira. Dopo quasi un ora e mezza di chiacchiere, si misero a lavoro...
... Fatte le sei di mattina, e risolti i casi, Ira prima di andare a casa salutò Federica. ''Io vado, comunque è stato un piacere lavorare con te, collega!'' - ''Anche per me lo è stato... Se ti va un uscita, lo sai che mi fa piacere!'' - ''Va bene, poi mi chiamerai quando sarai libera!'' Rispose Ira andando via dal Distretto... ma due minuti dopo, il cellulare di Ira iniziò a squillare... ''Pronto... chi è?'' - ''Ti va di uscire adesso?'' Chiese Federica sorridendo. Ira riattaccò e Federica andò via dal Distretto raggiungendolo. ''Che ti aspettavi che ti facevo aspettare così tanto?!'' Chiese Federica ridendo. Insieme andarono a farsi una passeggiata per le vie di Roma... mentre Mauro, Roberto, Anna entrarono al Distretto.
"Sai, questa strada la percorrevo ogni volta con mio padre... Tutte le mattine venivamo qui per qualche chiacchierata o per confidarci delle cose... era il nostro luogo d'incontro. Se avevo qualche segreto da confessargli o una paura nascosta, lui mi trovava qui." Raccontò Federica ad Ira che la osservava... "è un ottimo posto per passare le giornate... se ti va un giorno ci ritorniamo insieme con tuo padre!" - "Magari... Mio padre non c'è più da due anni ormai... Però se vuoi anche con te mi farebbe piacere lo stesso rivivere quei momenti..." Sorrise Federica... Ma tra quelle strade, c'era Sabina che vide i due abbracciarsi calorosamente... lei si nascose tra le pagine di un libro con la speranza che Ira non la vedesse.
I due andarono in giro per centri commerciali mentre Sabina, attenta agli sguardi altrui, andò al Distretto... ma stavolta non per parlare con sua sorella. Appena entrata, vide Anna. "Ciao... hai un attimo?" - "Sì, certo... dimmi pure..." Rispose Anna non capendo di cosa volesse parlarle. "Volevo chiederti di Ira... so che lavori insieme a lui... insomma, che tipo è? Oggi l'ho visto passare con una ragazza per i centri commerciali e mi chiedevo chi fosse... Lo so, forse sarò paranoica ma vorrei saperlo." - "Guarda, ti dico solo una cosa... che è amico di tutti. Quindi non è una persona da farsi negare di vedere gli amici... è un po' misterioso e se prendi dei momenti, anche molto sensibile... però non è assolutamente uno che si avvicina immediatamente ad una ragazza... Ci parla, ci scherza, ma quello non vuol dire che ci stia provando. Quello è il suo modo di fare... ad esempio, con me: avrà avuto centinaia di occasioni per avvinarsi, eppure non l'ha mai fatto... e questo perchè? Perchè è un ragazzo corretto. Ed io penso che trovi il passo per avvicinarsi quando una persona è sincera in quello che dice." - "Ma io mi pare sono sincera in tutto quello che dico... però non c'è modo per avvicinarlo..." Rispose Sabina. "Io credo che lui debba conoscere ancora come sei fatta dentro per capire se stai dicendo la verità o meno... Lui sbaglia nel trattarti come se non capissi, anche perchè si nota che sei una persona in grado di capire, regolare... e non è detto che se sei piccola di età, allora significa che menti e che sei identica alle tremila persone che trovi per strada." - "Vaglielo a spiegare..." Rispose Sabina confusa e con gli occhi pieni di tristezza. "Non sta nè a me, nè a te spiegarglielo... ma se ne accorgerà col passare dei giorni... Quando avrà capito che tu vorrai rispetto... Quando avrà capito che tu non hai intenzione di essere trattata come gli altri! Sai quante litigate io mi son fatta con lui? E temo non finiranno qui... ma non ho paura: perchè non è una persona che se ne va... Pensa quando abbiamo avuto un litigio, il giorno dopo era venuto da me con il solito sorriso di chi chiede Scusa!"... Sabina rise alla storia appena raccontata. "Grazie Anna!" Sorrise abbracciandola. "Ne farò tesoro di tutto quello che hai detto... Già che è una persona che non se ne va, è da non perdere..." Aggiunse Sabina andando a casa. Si fece sera e lì al Distretto lavorarono tutto il giorno per un caso importante... Mentre Sabina, andò a correre ignorando che per quelle strade poteva passar qualcuno di pericoloso. In due minuti si ritrovò circondata da un gruppo di sei ragazzi. "Che volete?" Disse Sabina cercando di andarsene, ma tutti le impedirono di andar via. Non aveva via d'uscita... In quel momento Ira passava con la macchina e sentì la voce di una ragazza urlare... l'aveva riconosciuta subito: Sabina! "Tu stai zitta e non ti faremo niente... Quanto sei bella..." Disse un ragazzo del gruppo che si avvicinò per toccarla, mentre un altro gli bloccò le gambe e le braccia. Ira scese dalla macchina raggiungendola e chiamando Mauro e Roberto... "Smettetela! Vi prego, smettetela! Dopo che avrete fatto questo, che avrete concluso?" Urlò Sabina terrorizzata dalla paura e cercando di liberarsi dalle mani dei ragazzi che cercavano di 'sfidarla'. "Smettettela! BASTA!" Urlò ancora Sabina... Ma Ira puntò la pistola sulla testa di uno dei ragazzi che reggeva Sabina. "Fermo." Disse... "Pezzo di merda statti fermo, prima che faccio qualcosa che non devo fare!" Ma il ragazzo, immobile, guardò gli altri del gruppo. Uno di loro si avvicinò ad Ira con passo deciso. "Vediamo, vediamo... è arrivato l'angelo custode qui..." Rise con gli altri. "C'è poco da ridere... Tra poco gli altri miei colleghi arriveranno e per voi sarò soltanto un piccolo ricordo!" Pronunciate le parole di Ira, uno dei sei cercò di prendere la pistola del poliziotto, mentre un altro gli diede un pugno rovinandogli il labbro... Sabina appena vide Ira a terra, cercò di raggiungerlo... ma uno di loro la paralizzò mentre un altro le tirò un pugno sullo stomaco. "Così vedi di starti buona!" Urlò uno dei sei... ma mentre la stavano portando via, Ira si rialzò e prese per la maglietta quello che aveva menato a Sabina... ed in quel momento arrivarono Roberto, Mauro e Giulia armati... Giulia abbracciò Sabina che corse da lei... mentre Mauro e Roberto fermarono Ira che non riuscì a controllarsi per la rabbia. "Calmo, Ira... calmo... è tutto finito... che ti sei fatto qui?" Chiese Mauro indicando il labbro di Ira. "è stato uno di questi depravati..." Rispose cercando di calmarsi. "Giuro che non è finita qui..." Disse uno dei sei ragazzi rivolto a Ira. "Ci puoi scommettere..." Rispose Ira vedendo Roberto che lo arrestava e che lo portava via in macchina. "Ira... si faccia medicare... per il resto, volevo dirle grazie... se in quel momento non passava lei, non oso neanche immaginare cosa sarebbe successo a mia sorella! Grazie, davvero... di cuore. Se dopo esser passato all'ospedale, può riaccompagnare mia sorella a casa, mi farebbe un grande favore... purtroppo non posso muovermi..." Disse Giulia mentre guardò Sabina con volto deluso e senza rivolgergli la parola, ritornò a lavoro. Mauro andò via con Giulia, assicurandosi che Ira e Sabina stavano bene... Mentre Ira dopo esser passato all'ospedale, portò Sabina a casa. Erano in macchina... "Comunque grazie se sei venuto..." - "Stai zitta." - "Ti ho solo ringraziato..." - "Devi stare zitta Sabina!" - "Che modi hai di trattare la gente tu?! Mi fai pena..." - "Ancora non ti rendi conto di quello che è appena successo?! Sabina tu stavi alle dieci di sera a correre in una strada isolata... E non sei in grado di capire neanche i pericoli che potevi aver davanti... Ti ritieni più intelligente delle altre, ma alla fine fai le loro stesse sciocchezze! Sei solo una ragazzina in cerca di guai..." Urlò Ira arrabbiato. "Una ragazzina in cerca di guai? O è forse il mondo che è sbagliato, Ira?! Che una non può andare neanche a correre che deve anche preoccuparsi dell'ora che si è fatta e se c'è qualche matto che la insegue... è sbagliato il mondo, non io." - "Lo so che è sbagliato il mondo... Lo so che ormai la gente non ha più la libertà di girare la strada... ma sai i pericoli che ci sono, sai che a quest'ora non si gira di notte... sai che non si va per strade isolate e tu ci vai!! È ridicolo... Tu non sai niente di quelle ragazze scomparse o delle ragazze messe incinte da perfetti sconosciuti... non sai niente." - "Sì che lo so!" - "No, non lo sai..." Ribattè Ira. "Pensi che non li leggo i giornali? Pensi che non li vedo i tg? Mi prendi sempre per una ragazza ignorante che ha per scopo solo il piacere di divertirsi... ma ti sbagli! Non sono così!" Urlò Sabina. "Siamo arrivati..." Disse freddamente Ira non calcolandosi il discorso che stava facendo la ragazza. "Perchè non mi rispondi? Perchè sei sempre così freddo?" - "Non ho motivo di rispondere! Scendi dalla macchina, per favore... Non voglio discutere di nuovo!" - "Perchè se discutiamo che succede?" - "succede che è solo un inutile perdita di tempo..." ma dopo la risposta di Ira, Sabina scese dalla macchina... "Vaffanculo Ira!" Urlò. Ma dopo quella parola, Ira scese anche lui. ""il problema di te e delle ragazze della tua età è che ignorate la verità... poi quando ve la ricordano gli altri, vi arrabbiate cercando di evitarla e non accettarla. Cercate di farvi grandi con discorsi filosofici e toni di voce alti... Vi guardate allo specchio cercando di mettere la gonna più alta possibile per mostrare le gambe... Ma non è così che si è grandi..." - "E tu pensi che io rientro in quel gruppo di ragazze?" - "Io non penso niente, non ti conosco! Ma tanto si sa come siete..." - "Visto che lo sai, si vede che ne hai conosciute tante allora..." Rispose Sabina mentre Ira non le regalò neanche mezza parola e tornò indietro per andare in macchina. "Poi ero io che non accettavo la verità..." Aggiunse Sabina in quel silenzio che diventò un vero inferno... Ira chiuse lo sportello della macchina che stava per aprire, molto violentemente... "La smetti? Come puoi giudicarmi se non sai quello che ho passato? La devi finire, Sabina... Basta! Credi non ho visto la faccia di tua sorella com'era oggi?" - "Perchè com'era?" - "Delusa! E fossi in te, invece di perdere tempo con me, lo perderei a chiarire con mia sorella piuttosto che stare ancora qui a beccare insulti... Non sono il tipo per te e non lo sarò mai! Quindi mettiti l'anima in pace e trovati una persona che saprà guidarti meglio di te stessa!" Dopo finita la frase, Ira andò via con la macchina... Mentre Sabina si sedette a terra, sul marciapiede, piangendo... Le parole: "Tua sorella è delusa, non sono il tipo per te e non lo sarò mai" le rimbombavano nella testa facendola piangere ancora di più...
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